Capitolo 13

4.8K 143 8
                                    

Alcune di voi mi hanno detto che non riuscivano a leggere il capitolo 13, quindi, lo ripubblico nella speranza che riusciate a leggerlo ;)

Oggi è venerdì, il che significa che io ed Harry saremmo usciti un pò insieme. Mi sto preparando e mi sono messa un vestito color carne di pizzo ed una giacchetta nera sopra senza bottoni. Per i miei piedi ho deciso di mettermi dei tacchi sempre dello stesso colore del vestito e per i capelli mi sono fatta un chignon, quasi, perfetto. Volevo essere il più naturale possibile e mi son messa solo l'eyeliner nero sulle palpebre degli occhi dopo essermi applicata del fondotinta e del rossetto rosa pesca.

«Rose, sei pronta?». Harry entra in camera già in giacca e cravatta. Stava troppo bene con quello smoking. Mi cerca con gli occhi nella stanza e quando individua la mia figura davanti lo specchio vicino alla porta, i suoi occhi si allargano e boccheggia.

«Beh... Come sto?». Chiedo, guardandomi da sola. Non era un pò troppo eccessivo il mio abbigliamento?

«Stai...». Si avvicina a me, guardandomi da capo a piedi. «Stai benissimo». Mi dice ed arrossisco, sorridendo. «Sei bellissima, Rose».

«Oh, grazie. Anche tu non sei tanto male, Harry». Gli sistemo meglio la cravatta e lui sorride, dandomi un piccolo bacio sulla punta del naso. «Hai già accompagnato i bambini da Gemma?». Gli chiedo.

Annuisce. «Sì, ora possiamo andare». Mi prende la mano ed io prendo subito la mia borsetta.

Non poco dopo, siamo in macchina mentre ci dirigiamo verso il nostro ristorante e Harry ha il sorriso stampato in faccia da quando siamo usciti dalla nostra camera da letto. Ridacchio mentre lo guardo fischiettare una canzone a me sconosciuta, picchietando le dita sul volante. Lui nota le mie deboli risate e mi guarda con espressione confusa.

«Che c'è?». Chiede.

«È che sei divertente quando sei così felice». Tossisco per far cessare le mie risate e lo vedo scuotere la testa, ridendo sotto i baffi.

«Che c'è di così divertente?». Chiede in mezzo alle risate.

«Niente, è che... Sorridi e fischietti tutto il tempo mentre picchietti le dita sul volante». Faccio spallucce. «Sei divertente».

«Oh, lo prendo come un complimento, allora». Mi fa l'occhiolino e poso lo sguardo fuori dal finestrino, notando che sta già parcheggiando davanti ad un ristorante molto elegante. «Bene, siamo arrivati».

Scende e fa il giro della macchina per venire ad aprirmi la portiera da vero gentiluomo. Scendo anche io e mi prende la mano mentre entriamo nel ristorante. Aveva già prenotato un tavolo per due ed era in un'ampia stanza dove eravamo completamente soli. Non c'erano occhi indiscreti in giro e la cosa era decisamente piacevole. Potevamo scambiarci parole dolci e baci senza che la gente ci guardava in modo strano.

Tira la sedia indietro e mi siedo. «Grazie». Sorrido timida. «Siamo così gentiluomini oggi, a quanto vedo».

Sogghigna e si siede di fronte a me. «Beh, solo per te, piccola».

«Oh, beh... Che mi racconti di bello?». Appoggio i gomiti sul tavolo e le mani sotto il mento, tenendo lo sguardo su di lui.

«Niente di molto di interessante». Fa spallucce. «A parte i soliti studenti che vanno e vengono nel mio ufficio perché combinano qualche casino».

«Ohw, povero papà». Tiro fuori il labbro, ironizzando.

«È vero, povero me». Piagnucola e mi metto a ridacchiare. «Immagino che a casa ti senti sola quando non ci sono io nei paraggi». Mi guarda malizioso.

The Babysitter 2 √حيث تعيش القصص. اكتشف الآن