capitolo 83

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Wyatt Pov's

Dopo cena alcuni se ne andarono sul divano, altri come me e Millie rimasero al tavolo a parlare.

Sentivo una punta di rabbia nel mio corpo mischiata alla tristezza. Gli altri non facevano altro che peggiorare la situazione.

Mi guardavano apprensivi, mi chiedevano ogni due per tre se stessi bene, appena aprivo bocca tutti si giravano a guardarmi. Avrei tanto voluto alzarmi e urlare "Ehi, mio padre è morto! La supererò come sempre!!" Ma non lo feci

<... Quindi Wyatt, ti ringrazio per non aver detto nulla!> concluse Keean risvegliandomi ed io gli sorrisi ironicamente.

Millie però mi diede uno schiaffo sul braccio <Ahia! Mills!>

<Non hai detto a nessuno che lui non sarebbe venuto! Stronzo!>

Ridacchiai stringendola tra le mie braccia <Scusa amore!> le baciai una guancia e lei alzò gli occhi al cielo sorridendo.

<Come si fa ad odiarti.> borbottò tra sé e sé.

Girai lo sguardo verso il mio ragazzo che abbracciò Sophia di scatto e lo trovai adorabile, poi mi rivolsi di nuovo a Keean <Devo mentire di nuovo?>

Lui mi guardò <No... Dirò io a Jaeden che dovrò andarmene domani... Tanto ci rivediamo a dicembre. È che questi esami mi stanno uccidendo ed è più difficile se non vivi in prossimità del college.> spiegò.

Annuii <Perché non ti trasferisci lì? Te l'ho detto, sarebbe molto più comodo.> intervenne Maya.

<Preferisco di gran lunga stare con voi, piuttosto che andare a vivere là.> ribatté dandomi uno sguardo di sottecchi come a non volersi fa vedere, ma invece io me ne accorsi e strinsi i pugni.

Stetti in silenzio con le braccia ancora intorno alle spalle di Millie. Gli altri continuarono a parlare non smettendo di lanciarmi occhiate ad intervalli regolari ma invece io puntai il mio sguardo sull'orologio e rimasi a fissarlo per un tempo indefinito.

<Ehm io...- tutti si girarono verso di me come se avessi urlato "AIUTO", era strano come ogni volta che arrivasse il due Novembre tutti diventassero premurosi. Mi trattavano come un bambino bisognoso di aiuto e mi dava fastidio -Smettetela di guardarmi così!> mi alzai sotto i loro sguardi confusi e mi avvisi in salotto.

<Piccolo, ce ne andiamo!> dissi risoluto prendendogli un polso e facendolo alzare dal divano.

Jaeden inarcò un sopracciglio. Sophia invece mi guardò prima di mettermi una mano sul braccio facendomi voltare verso di lei.

<Wyatt, stai bene?> mi chiese.

<Mi fate sempre la stessa domanda. Ma aggiornate il vostro vocabolario! Sto benissimo, non vedo perché non dovrei!> sbraitai. Il mio ragazzo sgranò gli occhi, era l'unico nella stanza a non sapere tutta la storia.

Ormai avevo tutti gli sguardi puntati addosso, nessuno distava. La rossa di alzò <Wyatt stai tranquillo.>

<No! Non sto tranquillo! Dovete smetterla di trattarmi come un bambino, di sospirare nella mia direzione e di guardarmi come capiste come mi sento. Nessuno capisce come mi sento! Solo io!
E solo io posso farmi stare bene, è inutile che ci provate con le vostre stupide domande. Quindi se volete veramente aiutarmi siate come al solito. Per una volta che dovete fare i coglioni, fatelo e basta!> sbottai afferrando subito dopo la mano di Jaeden e uscendo da lì.

<Wyatt...> fece Jack in un ultimo tentativo di farci rimanere, ma fu tutto inutile.

Uscii di fretta trascinandomi il mio piccolo dietro <Wy... Aspet... Ti prego...- non lo ascoltai e cercò di divincolarsi dalla mia presa. Essendo però io molto più forte non ci riuscì -Wya... A-amore, fermati un attimo.>

A quelle parole dette tremolanti spalancai gli occhi e mi bloccai di colpo lasciando la sua mano.

Eravamo fermi in mezzo alla strada a fissarci negli occhi. Dopo un po' lui serrò le labbra abbassando lo sguardo, come al solito.

Si avvicinò un po' <C-come mi hai chiamato?> balbettai mentre mi arrivava davanti.

Ignorò le mie parole <Mi dici che cos'hai?> chiese insicuro.

Sospirai passandomi una mano sul viso <Domani è il 2 Novembre...> cominciai.

<È per tuo padre?> mi bloccò lasciandomi senza parole.

<E... E tu... Tu come...>

<Vivo con te, Wyatt... Non credo che tuo padre sia partito per lavoro senza che tua madre lo nomini... O senza che tu o le tue sorelle gli facciate una chiamata.> disse abbozzando un sorriso.

Ed ecco che si dimostrava il più forte tra i due...

Abbassai il capo <Due anni fa... Io e Finn ci eravamo messi nei guai con delle persone in una discoteca e mio padre era venuto a prenderci... Mentre guidava noi avevamo una paura matta del fatto che potesse essere arrabbiato; è sempre stato un tipo con la mentalità aperta e appena in macchina credevo che ci avrebbe sgridati, invece si è messo a ridere chiedendo cosa avessimo combinato.
Al primo semaforo un furgone non ha rispettato il rosso e ci è venuto addosso. Mi sono risvegliato in mezzo a grida e urla, la macchina era sottosopra, i finestrini spaccati e sporchi di sangue, Finn era steso sul tettuccio mentre io ero tenuto al sedile con la cintura a testa in giù... Mio padre era riuscito a slegarsi, era ferito gravemente ma fece di tutto per raggiungermi.- in un attimo il ricordo riaffiorò alla mia mente provocandomi una leggera fitta -L'ultima cosa che ricordo sono le sirene dell'ambulanza e mio padre che mi sorrideva... Mi sono risvegliato il giorno dopo in ospedale con mia sorella che dormiva accanto a me e mia madre sulla poltrona... Mi disse che papà era morto.- avevo gli occhi lucidi, parlavo senza guardarlo -Così adesso andiamo... O almeno, io vado a trovarlo solo tre volte l'anno. Il giorno del suo compleanno, la data della sua morte e il due Novembre. Mentre le mie sorelle e mia madre ci vanno più spesso... Ma io non ci riesco... L'unico che potrebbe capire il mio dolore è Finn che mi accompagna ogni volta al cimitero... Ma non so perché oggi sembra totalmente indifferente a ciò che lo circonda se non per Jack. Sembra che lo tenga al guinzaglio come un cagnolino... E io sono... Stufo di farmi trattare come un vaso di porcellana dagli altri, sono distrutto, ma non crollerò da un momento all'altro, poi Finn non ci sarà domani e...> non feci in tempo a finire che Jaeden mi baciò stringendo la mia felpa in due pugni.

Era un bacio dolce, che servì di molto a calmarmi. Ricambiai prendendogli il viso tra le mani.

Ci staccammo solo per riprendere fiato e feci un respiro profondo mentre lui congiunse le nostre fronti.

<Ci sono io!> disse guardandomi negli occhi... E per una volta mantenne il contatto visivo.

Spostai il peso da una gamba all'altra continuando a guardarlo con una famelica voglia di farlo mio, proprio in quel momento. Lo baciai un'altra volta, in maniera più casta.

Poi restammo in silenzio per un po' <Come mi hai chiamato prima?> ghignai alla fine e lui sgranò gli occhi arrossendo.

<C-come?>

<Mi hai sentito!> quanto amavo metterlo in soggezione.

Cercò di girare il viso ma glielo fermai con una mano voltandolo nuovamente verso di me <Ripetilo!> dissi in un soffio.

Lo vidi rabbrividire <N-non... Possiamo andare a casa?>

<Ah, ah... Ripeti!> dissi sorridendo malizioso.

Tremò leggermente e poi prese un bel respiro <A-amore... Possiamo andare a casa?> divenne ancora più rosso alzando gli occhi ed io sorrisi.

<Dio se ti amo!>














Davvero! Perdonatemi!

Sono stata impegnata! Scusatemi tantissimo!

Ci vediamo domani.💕

I'm In Love With You! || JyattWhere stories live. Discover now