La figlia del diavolo

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Lo afferrai per le spalle, allontanandolo. Scossi la testa, senza guardarlo. «Sto bene così, Gabriel, davvero.»

«No,» rispose quasi ringhiando, «non va affatto bene così. Io so che tu vuoi il mio sangue e che ti farebbe sentire più forte. Potrebbe esserti utile in battaglia, dato che non sarà come bere un bicchiere d’acqua.» Non risposi, cominciando a sentire la gola bruciare. «E poi,» continuò addolcendo la voce, «è l’ultima notte che potremmo farlo. Voglio darti una soddisfazione, almeno per l’ultima volta.»

«Ma io non voglio che tu faccia questo per me.»

«Allora pensa che sia per me. Ricordi quello che ci siamo detti questa notte?»

Avresti bisogno di bere il mio sangue per farlo, vero?”

Sbattei le palpebre due volte, mentre vedevo il viso di Gabriel arrossire leggermente. Aveva capito che io avevo capito.

Ingoiai la saliva, inchiodata a terra da quelle iridi color oceano. «Adesso?» domandai. Fece un leggero cenno col capo, quindi gli afferrai il fianco con una mano, passando l’altra tra i suoi capelli. Lo feci appoggiare alla porta, sempre senza sciogliere le catene dei nostri occhi.

Voglio darti una soddisfazione, almeno per l’ultima volta.”

Osservai le cicatrici di quando lo avevo morso, passandoci la mano sopra. Quei due piccoli fori erano freddi e lisci.

“Gabriel, fermati o non mi fermerò più io.”

“E chi dice che voglio fermarti?”

«Volerti non è un peccato» sussurrai sul suo collo, ricordando le parole che mi aveva detto una volta.

«Esatto» bofonchiò, appoggiando la testa al muro. Lasciai sprofondare i canini nello stesso punto in cui l’avevo già morso, per non creargli troppe cicatrici. Quelle due valevano per una vita intera.

Sentii quel liquido rosso fuoco spandersi nelle vene molto lentamente, mentre il mio corpo ne chiedeva di più. Automaticamente strinsi la presa della sua maglia, cercando di non fare altrettanto coi denti. Era già abbastanza doloroso così, non volevo peggiorare la situazione.

E vidi di nuovo tutta la sua vita in un flashback cronologico.

Sia il mio che il suo petto cominciarono a bruciare. Il suo cuore aumentò drasticamente il battito, rimbombando a più non posso. La reazione era ben strana, dato che perdendo sangue sarebbe dovuto diminuire. Ma era accaduto il contrario per il semplice fatto che sapeva cosa sarebbe accaduto dopo, e non poteva che sprizzare di gioia.

Staccai le mie labbra dal suo collo, dopo aver bevuto abbastanza sangue da sentirmi rinvigorita al massimo. Gabriel non perse tempo per farmi aderire al muro, dandomi un bacio veloce sulle labbra. Aveva sentito di nuovo il gusto del suo sangue.

«Pronta per la tua ultima notte da vampira?» domandò, dopo avermi leccato la goccia di sangue che scendeva sul mio mento. Ripresi fiato per un attimo, facendo il quadro della situazione.

Infine annuii, stringendo la sua maglia con entrambe le mani, all’altezza del petto.

«Sì, sono pronta.»

***

«Mi raccomando ragazzi, siate prudenti» disse mia madre, dando una pacca sulla spalla a Derek e Gabriel, sorridendo verso me. Sistemai il pugnale in frassino nello stivale, mentre la balestra era rimasta al suo posto, nell’armeria. Non avevo bisogno di armi, ma era comunque meglio prevenire, dato che Victor non ci avrebbe accolti da solo.

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