Un passo verso la soluzione

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Un passo verso la soluzione

«Giù le mani da mia figlia» disse la voce di mia madre.

La riconobbi subito.

Avevo ancora gli occhi chiusi, mentre cercavo in ogni modo di cacciare quella voce dalla mia mente. E il ronzio si era fatto insopportabile.

«Mamma» mormorai, tentando di alzarmi in piedi. Mi mise una mano sulla spalla, in modo che me ne stessi tranquilla a terra, ancora seduta.
«Non ti preoccupare, ci penso io qui.» Si voltò dopo avermi sorriso dolcemente, trovandosi faccia a faccia con altri tre vampiri.

Perché una scorta così grande per catturarmi, non ne bastavano un paio?

Mia madre si mise in posizione d’attacco, accennando un sorriso beffardo. «Fatevi sotto» sussurrò, poco prima di cominciare ad uccidere altri della sua razza.

Della nostra razza.

Nel frattempo, Derek era già riuscito a liberarsi dal vampiro che lo stava tenendo stretto alla gola. Era accanto a me, con sguardo pieno di preoccupazione. Notavo perfettamente il segno rosso delle dita sulla sua pelle, ma stava scomparendo a vista d’occhio. Anche i graffi causati dalle unghie si stava rimarginando velocemente, lasciando solo qualche macchia di sangue incrostato.

«Passato il mal di testa?» chiese, dandomi una mano ad alzarmi.

Hilda non si dava un attimo di tregua: il combattimento coi vampiri era decisamente difficile, ma riusciva tener loro buona testa pur essendo in svantaggio numerico. Con un pugnale perforava il cuore, lasciandoli a terra in attesa di concludere il lavoro con un po’ di acqua santa. Aveva i denti stretti, i muscoli tesi e lo sguardo concentrato.

Tornai a guardare Derek, sempre reggendomi al suo braccio. «Sì, sta passando. Non ne posso più di sentire quella voce» borbottai sfinita.

«È Victor, vero?»

Alzai gli occhi su di lui, confusa: non gliene avevo mai parlato. «Come fai a saperlo? Insomma, hai sentito?»

«Sì,» confermò, «ho sentito cosa ti stava dicendo.»

Mia madre ansimò e subito mi voltai verso di lei: sembrava in difficoltà ora.

Senza pensarci lasciai il braccio di Derek e mi gettai nella mischia, afferrando un vampiro per la gola prima che questi si avvicinasse a Hilda. Lo lanciai lontano da lei e Derek gli strappò il cuore dal petto, lasciandolo cadere ai suoi piedi.

Decisi di combattere a mani nude, cercando di sbrigare il lavoro. Ora alcuni vampiri erano concentrati su di me e mia madre aveva un po’ più di respiro, ma erano ancora troppi. Diedi un’occhiata intorno, contandone una decina in tutto.

Sia mia madre che Derek stavano combattendo, ma non avrebbero retto ancora per molto.

Chi se ne frega del mal di testa, mi dissi.

Mi concentrai al massimo sui vampiri che ci stavano attaccando su ogni fronte.

Tutti i vampiri si bloccarono nello stesso momento, alzando gli occhi su di me. Derek e Hilda mi fissavano in silenzio, molto attentamente.

«Neca» sussurrai.

I vampiri si uccisero con le loro stesse mani, proprio come era successo l’ultima volta.

Li vidi cadere a terra uno ad uno come se fossero dei birilli. Insieme alla loro vita scomparve anche il mio mal di testa.

Strizzai comunque gli occhi per lo sforzo eccessivo. Derek mi mise un braccio sotto le spalle, per reggermi in piedi.

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