Il Molo

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Dischiuse fronti al barbaro passaggio
Di nivei rostri e chiglia rosso fuoco,
Divora smania ciò cui poco a poco
Dimesso Mar non seppe addurre oltraggio.

E scote e avvampa e sferza sibilante
Edace fiera in tenebro vascello,
Eietta magma e impone suo flagello
Empiendo il vago porto vacillante.

Si piega al suo avanzare il molo in piena,
Sprofonda in acqua al risoluto ormeggio;
Se un dì regnava quiete in suo barcheggio
S'imbatte e infuria omai l'attesa lena.

Il porto cede, ma cadendo avvolge;
Infaticato accoglie quel vigore,
Imbocca il frutto e quasi più ne molge.
Inerme par, m'adopra istesso ardore.

Ondeggia Mar, teatro della pugna,
Osserva attonito 'l fatal martirio,
O forse già nel suo profondo sogna
Ornar lo spirto di cotal delirio.

Il Quieto FluireWhere stories live. Discover now