Epilogo - Tornerò, prima o poi

Comincia dall'inizio
                                    

Il sogno era strano, parecchio strano.

Su una collina, in pieno tramonto con l’aria che faceva svolazzare i miei capelli neri. Quella luce era maledettamente fastidiosa ai miei occhi, tanto che ero costretta a tenerli socchiusi e a ripararmi con il braccio. Osservando la mia mano notai che non vi era nessun foro, nessun segno del paletto in frassino che mi aveva trafitta.

Sentii dei passi provenire dalle mie spalle e subito mi voltai, con la fronte aggrottata.

Un uomo incappucciato avanzava verso di me a testa bassa, tanto che non riuscivo nemmeno vedergli il viso. E appena a fu abbastanza vicino da toccarmi, prese la mia mano e vi mise dentro qualcosa, tenendola ben stretta. Notai che la sua pelle era chiarissima, ma stando al sole diventava sempre più scura, mentre sembrava cominciasse a fumare.

«È tutto nelle tue mani» mormorò con voce roca, come se dietro quel cappuccio si fosse nascosto un uomo anziano. La mano andava via via peggiorando, fino a diventare quasi nera. Lo sentii gemere e poi alzò il viso, fissandomi negli occhi con quelle calamiti ormai nere e arrossate.

La sua forza era ancora sorprendente, nonostante stesse morendo. «La casata dei Blood deve sempre avere un sangue puro a capo» continuò Victor, sputando sangue che mi macchiò i vestiti. Ormai anche il suo viso stava bruciando, ma ebbe la forza di tirarmi a sé e stringermi tra le braccia. «Anche se mi hai rifiutato come padre, tu sarai per sempre mia figlia. E sei condannata a vivere maledetta.»

Appena finì di dire le sue ultime parole, stavo abbracciando l’aria. Non aveva nemmeno preso fuoco in tempo, che ormai di lui non c’era più nessuna traccia. Il sole era quasi scomparso del tutto ed era molto caldo sulla mia pelle.

Aprii infine la mano, abbassando lo sguardo.

Il suo anello col rubino scintillò.

Finalmente capii.

Non mi era successo assolutamente niente, siccome ero ancora viva e vegeta. Riuscivo a sentire i battiti dei cuori accanto a me, o il profumo del loro sangue che mi faceva maledettamente gola, o le mani calde di Gabriel che mi scuotevano. La sua pelle era bollente rispetto alla mia, umida e fredda come il ghiaccio.

Finalmente capii che ero ancora una vampira.

La mia mente lavorò così velocemente che non ebbi nemmeno il tempo per ripensarci.

Il Consiglio non me l’avrebbe fatta passare liscia per quello che avevo combinato: avevo ucciso Victor.

Kim, cerca di capire: ti uccideranno se tenterai di sterminare Victor.

Lo aveva detto mia madre stessa, e da quel che avevo capito il Consiglio faceva di tutto per mantenere le proprie promesse.

In quel momento capii che la mia vita non valeva la pena di mettere a rischio le persone che amavo.

«Kim?» mormorò Gabriel, troppo vicino al mio volto.

Sentii qualcuno fiancheggiarlo, privo di battito cardiaco. «Aveva detto che se fosse morto lui sarebbe morta anche Kim» disse la voce atona di Derek.

Le lacrime di Gabriel sulle mie guance mi facevano sentire un mostro, ma avrebbero capito che lo stavo facendo per il loro bene, per proteggerli.

«Cosa le diremo quando si sveglierà?» domandò Logan.

Si riferiva a mia madre? Quindi lei era tornata umana!

Solo in un secondo momento pensai a come avrebbe reagito alla notizia della mia morte.

Daughter of EvilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora