28°Capitolo

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                         "In amore non vince chi                             fugge, vince chi    
                           abbatte i muri,
                           chi lotta...
                           Se fugge non è mai
                           stato amore"

Joele non aveva detto nulla di più, le uniche cose chiare erano uno che Daniel era stato il responsabile di tutte le mie disgrazie ed inoltre era ovvio che fosse una persona pericolosa, ma nessuno di noi riusciva a spiegarsi il comportamento e le scelte di Marco.

Confusa non riuscivo a venirne a capo, come me neanche gli altri, così stanca richiamai l'attenzione di tutti

"Ragazzi basta, è impossibile venirne
a capo in questo modo, l'unica
soluzione è che io torni a Bologna"
"Dai, mi chiedo come nessuno ci abbia
pensato, di sicuro Daniel sarà
disponibile e sincero"

Replicò Alessio ironico

"Pensi di essere spiritoso? Lo so che
non sarà facile ma devo provarci"
"Si, ottima scelta davvero"
"Alessio smettila, devo farlo se voglio
arrivare alla verità"

Alessio ormai fuori di sé uscì dalla stanza sbattendo la porta alle sue spalle, ed io dopo aver indossato una giacca lo seguii, per fortuna la corsa fu breve e una volta raggiunto

"Alessio non rendiamo tutto più
difficile di quanto già non lo sia"
"Perché adesso sarei io a complicare
  le cose?"
"Non ho detto questo?"
"No? Allora arriva al dunque"
"Lo capisci che ho bisogno di
risposte? Cosa c'è di sbagliato in
questo? "
"Nulla, credo che di risposte tu ne
abbia avute, perché aggiungere altro
dolore"
"Forse hai ragione, ma io voglio un
confronto con loro"
"E assurdo, pensi che Daniel lo faccia
e sia sincero?"
"Non riesci a capire perché al
momento non sei lucido"
"Come potrei esserlo, ha chiesto ad un
pazzo più di lui di molestarti, lui ha
fatto lo stesso e dovrei essere lucido"

Continuammo così per un po', sembrava una partita di ping pong dove nessuno riusciva a segnare il punto decisivo.

"Alessio scappare ogni volta che si
presenta un problema non è l'ideale,
cavolo dovremmo provare a risolvere
i problemi"
"Proprio tu sei a dire questo? Ho solo
preso esempio dalla migliore, non
vorrei andare oltre"
"Il tuo oltre non è difficile da capire,
so di esser stata la prima a sbagliare e
non voglio commettere gli stessi
errori, voglio lottare e voglio farlo
insieme a te"
"Pensi questo?"
"No, ma devi imparare ad accettare le
mie scelte, che saranno sempre
dettate dall'istinto e mai dalla
razionalità"
"Ho sempre accettato le tue scelte
anche quando hai scelto per
entrambi"

Era ovvio che entrambi avessimo il bisogno di esternare tutto ciò che portavamo dentro da un po', chiarii anche che non ero intenzionata a dire nulla ai miei genitori evitando così loro altro dolore e preoccupazioni inutili

"Lara stai ripetendo lo stesso errore"
"Credi mi piaccia mentire ai miei
genitori? Ma come posso dire loro
che la persona che ho portato a casa
mia è la stessa che mi ha molestato e
ha consigliato ad altri di farlo, come
credi che reagirebbe mio padre? Te lo 
dico io prenderebbe il primo volo"
"Pensi che gli permetterei di farlo?
Lara parli sempre di affrontare i
problemi insieme ma poi agisci come
se non avessi nessuno"
"Non è così, ma devo proteggerli"
"La, la vita come le scelte sono tue"

Una volta tornati dagli altri, dissi a loro la mia scelta e dalle facce era evidente che non approvassero ma decisero di non dire nulla.
Il giorno seguente fummo tutti bravi nel recitare la parte, anche se un fondo di verità c'era anche in quella recita ed era quella che volevamo godere di quell'ultimo giorno senza pensare a domani.

Durante il pranzo avvisai i miei genitori della mia imminente partenza e anche se straniti non replocarono, ma era evidente che la notizia li avesse turbati, ma ero sicura che anche sta volta sarei riuscita a rialzarmi, del resto spesso mi ero ritrovata a toccare il fondo, ma ero sempre riuscita a risalire, anche se ogni volta tornare a respirare era sempre più difficile.

Il volo sembrò non finire mai e una volta toccato sapevo cosa mi aspettasse.
Saliti in auto tra me e Alessio a dividerci un muro fatto di silenzio nonostante le infinite cose che avremmo potuto dire ma nessuno lo fece.
Arrivati a casa una volta entrati e chiusa la porta riempii i polmoni di quell'odore che mi era mancato,
quell'odore chiamato casa, poi mi tuffai nel suo abbraccio e quasi sussurrando dissi

"Tieni stretta e non lasciarmi più
andare via"
"Non è stata mai intenzione mia farlo,
ma se ti avessi costretto a farlo non
sarebbe stato amore"
"Spero che tu possa perdonare i miei
stupidi errori dettati dalla solo dalla
paura"

Il tempo che passai tra le sue braccia nessuno dei due lo quantificò, le sue braccia per me erano la mia ancora di salvezza, il mio porto sicuro lui la mia casa.

Passammo il pomeriggio a chiacchierare, fino a quando non arrivò al punto

"Lara posso sapere cosa hai in mente
di fare?"
"Non ho un piano, voglio solo parlare
con entrambi"
"Come puoi fidarti di loro"
"Chi ha parlato di fiducia ma sono
sicura che Marco avrà una
spiegazione, Daniel sarà solo
costretto"
"Daniel sarà sempre il solito sbruffone 
egoista e non ammetterà mai nulla"
"Forse andrà così ma Marco non è
Daniel di questo né sono sicura"

Continuare questo discorso non avrebbe portato a nulla, del resto come biasimarlo, i fatti erano evidenti.
Distesi a letto mi feci cullare dal suo abbraccio dove riuscii a dormire senza avere quei soliti incubi che mi accompagnavano e con i quali convivevo ormai da un po'.

Every breath you take ( Sequel Di "Le Sfaccettature dell'amore" ) Where stories live. Discover now