Capitolo 1

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Chloe

<<Chloe>> mia madre entra in stanza e posiziona le magliette stirate sopra il letto.
<<Come stai?>> mi chiede, <<come devo stare secondo te?>> ribatto e lei mi guarda con un'aria triste. Con calma, viene a sedersi insieme a me sulla panca ed io distolgo lo sguardo, guardando fuori dalla finestra.
<<Perché non vieni giù? C'è una persona che vuole vederti>> ammette con un lieve sorriso sulle labbra, ed io mi giro di scatto verso di lei.
<<Quante volte ti devo dire che non voglio vedere nessuno? Mi sembrava di essere stata chiara sulla questione di Noah e credevo che avessi capito che avevo bisogno di stare da sola>> rispondo incazzata, <<non è Noah, è un'altra persona. Io fossi in te scenderei. Ti sta aspettando da tre ore Chloe, e ha bisogno di vederti>> confessa, <<se è Dylan mandalo via, perché se non lo farai tu lo farò io>> l'avverto, <<no, non è lui>> mi tranquillizza mia madre.
Speravo in una risposta del genere, ma da una parte ci sono rimasta male. Ancora non ci credo che abbia deciso di lasciarmi andare, pensavo che mi amasse davvero e che volesse combattere per il nostro amore, ma quanto pare mi sbagliavo. Ero io l'unica a crederci, e a questo punto mi chiedo da quanto tempo per lui era già finita la nostra relazione.
<<Bene, allora vengo>> mia madre si alza ed io la seguo. Non appena scendo al piano di sotto, vedo una sagoma girata di spalle seduta sul divano. Riconosco subito la camicia bianca di lino che porta sempre, le scarpe marroni e il taglio di capelli. <<Eccoci qui>> dice mia madre e la figura di gira.
<<Chloe...>> gli occhi di Smith si illuminano quando mi vedono.
Non mi muovo, non parlo, non fiato. Rimango ferma immobile, non sapendo come reagire.
Le lacrime che finalmente erano scomparse ormai da qualche ora, iniziano di nuovo a darmi fastidio all'interno degli occhi.
Sento il loro bisogno di uscire e di inondare il mio viso, ma in questo momento non ho nemmeno la forza di sforzarmi nel farle tracimare dai miei occhi.
Non appena me lo ritrovo a un passo da me, fa incastrare i nostri occhi, prendendomi il viso con entrambe le mani e avvicinandolo al suo.
Appoggia la sua fronte sopra le mia ed io mi alzo in punta dei piedi per cercare di arrivare alla sua altezza.
<<Perché te ne sei andato?>> chiedo di botto, <<non avevo altra scelta, perdonami ti prego>> mi stringe forte a lui ed io posiziono la testa nell'incavo del suo collo.
Scoppio e piangere e affogo i singhiozzi in lui.
Mia madre gira intorno alle nostre figure abbracciate e quando me la ritrovo davanti, mi asciuga le lacrime con un pollice.
<<Dovevi restare>> dico staccandomi da lui, <<lo so, ma ho avuto paura. Non avevo un lavoro stabile e stavo ancora finendo i miei studi, per di più ero troppo giovane per avere un figlio e quando tua madre mi ha detto che aveva intenzione di tenerti, ho agito di impulso e me ne sono andato. Ho sbagliato e con questo non mi sto giustificando, non ho scuse e lo so, ma ti prego dammi una possibilità>> dice lui in tono supplichevole, asciugandomi le lacrime.
Una possibilità.
Questo è quello che mi sta chiedendo.
Da quante volte ho sentito questa parola, non ne posso più di sentirla dire in continuazione dalle bocche delle persone che mi stanno vicino. È diventata una delle parole che più odio ascoltare. È una vita che do seconde, terze, quarte possibilità alle persone e poi alla fine l'unica cosa che mi viene dato in cambio è l'indifferenza, la freddezza e la cattiveria che hanno in corpo. Non sto parlando ovviamente solo di mio padre, anche se devo ammettere che aveva ben diciannove anni per venirmi a chiedere una possibilità, ma ha preferito non farlo e devo accettarlo ormai.
In tutto ciò sto parlando anche di Dylan.
Gli ho dato migliaia di possibilità, l'ho perdonato anche quando non avrei dovuto, e ho sbagliato. Basta vedere come mi sono ridotta e come mi ha ridotto lui.
<<Hai avuto diciannove anni per venirmi a chiedere una possibilità, e non l'hai fatto. Perché?>> chiedo, <<ho provato a cercarti in tutti modi, e in parte ci ero anche riuscito. Quasi dieci anni fa venni in Italia, ero venuto solo ed esclusivamente per cercarti, però quando arrivai davanti a quella che un tempo era la tua casa, non ti trovai.
Delle persone mi dissero che vi eravate trasferite in America, tu e tua madre da sole, e da quel momento non sono più riuscito a rintracciarvi. Ho provato in tutti modi, ho telefonato un sacco di volte ai genitori di tua madre, e ho anche chiesto a mia madre di aiutarmi: ma nessuno è riuscito a fare niente.
I genitori di tua madre ormai mi odiano, e non li biasimo visto che anche io odierei una persona che ha abbandonato mia figlia, così da un momento all'altro, ma ti giuro che ti ho sempre cercato. Tutti questi anni non ho mai smesso di pensare a te e sono stato malissimo quando ho saputo che vi eravate trasferite qui in America>> dichiara e poi si gira verso mia madre.
<<In parte Chloe è stata anche colpa mia.
Ti ho tenuto all'oscuro di tutto perché avevo paura che lui ti volesse tutta per sé, che volesse quello che è mio. Ti ho cresciuta io, sei stata e sei la persona più importante della mia vita e non vorrei mai perderti. Per nulla al mondo. Però è giusto che tu gli dia una possibilità di rimediare a tutti i suoi errori, anche se io non sono d'accordo. Adesso devo smettere di pensare a me stessa, devo pensare molto di più a te e alle tue esigenze. Mi dispiace non averlo fatto prima e mi dispiace di essere stata sempre una madre scorbutica e rigida, ma ti ho spiegato il motivo>> aggiunge mia madre.
Quando ritorna guardare mio padre mi perdo nei suoi occhi lucidi. Sono uguali hai miei, stesso taglio di occhi, stesse iridi, stessa intensità. È uno spettacolo a dir poco meraviglioso, e aspettavo di vederlo ormai da anni. <<Mi dai una possibilità di dimostrarti che ti amo più di qualsiasi altra cosa?>> mi accarezza delicatamente una guancia ed io annuisco.
<<Però...>> inizio a dire, <<non aspettarti che sarà tutto semplice. Devo ancora abituarmi all'idea di averti per la prima volta nella mia vita, e se devo dirla tutta... Io.. Be' ecco, non mi sento di essere tua figlia>> confesso e lui si incupisce, <<c-come non t-i senti di essere mia figlia... Si che lo sei>> ribatte lui, <<Chloe ma cosa stai dicendo? Sono stata solo con lui, è stato il mio primo amore e l'unica persona che io abbia mai amato>> interviene subito mia madre, <<non ho detto di non essere tua figlia, ho solo detto che non mi sento tale. Cerca di capirmi per piacere. Sei apparso dopo diciannove anni, non so niente di te e tu non sai niente di me. Fino ad una settimana fa vedevo entrambe le figure, sia quella paterna sia quella materna, in mia madre e da adesso in poi sappiamo tutti che non sarà più così.
Come faccio a mettere da parte tutte queste cose? Anche se volessi mi risulterebbe difficile>> ammetto, <<vuoi fare un test di DNA?>> chiede Smith, <<no, mi fido. Almeno che non voglia farlo tu>> lo guardo e lui scuote la testa.
<<No, certo che no. So per certo che tu sei mia figlia, io e tua madre ti abbiamo fatto con tutto l'amore di questo mondo Chloe.
Sei identica a noi. Fisicamente a me, infatti guarda come siamo belli e caratterialmente a lei>> scherza lui alla fine.
<<Stai forse dicendo che sono brutta?>> mia madre lo guarda male, ma entrambi capiamo che sta scherzando, <<no, sei bellissima. Proprio come vent'anni fa, quando ci siamo conosciuti>> Chris la guarda e lei assume una faccia timida e impacciata.
Chissà com'erano vent'anni fa.
Mia madre non mi ha mai parlato del loro amore, ma non la voglio incolpare per questo.
Immagino che non sia per niente gradevole parlare dell'uomo che ti ha spezzato il cuore, una volta dopo aver scoperto che aspettavi un bambino da lui.
<<Mi innamorai di te subito>> aggiunge, <<Chris non mi sembra il momento>> gli fa notare mia madre, grattandosi nervosamente la testa, <<hai ragione, scusami. Però voglio che nostra figlia si auto convinca che non è stata un'errore e che mai lo sarà per noi. Sei stata inaspettata, questo si, ma non di certo un'errore. Sei stata il frutto del nostro amore e lo sarai per sempre>> dice mio padre riportando lo sguardo su di me.
Annuisco con un sorriso ampio e poi dice: <<Quindi è ufficiale? Seconda possibilità concessa?>> chiede speranzoso ed io annuisco.
Sorride come un'ebete e poi mi alza da terra, facendomi girare.
Non appena mi lascia a terra, guardo mia madre e noto che ha distolto lo sguardo.
<<Non cambierà niente, te lo prometto>> la rassicuro andando da lei e poi l'abbraccio.

Nothing more 3 || un nuovo inizio Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ