capitolo 56

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<Da quanto tempo sta così?>

<Non lo sappiamo... Potrebbe essere un paio d'ore...>

<Noi eravamo svegli alle cinque. Mi pare che anche Finn lo fosse. Non me ne sono reso conto.>

<NO!>

<Lasciare che un ragazzo prenda così tante pillole!>

<È un drogato!>

<FINN!>

<Possiamo vederlo?>

<Siamo la sua famiglia!!!>

<Non potete entrare.>

Tutte quelle frasi riecheggiavano nella mente di Jack mentre quest'ultimo se ne stava nella sala d'aspetto con gli occhi spalancati, una mano sulla bocca e lo sguardo assente.

<Sono il suo fottutissimo fidanzato! Avrò il diritto di entrare!?> aveva urlato ai dottori gettandosi su di loro, ma non era stato ascoltato.

Si era solo guadagnato qualche occhiata di traverso da parte di qualcuno nella sala.

<Un ragazzo omosessuale è stato portato qua perché sta andando in overdose di pillole.> aveva sussurrato una ragazza a suo nonno <Se lo merita. È un drogato, e anche frocio!> così quello aveva risposto.

<Jack.>

La mente del ragazzo continuava a vagare per le immagine e le voci che aveva visto e sentito.

<Solo i familiari possono entrare.> continuava a dire l'infermiere.

<Controlli la sua cartella clinica, io sono uno dei numeri di emergenza da chiamare.>

<Chi è lei?>

<Natalia Dyer!>

<Jack!>

Alzò di scatto lo sguardo scuotendo la testa e ritrovandosi davanti Sadie.

Si mise composto sulla sedia e sospirò pesantemente quando la rossa si sedette accanto a lui.

Gli prese la mano <Stai bene?>

Jack strinse i denti e i pugni sulla sedia a quella domanda. Non gli sembrava appropriato chiedergli una cosa del genere in un momento così. Però non doveva crollare, non là, davanti a tutti.

<No, non sto bene! Perché dovrei stare bene? Non trovo nessuna ragione per essere felice in questo momento!> disse arrabbiato, non con lei, sottovoce.

Sadie abbassò lo sguardo <Hai ragione.> si limitò a stringergli la mano per calmarlo e questo sospirò rilassandosi di poco sullo schienale. Si girò di lei e la ringraziò con lo sguardo.

<No, voglio parlare con Mary... Non ho detto Marta, ho detto Mary... No....- Charlie prese dei respiri profondi -Porca puttana, suo figlio è in ospedale. Mi vuole passare Mary Wolfhard o no!?> sbottò facendo voltare tutti a guardarlo.

Jack distolse gli occhi per non ascoltare, stava già male, non c'era bisogno che gli ricordassero il perché.

Vide Jaeden seduto su una delle sedie con il busto in avanti mentre batteva nervosamente il piede per terra con gli occhi lucidi e Jack si rattristò per lui. Già non dormiva, poi succedevano cose del genere.

Jaeden e Finn (amo la loro amicizia nella realtà) avevano un rapporto strano, ma si volevano un mondo di bene.

Wyatt stava parlando con Joe, ma poi si accorse del suo ragazzo e gli andò vicino prendendolo in un abbraccio e accarezzandogli la spalla.

Millie si era addormentata tra le braccia di Sophia. Ancora si vedevano le lacrime agli angoli degli occhi alla bruna, però era crollata.

Sophia, dal canto suo, si stava sentendo malissimo. Finn... Lo stesso che considerava il suo angelo custode, lo stesso che amava più della sua stessa vita, lo stesso per cui avrebbe ucciso... No, non poteva. Lei non riusciva a capacitarsi del fatto che Finn... Avesse provato ad uccidersi.

Nessuno aveva mai capito il legame che c'era tra quei due, ma era davvero qualcosa di forte.

Lei non lo avrebbe mai considerato come suo fidanzato, l come sua cotta. E lui non era da meno, ma avrebbero fatto qualsiasi cosa l'uno per l'altra.

Appena Sophia ci ripensò scoppiò a piangere. Non l'aveva fatto prima, era stata l'unica insieme a Wyatt e ai grandi a non piangere. Gli altri non c'erano riusciti.

E adesso... Era esplosa. Poggiò il viso sulla schiena di Millie mentre questa si svegliava <Soph... Ehi, ehi, amore... Guardami!> fece ancora insonnolita prendendole il viso con le mani.

<Sophi... Andrà tutto bene.> disse accarezzandole il viso mentre l'altra la abbracciava.

Jack girò di scatto lo sguardo e rimase profondamente deluso nel non vedere Finn accanto a sé. Pensò al suo ragazzo e a come potesse sentirsi, immaginò il posto dove stava nella sua mente.

Le sue urla gli arrivarono alle orecchie. Guardò davanti a sé e video solo i suoi amici intenti a conversare mentre la voce del suo fidanzato continuava a perforargli i timpani.

<JACK!
Ti prego...- lo immaginò mentre piangeva -Mi sento così solo!>

No, era troppo per lui. Scosse la testa alzandosi in fretta dalla sedia e dirigendosi fuori dall'ospedale.

Tutti si bloccarono a fissarlo.

Appena fuori prese una lunga boccata d'aria appoggiandosi al muro e tentando di respirare normalmente. Gli era sembrato di essere senza ossigeno fino a quel momento.

Guardò il bianco muro davanti a sé e digrignò i denti <Perché... Perché... PERCHÉ!? PERCHÉ FINN, PERCHÉ!?> gridò cominciando a tirare pugno al muro che ben presto si colorò di un rosso scarlatto e liquido.

Non sentiva dolore... Non sentiva nulla... Tutto era diventato ovattato, tutto ciò che vedeva erano le immagini di Finn che si mostravano davanti ai suoi occhi... E mentre piangeva disperato tirando pugni al muro sentì il bisogno disperato di averlo accanto, soprattutto in quel momento.

Cacciò un urlo fortissimo e si accasciò a terra <N-non mi p-uoi lasciare s-solo.> singhiozzò incapace di fare altro.














Un urlo arrivò a loro.

Jaeden alzò immediatamente lo sguardo verso l'entrata dell'ospedale.

Lanciò un'occhiata a Wyatt prima di alzarsi e uscire da lì sotto lo sguardo di tutti.

Appena fuori sentì i singhiozzi del suo migliore amico e girò lo sguardo.

Quello che vide lo lasciò un attimo senza parole, ma non sconvolto. Sapeva che sarebbe successo: il sangue sul muro e sulle nocche della mano del ragazzo, e poi lui per terra con le ginocchia portate al petto e la testa nascosta tra esse.

Deglutì e si sedette accanto a lui limitandosi a stare zitto e a guardarlo finché non sarebbe stato pronto a parlare.

Vide la piccola mano insanguinata di Jack tremare e poi lui alzò il viso solcato da mille lacrime.

Tirò su col naso continuando a guardare le sue gambe <Come ti senti Jaeden... Quando ti trovi senza di noi in mezzo a persone che non conosci che cercano di parlarti?> chiese con voce tremante.

L'altro lo guardò un attimo <Mi sento come se fossi in una bolla dalla quale non posso uscire... Non riesco a respirare e mi sento male.>

Jack annuì <Io sono in quella bolla adesso!> si poggiò sulla spalla del suo migliore amico mentre questo gli passava un braccio intorno alle spalle. Rimasero così.

A consolarsi a vicenda mentre Jack piangeva.

I'm In Love With You! || JyattWhere stories live. Discover now