Il 2 Novembre*

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Voi non immaginate la tragedia
Di chi, poraccio, nacque il 2 Novembre
Da quando, con un salto sulla sedia,
Un fesso urlò: «Sia "i morti" ora e per sempre!».

Io per l'appunto nacqui in quella data
E fin da allora il fatto mi tormenta.
E dire che mancava un'ora e trenta
A mezzanotte, pensa che inc...urvata!

Pensate alla sciagura ogni qualvolta
Arriva il tal de' tali e ti domanda:
«Quann'è er tuo compleanno, a Giòn Travorta?»
E tu già cerchi un treno per l'Uganda.

Per quanto tenti di cambiar discorso,
Dissimulando o offrendo una bevuta,
Ti tocca, prima o poi, l'amaro sorso
Di qualche infelicissima battuta.

«Sei nato morto, a Nì, me spiace un fracco»,
«Di certo hai la fortuna dalla tua!»,
«Sentite condoglianze, un brutto smacco»,
«Aspetta che me tocco, tacci sua!».

E dunque occorre vivere col peso
Di un'altra piaga in mezzo a più di mille,
Come se il parco già non fosse esteso,
Per via di qualche emerito imbecille.

Sommate a tutto questo un'altra cosa.
Io faccio di mestiere il commediante;
È come se er burino de Certosa
Rubasse 'n casa ar furbo lestofante.

Così ho studiato un modo per ovviare
A questa grossa infamia a modo mio,
Mi basterà soltanto trapassare
Esattamente il giorno mio natìo.




*una dedica al compianto Gigi Proietti.

Il Quieto FluireWhere stories live. Discover now