Capitolo 9

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Mi sveglio con i raggi del sole che iniziano a penetrare dalle fessure delle persiane e tiro le coperte fin su la testa per riuscire a recuperare il sonno di prima. Allungo una mano dietro di me, ma sento solo il freddo delle lenzuola ed un posto vuoto accanto a me. Mi giro improvvisamente e realizzo che Harry se ne era andato e nella casa regnava il silenzio più assoluto.

Mi passo una mano nei capelli e noto che c'è una letterina sul comodino. Lo prendo e leggo.

"Ehi, pinguina, non ti sei svegliata anche se la sveglia ha incominciato a suonare all'impazzata. Si vede che ieri hai faticato tanto per mettere in ordine tutta la casa, quindi, ho deciso di lasciarti dormire (anche perché mi dispiaceva svegliarti solo a guardare il tuo viso dormiente). Cerca di non stancarti troppo anche oggi.

Baci,
Harry. xox".

Dire che lui era dolce era davvero poco e amavo questo suo naturale comportamento verso di me. Sembra che sia nato per amarmi e non è per vantarmene, ma mi piace pensarla così. Prendo subito il cellulare ed inizio a scrivere un messaggio da inviargli.

"Grazie per non avermi svegliata, sei davvero dolce e amo quando fai così.

Buon lavoro,

Rose. xox".

Glielo invio e corro subito in bagno per farmi una doccia veloce e rinfrescante. La casa era rimasta pulita proprio come ieri, a parte la stanza dei bambini, ma io resto era lindo e pulito, quindi, stavolta mi sarebbe toccato mettere a posto solo la stanza dei bambini e alcuni panni che ieri non sono risciuta a mettere in lavatrice. Esco dalla doccia e avvolgo un asciugamano i capelli e mi metto addosso un accappatoio, per poi uscire fuori dalla stanza, portando con md il cellulare e vado nell'altra a prendere dei vestiti. Mi metto addosso l'intimo e un paio di leggins neri con sopra un t-shirt rosa salmone.

Il cellulare vibra e controllo subito.

"Di niente, grazie anche a te per darmi il dolce ;) ♥

Ci sentiamo più tardi,

Harry. xox".

Sorrido come un'idiota e mi asciugo immediatamente i capelli, passandomi una linea nera sottile sulle palpebre degli occhi e un rossetto rosa pesca. Mi metto una felpa bianca e delle scarpe da ginnastica, dopo essermi fatta una coda alta, ed esco di casa per farmi un giro qua intorno. Sono abbastanza sicura che non mi perderò. Non fa per niente freddo, siamo già a Giugno e l'estate sta iniziando ad arrivare.

Cammino e cammino, arrivando davanti una casa che mi sembra troppo familiare, ma rimuovo via il pensiero proseguendo diritto. Non so perché, ma un dolore, non fisico, si fa strada sul mio petto e delle lacrime si fanno spazio nei miei occhi. Non capivo la ragione di quell'improvvisa voglia di piangere e stavo iniziando a sospettare che fosse proprio per quella casa la causa di tutto ciò. Ma come faceva una casa qualunque farmi questo effetto? Non aveva niente di speciale a guardarla da qua.

Scuoto la testa e mi asciugo gli occhi, camminando via il più lontando possibile, ricordandomi ovviamente dove sono passata. Mi chiedevo anche perché avevo una memoria così forte se non ricordavo molto, prima che fossi stata investita da quel furgoncino. Il coma che è durato un anno, mi ha veramente messa male e non saremmo in questa situazione se non mi fossi impegnata tempo fa un pò di più per svegliarmi.

A volte, la vita era ritenuta ingiusta da tantissime persone nel mondo. Ed io, purtroppo, ne facevo parte.

Questo nuovo viaggio forse è da lezione per me e per quelli che mi stanno intorno, insegnandoci il valore della vita e che dobbiamo apprezzare ciò che abbiamo perché non sempre ogni cosa è eterna. Ugh, e da quando ho iniziato a farmi pensieri così profondi? Non riesco più neanche a riconoscermi.

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