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Il mio compleanno arrivò due giorni dopo che ebbi lasciato il Campo

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Il mio compleanno arrivò due giorni dopo che ebbi lasciato il Campo. Non avevo mai sbandierato troppo la data perché capitava sempre subito dopo, perciò di solito nessuno dei miei amici mezzosangue poteva venire e non avevo tanti amici mortali. E poi non mi sembrava ci fosse molto da festeggiare, considerato che secondo la profezia avrei salvato o distrutto il mondo al compimento del mio sedicesimo anno -perché avevo scelto che riguardasse me. Non volevo che Alex si facesse carico di quel peso. E comunque sia, ero già arrivato a quindici. Il tempo stava scadendo.

Mamma organizzò una piccola festa nel nostro appartamento. Aveva invitato Paul Stockfis, ma questo non era più un problema, perché Chirone aveva manipolato la Foschia convincendo quelli della Goode High School che non avevo niente a che fare con l'esplosione dell'aula di musica. Ora Paul e gli altri testimoni credevano che Kelli fosse una cheerleader psicopatica con la passione per gli ordigni incendiari, mentre io ero solo un innocente spettatore che si era spaventato ed era fuggito dalla scena. Perciò avevo ancora il permesso di cominciare l'anno scolastico il mese seguente. Se volevo mantenere il mio record di un'espulsione all'anno, dovevo impegnarmi di più.

Anche Tyson si presentò alla mia festa e mamma cucinò due torte azzurre alla panna in più apposta per lui. Mi sorprese immensamente vedere che anche Alex era venuta; avrei voluto abbracciarla stretta e baciarla di nuovo, ma mia madre era nei paraggi e... be', ero un po' imbarazzato. Comunque, anche lei sembrava esserlo. Mi consegnò la perla del Campo da aggiungere alla collana: era color argento e rappresentava l'intricato disegno del Labirinto di Dedalo.

Mentre lei e Tyson aiutavano mia madre a gonfiare i palloncini, Paul Stockfis mi chiese di dargli una mano in cucina. Stavamo versando il punch, quando disse: «Ho sentito che tua madre ti ha iscritto a scuola guida, quest'autunno»

«Sì. È fantastico. Non vedo l'ora»

Sul serio, desideravo la patente da una vita, ma dopo tutto quello che era successo il mio entusiasmo era scemato e Paul se ne accorse. Era strano, però a volte mi ricordava Chirone, per il modo in cui ti guardava e riusciva a intuire cosa ti passasse per la testa. Sarà stata l'aura dell'insegnante. «Hai avuto un'estate difficile» mi disse «forse hai... perso qualcuno di importante? Hai qualche problema con una ragazza? Magari quella che è venuta qui, ehm...»

«Si chiama Alexandra. E come fai a sapere che ho avuto un'estate difficile? Te lo ha detto la-»

Lui sollevò le mani. «Tua madre non mi ha detto nulla. E io non voglio ficcanasare. So solo che c'è qualcosa di insolito in te, Percy. Qualcosa che ti preoccupa molto, anche se non ho idea di che si tratti. Anch'io ho avuto quindici anni, una volta, e a giudicare dalla tua faccia... be', hai avuto un periodo pesante»

Annuii. Avevo promesso a mamma che avrei detto a Paul la verità, ma quello non mi sembrava il momento giusto. Non ancora. «Ho perso un paio di amici al Campo» spiegai «cioè, non erano amici molto stretti, però...»

[4] 𝙏𝙧𝙖𝙥𝙥𝙚𝙙 » Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora