45 ~ ED

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Il posto a Sconosciutolandia in cui dovremmo rifugiarci dagli eventuali attacchi nemici consiste in una casetta di pietra in un piccola radura in mezzo al bosco, lontano mille miglia da un centro abitato come si deve, dotato di supermercati o negozi alimentari. Meno male che Lex ha portato delle scorte di cibo, prevedendo che ci sarebbero state utili, altrimenti dovremmo percorrere non so quanti chilometri per trovare un posto dove poter fare la spesa. Ci troviamo proprio in un luogo sperduto in mezzo al nulla e mi sorprende anche solo il fatto di conoscerne l'esistenza. Zorro ne sa sempre una più del diavolo. Ma come cavolo fa a essere al corrente di tutti quei luoghi strani e dove trovare esattamente tutto quello che ci serve ogni santa volta? Fino a prova contraria è un libro di biblioteca e i libri non vanno a spasso. Credo sia così, almeno. Per me ha fatto un patto satanico in cambio della onniscienza.

Entriamo nella nostra nuova dimora per la settimana seguente. Dentro è spoglia e polverosa: ci sono giusto un tavolo e qualche branda pulciosa. In un armadio a muro ci sono alcune coperte che tiriamo fuori e scotoliamo per poterle utilizzare. Decidiamo che su un letto dormirà Sofia e per gli altri tre faremo a turno. Davanti all'ingresso c'è una piccola terrazza con una vecchia sedia a dondolo e, dopo averci messo una coperta per renderla più morbida, Sofia si siede su di essa, in modo da poterci vedere durante la nostra prima lezione su cosa si debba fare quando ci si ritrova una spada in mano.

«Molto bene, branco di rammolliti. Per le prime esercitazioni useremo dei bastoni come spade o correrò il rischio di dover combattere con una squadra di mutilati nel giro di cinque minuti» dice Zorro squadrandoci dall'alto in basso con enorme modestia, gonfiando il petto come un tacchino. Ci troviamo ognuno con il nostro ramo in mano che ci ha lanciato il Superuomo (che ovviamente non riesco a prendere al volo) e cominciamo l'addestramento.

Nel giro di cinque minuti sto già schiattando e gli altri non sono in condizioni molto diverse dalle mie. Quando Greg si becca una legnata sulle nocche e lascia all'istante il ramo per massaggiarsi la mano dolente, Zorro capisce che c'è bisogno di un po' di allenamento preliminare per diventare agili e scattanti e migliorare i nostri riflessi.

«Forse per iniziare dovremmo rafforzare un po' questi vostri muscoli flaccidi. Cinquanta flessioni e poi altri cinquanta addominali» proclama con fare autoritario.

Quasi mi aspetto che si tolga la maglietta mostrando a tutti noi poveri comuni mortali il suo fisico da palestrato e cominci a cantare come il capitano Shang di Mulan. Io mi sento pari a quei poveri soldati sottoposti a un duro allenamento.

«Uno, due, tre, ..., dieci, undici, dodici, ...»

Ma quanto diamine conta veloce! Come può anche solo lontanamente pensare che possa fare una flessione per ogni numero che dice?

«Che fai! Batti la fiacca?» esclama venendomi vicino.

Vorrei ribattere per mandarlo a quel paese, ma mi manca il fiato e devo trattenermi dall'insultarlo. Giurerei che, mentre mi sovrasta, sta ridendo della mia fatica e della mia incapacità. Me lo immagino con un sorriso di scherno stampato in viso e vorrei tanto strapparglielo dalla faccia a suon di pugni. Quanto mi irrita essere umiliato da quello sbruffone.

Devo ammettere che, almeno, il pensiero di dovergli dimostrare che non sono una femminuccia come pensa lui mi sprona a non mollare. Senza contare che lì, seduta sulla terrazza, c'è Sofia che mi sta guardando. Non posso proprio permettermi di fare una brutta figura.

Se giungo a fine giornata è solo per un miracolo. Mi sento distrutto, non ho mai faticato tanto in vita mia, e non oso pensare a quello che ci aspetta i giorni seguenti. Non sono certo che ce la potrò fare o se morirò prima per il troppo sforzo. Mi consola il fatto di non essere l'unico stravolto, come ben posso intendere a giudicare dalle facce degli altri.

Fuori da queste pagineWhere stories live. Discover now