L'Antimateria al potere*

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Giacché usurpaste il trono de l'Eccelso
E della sua incrollabile dottrina,
Prima d'armar tenzone avete perso;
Cadeste dalle fogne alla latrina.

Vi dico che difronte al raziocinio
Del Sommo Imperatore Severino
Avreste solo da inchinarvi e infino
Baciare i piedi al suo Discente Esimio.

Santini e 'l nome mio e fareste meglio
A non scordarlo, ché nei vostri panni
Farebbe comodo trovare appiglio
Ne' Santi, se intendeste fronteggiarmi.

Eterno è mondo in ogni suo momento,
Nulla diviene, nulla si trasforma,
Tutto s'estende all'infinito e evento
Tutto dimora nella stessa forma.

Altro da sé non saran mai gli essenti
Checché ne dican vostri nichilisti
Scienziati, logici, lacchè o veggenti,
Prefigurando scene da onanisti.

Chi crede che si perpetri in un nulla
Qualsiasi cosa in qualsivoglia istante,
E in questo assunto ignaro si trastulla,
È solamente feccia autonegante.

La chiuderei gozzovigliando a oltranza,
Però una cosa sola mi tormenta,
Lo dico, ma rimanga in questa stanza,
Che siano eterni pure Fosco e Denta!




*Il componimento trae ispirazione dagli "animosi" dibattiti filosofici intercorsi fra gli amici Angelo Santini, Fosco Loregian e Dario Dentamaro. Li ringrazio tutti infinitamente per aver dimostrato grande autoironia prestandosi a quelli che sono da intendersi unicamente come versi giocosi. Chiedo venia in anticipo per eventuali imprecisioni nell'esposizione di qualche passaggio tratto dalle teorie del filosofo Emanuele Severino, non essendo la filosofia mio campo di pertinenza specifico.

Il Quieto FluireWhere stories live. Discover now