Chi lo avrebbe mai detto

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Chi lo avrebbe mai detto 

A scuola avevo ancora mal di testa. Non mi lamentavo però, perché avrei fatto solo preoccupare Gabriel ulteriormente. Ed era già abbastanza in ansia per quello che era successo due sere prima.

Durante la pattuglia mi sono sentita male. Deliravo, o almeno così ha detto lui. Sentivo una marea di voci nella mente ed inoltre mi fischiavano fortissimo le orecchie, come se avessero voluto esplodere. E non era una bella sensazione.

Poi, quei vampiri che volevano portarmi da Victor. Perché aveva mandato dei servi a prendermi? Lui era spietato, esattamente come me. Avrebbe voluto fare tutto da solo, torturarmi e poi uccidermi. Non voleva darmi veramente l’alternativa meno dolorosa, cioè quella di allungargli la mano ed abbassare la testa, in segno di arresa.

Si sarebbe vendicato comunque.

Cercai di apparire il più tranquilla possibile durante l’ora di inglese. Solamente perché c’era Gabriel vicino a me e non la smetteva di controllare ogni mio respiro, ogni mia mossa. Portai una mano sul collo, coperto dalla dolcevita rossa. I segni del morso mi facevano ancora male. Forse perché erano più profondi di tutti gli altri. Nessuno era mai riuscito a bere il mio sangue così a lungo.

Gabriel mi prese la mano e la nascose sotto il banco, guardandomi con un’aria strana, triste. Non sorrideva come era solito fare dopo che lo guardavo. Ma sembrava troppo serio, preoccupato. Dentro di me, sapevo che si torturava per il male che provavo. Ma come spiegargli che non c’entrava assolutamente nulla? Era solo colpa mia se ora non stavo bene. Avrei potuto fermare Derek in tempo.

Ma fermarlo sarebbe significato ucciderlo.

Tornai a guardare con occhi persi il professore, mentre le dita di Gabriel non avevano ancora lasciato le mie. Purtroppo, non era l’unica ad aver notato il mio pessimo umore.

«Kim, c’è qualcosa che non va?» mi chiese Sheila agli armadietti. Presi i libri di italiano e tentai di sorriderle. Gabriel era appoggiato al muro vicino a Logan e non mi perdeva d’occhio. Il cowboy gli stava raccontando qualcosa, ma non lo ascoltava.

«No no sto bene. Solo un po’ di mal di testa» le risposi serena.

«Gabriel!» disse Logan con voce più alta. Sia io che la mia migliore amica ci girammo verso loro ed io guardai subito il mio ragazzo. Stava scuotendo la testa. «Non mi stavi ascoltando!» lo rimproverò.

Si strinse nelle spalle. «Scusa, mi ero distratto.»

Strinsi le labbra, sistemandomi i capelli dietro l’orecchio. Sheila aggrottò le sopracciglia e si avvicinò velocemente. Mi fissava in modo strano il viso.

«Che ti sei fatta?» chiese tentando di abbassare il colletto della dolcevita. Subito mi allontanai da lei, mentre Gabriel faceva un passo in avanti. Logan lo trattenne per non crear sospetti. Sheila rimase apparentemente confusa, ma forse aveva visto qualcosa.

«Niente.» La mia risposta fu troppo veloce e fredda e ciò la incuriosì ancora di più.

«Non è vero, sei ferita. Ho visto come un...» Non continuò il discorso e lentamente spostò i suoi occhi su Gabriel. Subito, le mie guance si chiazzarono di rosso, mentre il mio ragazzo si girava verso Logan, che non era riuscito a non ridacchiare tra sé. «Va beh, non sono affari che mi riguardano» disse sorridendomi. Si allontanò poi da noi quasi danzando, avviandosi verso l’aula di tedesco.

I due ragazzi si avvicinarono a me. «Ci è mancato poco» bisbigliò Gabriel.

Io, invece, ero sospettosa. «Secondo me non lo crede sul serio. Non è ingenua.»

Daughter of EvilWhere stories live. Discover now