«Dai, Ed, ricordi? È stato lui, comunque si chiami, a dirci di tornare a casa tua se non l'avessimo trovato qui» interviene Michi con tono rassicurante.

Così mi lascio trasportare e ci avviamo verso casa mia benché so che non è ancora passata un'ora come stabilito. Giriamo a destra all'angolo e non molto più avanti vedo due ombre scure, una chinata sopra l'altra, a terra. Il cuore comincia a battermi all'impazzata e mi avvicino correndo, con un brutto presentimento addosso. Quelle due figure sono esattamente quelle che speravo che non fossero.

Poco distante da loro c'è un'altra figura a terra: non si muove, come se fosse morto. E dal tanfo presumo proprio che sia morto, altrimenti sarebbe meglio per lui morire che avere un odore così sgradevole. Mi siedo al fianco di Zorro che sta cercando di fare la respirazione bocca a bocca a Sofia. In qualsiasi altra occasione mi avrebbe dato fastidio sapere che le loro labbra si sono toccate, solo che questa volta è diverso perché non c'è altro modo di salvarle la vita.

"Non lasciarmi, ti prego. Non può finire così."

«Ha ripreso a respirare» ci informa Zorro dopo un po', quando l'ansia mi ha ormai sopraffatto. «Presto, portiamola a casa tua» dice rivolto a me.

La solleva tra le sue braccia possenti e si incammina verso il mio appartamento. Vista così Sofia sembra ancora più piccola e indifesa: la sua pelle ha il colore grigiastro di chi ha appena combattuto con la morte. Il suo esile corpicino ha ricominciato a intromettere aria e il petto si alza e si abbassa velocemente. Gli occhi, che tiene chiusi, fremono e dalle labbra socchiuse esce un gemito.

«Cosa le è successo?» chiedo rivolto a Zorro.

«È stata aggredita, mi pare evidente. Ma forse non lo è abbastanza per te.»

Come potevo aspettarmi da lui una risposta diversa?

«Riformulo: chi l'ha attaccata?»

«Il Mutaforma.»

Non sembra volermi dare nessun'altra spiegazione.

«Ovvero?»

«È soltanto uno dei libri più spietati che esistano. Fa parte dei libri della Fenice: sono libri particolari che hanno la capacità di rinascere dopo due giorni dalle proprie ceneri, come le fenici. Nessuno sa quale sia il suo vero nome perché lui è conosciuto per la sua capacità di trasformarsi in qualsiasi cosa in qualsiasi momento, cosa che non è possibile per tutti gli altri libri del mondo. Tornerà di nuovo a cercarci. A meno che...»

«A meno che?» lo incalzo dato che non voglio che si fermi proprio ora che è diventato così socievole.

«A meno che io non trovi Magistra, una spada mitologica che si dice sconfigga ogni tipo di magia e, nel mio caso, ucciderà per sempre il Mutaforma.»

«E dove si trova?»

«Ho detto che è una spada mitologica, idiota, nessuno sa dove sia e soprattutto se esiste davvero.»

«Quindi, dimmi se ho capito bene, ti sei appena messo contro un cattivo cattivissimo come quello dei cartoni che può essere ucciso solo con qualcosa che probabilmente nemmeno esiste?» chiede Michi, usando quel tu che mi infastidisce molto perché vuol dire che se ne sta togliendo fuori o per lo meno che non ha intenzione di comprendere me in questa faccenda.

«Che facciamo adesso?» gli domando.

«Noi? Fermi un attimo, non esiste nessun noi. Nessuno ha chiesto il vostro aiuto.»

«Non puoi più escluderci» esclamo. «Ormai facciamo parte di una squadra e non ho intenzione di tornare indietro a casa mia facendo finta che non sia successo niente.»

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