14° CAPITOLO

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"Se insisti e resisti,
raggiungi e conquisti"

Lo aveva promesso, aveva promesso che non avrebbe più bevuto ed invece continuava ad annegare il suo dolore Alessio era troppo arrabbiato e la colpa di tutto questo era solo mia.
Avevamo litigato, e dopo aver riattaccato fu come se la terra lo avesse ingoiato.
Le ore passavamo e di lui ancora nulla e più tempo passava e più la mia preoccupazione cresceva.

Continuavo a chiamare ripetutamente lui e suo fratello ma nessuno si degnava di rispondere.
Finalmente Christian rispose

"Ciao Lara, hai visto che ore sono?
dimmi"
"Ciao un cazzo, sono ore che chiamo,
dimmi dov'è Alessio, cosa è
successo? "
"Alessio ha avuto un incidente,non
posso dire altro, presto ti spiegherò
ogni cosa, adesso devo andare,
scusami "

Mi aveva detto che Alessio aveva avuto un incidente e mi liquida con dopo ti spiego?
Ormai era quasi l'alba ed io non avevo chiuso occhio, rimanere con le mani in mano non sarebbe servito a nulla, dovevo sapere e capire al più presto, così chiamai Ross.
"Lara, e appena l'alba, cosa è
successo?"
"Ancora non lo so, ma lo scoprirò
presto, prenota subito un volo per
Bologna "
"Va bene, ci vediamo dopo tu parla
con i tuoi "
"So cosa fare, tu non fare parola con
nessuno o ti cancello dalla mia vita"

Detto questo riattaccai, preparai velocemente il borsone e spiegai ai miei la mia imminente partenza, anche se poco convinti non mi ostacolarono dal momento che Ross mi avrebbe accompagnata.
Alle nove eravamo già sul primo volo, seduto accanto a me teneva stretta la mia mano, sapeva quanto io odiassi volare ma adesso non era questo a preoccuparmi.

"Lara, puoi farcela poi ci sono io con
te"
"Diciamo che non ho alternative, per
lui ho fatto davvero poco e questo è il
momento di iniziare"

Il volo sembrò non finire mai, sapevo che tornare lì non sarebbe stato facile, ma dovevo affrontare e superare le mie paure.
Arrivati a destinazione mi sentivo fuori luogo, sentivo non appartenere più a questo posto o forse non mi era mai appartenuto.
La mano sulla spalla del mio migliore amico mi riportò alla realtà

"Lara! Cosa vuoi fare?"
"Chiamo Chris"

Qualche squillo dopo

"Lara, dimmi "
"Dimmi? A te non devo dire nulla,
dimmi tu dove siete?"
"Basta, ti ho già detto che non è il
momento"
"Non sarai tu a dirmi quando è il
momento, sono appena
atterrata in questa maledettissima
città"
"Cristo, ascolti mai quando gli altri
parlano?"
"Sì, ma non prendo ordini da
nessuno, dimmi dove siete"
"E ricoverato "
"Arrivo, un ultima cosa Christian,
vaffanculo"

Detto ciò riattaccai.
Un taxi ci lasciò davanti all'ospedale e una volta scesa iniziai a correre, ma a distrarmi l' odore dell'ospedale invase le mie narici e senza volerlo andai a sbattere contro qualcuno.

Un uomo alto ben curato con i capelli lisci ed il ciuffo cadeva sugli occhi castani, un fisico perfetto, insomma davvero molto bello e indossava un camice, era un medico.
Iniziai a pensare che ci fosse stata una fusione tra questo ospedale e quello di Seattle, con la precisione con quello della serie di grey's anatomy, ok ero diventata scema.

"Salve, scusi se le sono venuta
addosso, ma visto che c'è forse
potrebbe aiutarmi"
"Buon giorno, mi dica pure"
"Potrebbe indicarmi la stanza del
dottor Ferri? "
"Certo la accompagno io, lei è Lara
giusto?"
"Sì "

Lo seguii in silenzio, sembrava una persona gentile e fredda allo stesso tempo molto controllata, un po' come Alessio.
Ero nervosa, tra poco avrei rivisto Alessio, sentivo il cuore come se volesse scoppiare, e quel dannato prurito era sempre più insopportabile.
Come a percepire il mio stato d' animo il giovane medico si fermò

"Signorina, lei e troppo agitata non va
bene così né per lei, né per Alessio,
inoltre smetta di torturarsi le mani,
beva un bicchiere d'acqua e faccia un
lungo respiro"

Dopo aver fatto ciò che mi aveva detto mi invitò di nuovo a seguirlo e qualche minuto dopo si fermò davanti ad una delle tante stanze e dopo aver chiesto il permesso per entrare disse:

"Collega, hai visite "

Una volta dentro ebbi un flash back di me distesa su quel letto, lui che passava le notti insieme a me...ma stavolta era lui quello disteso sul letto, aveva l' aria stanca, era pallido e portava una mascherina dell'ossigeno e nell' indice una piccola molletta che di sicuro teneva sotto controllo la sua saturazione.

I suoi occhi incontrarono i miei e li un turbine di emozioni contrastanti, rabbia, stupore.
Nella stanza un silenzio pesante anche se i nostri occhi urlavano di tutto.


Mi soffermati sul viso, sullo zigomo aveva un livido e l' occhio era gonfio e sul labbro aveva dei punti.
Con fare lento e quasi spaventata mi avvicinai a lui e mi accorsi di come le nocche delle sue mani fossero anche peggio, poi sotto voce dissi

"Ciao, cosa è successo? Perché?"

Mi guardava senza dire nulla, continuava a muoversi e nonostante tutto era bello da morire

"Alessio, sono qui, parla dimmi
qualcosa"
"Lara, come è possibile che tu faccia
sempre l' opposto di quello che ti
viene detto"
"Come scusa? Mi stai dicendo che la
mia presenza non e di tuo
gradimento? Vado via se è quello che
vuoi"
"Non ho detto questo, non mettermi
in bocca parole che non ho detto"
"Se e così perché non riesci neanche a
guardarmi negli occhi?"
"Lara, guarda i miei occhi e dimmi
cosa vedi"

Finalmente quella luce che mi era tanto mancata e nella quale amavo perdermi e li ed era per me

"Per favore dimmi cosa vedi?"
"Vedo tante cose, tra queste anche il
tuo disappunto sul fatto che io sia
qui"
"Tu non capisci... "

Seduta al suo fianco speravo che dicesse qualcosa o meglio mi spiegasse, ma nulla poi l'arrivo di Christian e Ross.

"Ciao Lara, ben tornata!"
"Vaffanculo Christian"

Il mio saluto scatenò una risata generale dei presenti e vedere sorridere Alessio fu come ritornare a respirare.
Nessuno parlava, così presa dalla rabbia che dovevo anche contenere per il bene di Alessio decisi di andare a fare due passi e uscire da quella stanza
"Vado a fare due passi, magari il
medico che mi ha accompagnata qui
e meno omertoso di voi"

A quelle parole Alessio si alzò in piedi senza riuscire a raggiungermi perché cadde a terra sopraffatto dai dolori.
Con l'aiuto di Chris e Ross lo aiutarono a stendersi sul letto, ma i dolori erano troppo forti

"Alessio, smettila non sei un
supereroe"

Continuava a contorcersi così ordinai al fratello di chiamare qualcuno.
Il dottore entrò e di conseguenza noi uscimmo fuori.
In preda al panico, alla paura continuavo a fare su e giù per il corridoio e Chris ebbe la brillante idea di seguirmi

"Per favore fermati un attimo"
"No, non è il momento e poi non ne
ho voglia"
"Smettila, io ho fatto quello che mi ha
detto Alessio, non era compito mio
raccontarti ma suo"
"Ma che bravo, ti giustifichi
addossando la colpa solo ad Alessio e
questo non vuol dire che lui non
abbia colpe"

Non disse altro anche perché era consapevole che continuare era inutile.
Al momento solo di una cosa ero certa che la colpa della totale disfatta della mia vita e quella di Alessio fosse mia.
Dopo tempo il dottore uscì dalla stanza, e spiegò ogni cosa

"Ascoltatemi bene, la situazione non è
delle migliori, Alessio è molto agitato
ha due costole rotte e una ha
danneggiato un polmone, ha un
emorragia interna.
Volevo che rimanesse solo, ma come
sapete e testardo e se non avessi
acconsentito di far rientrare Lara
avrebbe firmato le dimissioni e
questo non posso permetterlo.
Lara può entrare ma eviti di farlo
agitare"
"Non è questo che voglio e se crede
che la mia presenza possa essere un
motivo di agitazione per Alessio non
entrerò"
"Signorina se avesse provato ad
ascoltare e capire ciò che ho detto
non avrebbe risposto così, quindi
smettiamola con chiacchiere inutili e
raggiunga Alessio"

Prima che potessi rispondere mi aveva già voltato le spalle ed era andato via ed io feci lo stesso, ma nella direzione opposta che portava alla stanza di Alessio.

Every breath you take ( Sequel Di "Le Sfaccettature dell'amore" ) Where stories live. Discover now