PROLOGO

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A volte mi chiedo come si senta la gazzella che scappa dal leone. Se la paura la faccia correre più veloce e se si renda conto di non avere più speranze un attimo prima di essere artigliata dalle possenti zampe del felino per diventare la sua cena. Mi immagino il suo cuore impazzito che non vuole arrendersi e i suoi occhi che cercano il cielo, consapevoli della propria libertà perduta. A tutti piacciono i leoni, maestosi e possenti, dalla folta criniera. I re della savana. Tutti sognano di essere il più forte. Ma nella vita non sempre le cose vanno come si vorrebbe.

Scavalco di corsa una bassa libreria rischiando di cadere e di rovesciarla. Tu-tum tu-tum tu-tum. Il cuore mi batte a mille, quasi fino a scoppiarmi. I polmoni mi bruciano per lo sforzo come se avessi un incendio nel petto. Alle mie spalle sento i passi di Katrin che mi insegue, mi paiono vicinissimi e minacciosi. Mentre corro riesco a vedermi davanti la sua faccia arrabbiata con gli occhi scuri saettanti e in mano quell'ascia che determinerebbe la mia fine.

Le scale, devo solo trovare quelle maledette scale che mi condurranno al piano di sotto, ovvero alla salvezza. Cosa succederà una volta uscita dalla biblioteca non riesco a immaginarlo. Scanso uno scaffale ansimando, senza più fiato, e, non so come sia possibile, mi ritrovo di fronte Katrin che abbassa fulminea l'ascia sopra di me. Balzo indietro di scatto, appena in tempo, come accade solo quando si è in pericolo di vita, e l'ascia si conficca nel pavimento. Sento lo spostamento d'aria causato dal fendente scivolarmi sulla pelle del viso e delle braccia nude, il sospiro che preannuncia la morte. So di avere qualche secondo di vantaggio, così mi riprendo all'istante, mi volto e corro velocissima. Riesco a intravedere le scale, anche se ho la vista un po' offuscata. Finalmente!

Ormai sono allo stremo delle forze. Guardo quegli scalini con un desiderio così intenso da farmi sembrare la distanza infinitamente lunga. Non oso distogliere lo sguardo per timore di perderli di vista, quasi possano scomparire, come un miraggio, se solo lo spostassi per un secondo. Per questo non mi accorgo di Samu dimenticato sul pavimento e inciampo. Mai che riesca a mettersi in un posto meno d'intralcio! La Corte gliele perdona tutte solo perché è molto giovane.

Cado rovinosamente a terra, sbatto le ginocchia sul duro pavimento, temendo seriamente di essermele rotte, e io mi sfuggo dalle mani sudaticce per l'affanno della fuga. Scivolo solo a un metro di distanza da me, ma Katrin mi è già sopra pronta a spaccare in due per sempre il mio nome, Across The Universe. Proprio come ha fatto con mio fratello.

Rotolo su un fianco e mi tendo quanto più posso per prendermi per un angolo. Per qualche strano miracolo riesco a non farmi distruggere dal colpo dell'ascia per la seconda volta in dieci minuti. Mi afferro saldamente e, scattando in piedi, volo giù per le scale. Alle mie spalle Katrin si è fermata in cima alla rampa. Non avrei mai pensato che la sua fissazione per il rispetto delle regole avrebbe potuto essere un giorno la mia fortuna.

«Non potrai scappare per sempre, Sofia, un giorno la giustizia verrà a tagliarti le gambe.»

Sono le ultime parole che sento prima di ritrovarmi al piano di sotto. Mi asciugo i palmi sudati delle mani sui pantaloni scuri di flanella per potermi stringere meglio, giusto per essere sicura di non sfuggirmi di nuovo. Prendo fiato e coraggio e, stringendo il pomello freddo con presa tremante, spalanco la porta ed esco.

Fuori da queste pagineWhere stories live. Discover now