Ciò che tu vuoi

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Ciò che tu vuoi

Arrivai al pensionato in un batter d’occhio. Dalla periferia potevo cominciare a correre e non avevo intenzione di usare la macchina di Derek quando potevo ricorrere alle mie gambe. Ma prima di entrare nella stanza di Derek, mi bloccai ad osservare il bosco. Sentivo una marea di profumi: resina, umido, sangue di animali. Mi concentrai per la maggior parte su quest’ultimo.

Il sangue di Sheila mi aveva davvero stimolata: forse era meglio fare una tappa lì prima di rincasare. Intanto avrei avuto un’ora di tempo prima che fosse arrivato Derek. E così gli avrei risparmiato la prima lezione di caccia. Potevo cavarmela benissimo da sola.

Mi lanciai di corsa in mezzo agli alberi e mi nascosi dietro una grossa quercia appena sentii un rumore. Una piccola volpe dal manto rosso stava annusando il terreno, scricchiolando le foglie secche degli altri alberi sotto le sue piccole zampe. Aveva un buon odore e mi preparai per balzarle subito addosso.

Contai fino a tre.

Uno. Due. Tre.

Troppo velocemente per lei, l’afferrai per la coda e subito la portai alle mie labbra. Senza pensarci due volte la morsi e iniziai a bere il sangue da lei. Strizzai un po’ gli occhi. Il pelo dava fastidio e il gusto non era dei migliori. Era stato molto meglio quello di Derek... Scossi la testa per cacciare quel pensiero nel cassetto più oscuro.

Se io non volevo essere un mostro dovevo accettare quella condizione.

Anche il sangue che c’era nella boccetta che mi aveva dato Derek apparteneva ad un animale. Ma non ad una volpe, lo avevo subito capito, già dall’odore. Magari di qualche lepre, o uccello. Non ero di certo esperta in questo campo per poter dare delle conferme assolute.

Appena finii di prosciugarla, la misi a terra, cercando di coprirla il più possibile. Non volevo vederla, nel caso fossi passata di nuovo da lì. La seppellii sotto un manto di foglie piuttosto spesso.

Vidi una seconda volpe che zampettava intorno a me, quindi non riuscii a resistere. Attaccai anche lei, finendola più in fretta dell’altra. Il gusto era sempre più o meno lo stesso, ma aveva meno sangue. Forse era un po’ più piccola, non ci avevo fatto subito caso. Avevo pensato solamente a cibarmi.

Istinto animale.

Quando la lasciai cadere, controllai in che stato fossi. Avevo la maglia a maniche corte completamente sporca di sangue, che gocciolava anche dal mio mento. Se mi avessero vista in quel momento, avrei spaventato tutti sicuramente. A Gabriel sarebbe venuto un infarto, Derek si sarebbe vergognato di avere me come alunna. Meno male che ero andata da sola.

Tornai subito al pensionato e mi lavai il più in fretta possibile. Dovevo cancellare ogni traccia di sangue dal mio viso. Davanti allo specchio, mi soffermai a guardarmi ancora: i capelli neri erano arruffati, più del solito. Gli occhi erano violacei, con qualche scaglia di azzurro cielo. Niente rosso o nero che indicavano la sete.

La pelle bianca come la neve, candida, dura come la roccia anche se sembrava sottile un millimetro.

Daughter of EvilWhere stories live. Discover now