11° CAPITOLO

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L'estate continua a scorrere, la mia scelta era stata quella di non viverla e stare a guardare da lontano le spiagge affollate il sole ed il mare, per quanto fosse difficile ma tutto questo racchiudeva troppi ricordi belli e allo stesso tempo dolorosi.
Preferivo vivere la spiaggia durante la notte, quando intorno a me solo silenzio e il fascino dell'oscurità, dove a tenermi compagnia solo la luna e il suo continuo specchiarsi sul mare insieme al suono delle onde che testarde continuano ad infrangersi sugli scogli.

Christian spesso a tenermi compagnia, con lui parlare era facile, inoltre ormai lo definivo il mio informatore segreto, perché in tutto quello dove Alessio continuava ad essere vago, Christian me le chiari a anche se in alcune cose percepivo la sua poca sincerità.

Avevo impegnato le mie giornate in modo da non avere tempo per pensare, tra questi impegni oltre alla palestra ed il corso, il mio lavoro dove il capo, se così si poteva definirsi era un mio amico d'infanzia nonchè proprietario di una delle più rinomate scuole di ballo latine dove amavo passare qualche ora.

Ero sempre stata affascinata da questi balli e tutto ciò che tramite il linguaggio del corpo riuscivano a trasmettere, passavo un paio di ore al giorno li, volevo imparare il tango. Tanti erano i motivi per il quale ero sempre stata attratta da questo ballo, uno dei tanti era perchè non era fatta da soli e semplici passi, a differenza di altre era una danza fatta da molta gestualità sensuale, da giochi di sguardi e movimenti intensi, in altre parole era uno di quei balli dove il linguaggio del corpo e l'intensità degli sguardi erano un potere assoluto, diventando così nel tempo uno dei balli più rivoluzionari.

Con Alessio sembrava di stare su un'altalena, dove a volte mi sentivo così vicina tanto da riuscire a toccarlo e avvicinarlo a me e altre l'esatto opposto. Capitava che non rispondesse ai miei sms, volevo credere che fosse dovuto al fatto che passasse troppo tempo in palestra, ma non riuscivo a spiegare il motivo per quale fosse vago, distante, riuscendo sempre ad evitare alcune delle mie domande, una più di tutte era se fosse al lavoro, ma la risposta era sempre la stessa "NO"

La mia curiosità era sempre di più , speravo che Christian mi aiutasse a placare tutto questo ma non fu così, a fatica decisi di mollare la presa e provare a concentrarmi sul ballo. Concentrata sui movimenti e la gestualità del ballo, ma non permettevo comunque nessuno di avvicinarsi ne tanto meno di toccarmi, ma non per paura, ormai grazie al corso ero molto sicura, la mia era una scelta.

Pensavo spesso alla mia vita al momento non bellissima, tutto era cambiato soprattutto io, il ballo era diventato la mia cura, tutto ciò che racchiudeva aveva fatto si che la mia autostima crescesse anche se i segni della mia vitiligine erano sempre più evidenti.

In questo ballo riuscivo a dare il meglio, quando immaginavo di avere di fronte a me Alessio con il quale intrecciavo il mio corpo al suo, tutto diventava perfetto.

A svegliarmi il mio maestro di ballo Luca, l'unico a cui era concesso di ballare con me in un certo modo senza provare alcun fastidio, come insegnante era severo e pretendeva il massimo, come datore di lavoro era un vero e proprio spasso.
Il giorno dell'esibizione era ormai vicino, anche se per me più che un'esibizione la consideravo più una festa in maschera, ma Luca non era d'accordo.

"Lara, sei pronta per il grande
giorno?"
"Esagerato"
"Non minimizzare, lo sai che ci tengo" "Si che lo so, non ti scaldare, piuttosto
spiegami tutto"
"Dovrai indossare un vestitino rosso,
con una maschera che ti copra gli
occhi, anche se un vestitino bianco ti
si addice di più dato che sembri uno
yogurt scaduto "
"Simpatico, ma i ragazzi? "
"Che ti importa tanto tu sarai a
scegliere il tuo compagno!"

Continuare quel discorso era inutile, dopo averlo salutato mi avviai verso casa e strada facendo chiamai Chris

"Christian buona sera, che combini di
bello?"
"Ciao straniera, io vado ad una festa
in spiaggia tu?"
"Io non faccio la bella vita come te,
vado a lavoro"
" Definire il tuo un lavoro mi sembra
esagerato, un pub, sul mare con la
musica a palla e un mare di gente lo
definisci lavoro?"
"Chiacchiere, invece parliamo di
Alessio, lo sento distante, non ci
sentiamo spesso, credo che mi
nasconda qualcosa"
"Ti rendi conto che parliamo sempre
della stessa cosa? ti ho già detto che
non è un buon momento per lui,
soffre tanto e tutto questo dolore lo
ha trasformato in una persona fredda
e stronza e purtroppo beve molto"
"C'è dell'altro?"
"Non credo spetta a me raccontarti di
lui, se vorrà sarà lui a farlo"

Every breath you take ( Sequel Di "Le Sfaccettature dell'amore" ) Where stories live. Discover now