Mi trovo una chiave d'argento tra le mani, grande quanto un pollice. Che sia quello che sto cercando? Tento di esporla il più possibile alla luce del lampione sulla strada per guardarla meglio. È sottile, molto elaborata, decorata con un bassorilievo rappresentante un drago, simile a quelli cinesi, che avvolge le sue spire attorno ad una croce allungandosi fino ad serpeggiare intorno alla stessa chiave e rendendo la sua superficie molto frastagliata. Me la infilo in tasca, poi tasto ogni superficie per accertarmi che non ci sia altro: deve essere quello che mio fratello voleva che io avessi. In preda a una forte agitazione ripercorro la strada a ritroso rischiando più volte di rompermi l'osso del collo. Quando atterro sulle mattonelle della via tiro un sospiro di sollievo: non posso credere di aver già terminato la mia missione e di essere sana e salva. O almeno spero di aver preso la cosa giusta. Sono pervasa dalla sensazione che sia stato tutto troppo semplice.

Il mio piano sfortunatamente non prevedeva cosa avrei fatto una volta uscita dalla biblioteca, così decido di andare verso casa di Ed perché sono certa che prima o poi torneranno lì. Continuo a nascondermi nell'ombra delle case perché, come ha detto Ed, c'è sempre qualcuno in agguato in queste vie che appaiono deserte. Intanto rimugino su quale serratura potrebbe aprire questa chiave. Di sicuro il disegno ha un significato, solo che per quanto mi sforzi non riesco a capire quale. Il drago so che è un simbolo cinese, forse dello Yang, il Bene. O almeno mi pare di ricordare sia così, ma non ne sono certa al cento per cento. La croce, poi, non so proprio come sia collegata al drago. Magari potrebbe avere un significato di tipo cristiano. Oppure potrebbe rappresentare la costellazione del cigno, la Croce del Nord. Oppure non significa assolutamente niente, è bello e basta.

Mentre sono qui a ragionare, sento un fruscio che mi mette in allerta. Mi guardo intorno. Un altro fruscio e un'ombra ai limiti del mio campo visivo. Mi sono lasciata distrarre dai miei pensieri scordandomi di stare nascosta, raso muro. Lo sapevo in fondo, non potevo credere sul serio di averla fatta franca. Mi giro, ma quell'ombra scura si è già spostata alle mie spalle. Con uno scatto fulmineo mi si lancia addosso e mi schianta a terra provocandomi una fitta atroce alla schiena, dopo si ritrae di nuovo. Il colpo mi mozza il fiato e mi ritrovo boccheggiante sulla via piastrellata, ad ogni respiro mi pare quasi di sentire le vertebre gemere per il dolore. Faccio giusto in tempo ad alzarmi e quella misteriosa figura mi è di nuovo addosso, facendomi volare contro un edificio a lato della via. Per fortuna mi sono lasciata a casa di Ed, nascosta sotto ad una mattonella traballante vicino ai piedi del divano su cui ho dormito negli ultimi giorni, sennò sarebbe ancor più facile ferirmi, sarei come un bersaglio con un gigantesco centro rosso, impossibile da mancare con la freccia.

Cado a terra tra la polvere del vecchio muro che si è sgretolato per l'impatto col mio corpo e mi rialzo ancora, in cerca di una via di fuga, sebbene mi costi uno sforzo immane. Vorrei solo rimanermene accucciata sul marciapiede a piangere ed aspettare la fine che so essere vicina e inevitabile, ma non posso, non posso proprio, devo vivere per me e per mio fratello ormai, non devo assolutamente morire. Quell'ombra, che non sono ancora riuscita a capire chi nasconda, mi ripiomba addosso facendomi sbattere contro un altro edificio. A quel punto mi si ferma davanti: è una bestia gigantesca a metà tra un lupo e un orso e puzza come se il suo corpo si stesse putrefacendo. Poi il suo aspetto muta sotto i mie occhi sbalorditi.

«Il Mutaforma» bisbiglio.

«Ma che perspicacia, mia cara.»

Il Mutaforma è conosciuto in tutte le biblioteche, la sua fama lo precede ovunque lui vada: è l'unico libro al mondo che sia in grado di cambiare aspetto a proprio piacimento. Ogni libro da piccolo deve scegliere che sembianze assumere quando la sua anima avrà imparato a entrare e uscire a suo piacimento dalle sue pagine e di solito una volta che si è deciso resta quello per tutta la vita. Il Mutaforma però è speciale, lui può cambiarla continuamente e viene chiamato solo per le questioni importanti. Si dice che sia spietato, senza cuore. Nella nostra biblioteca nessuno l'ha mai visto. Fino ad ora. Perché mai devo essere proprio io ad avere l'"onore" di questo incontro? Avrei preferito vivere tutta la mia vita senza sapere quale fosse il suo volto, anche perché in questo modo non so nemmeno se potrò vivere tutta la mia vita. Probabilmente no.

Fuori da queste pagineWo Geschichten leben. Entdecke jetzt