27. Alex ha sempre ragione (AN)

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«Dei, ma dove si è cacciata?» brontolai, uscendo dalla stalla dei pegasi

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«Dei, ma dove si è cacciata?» brontolai, uscendo dalla stalla dei pegasi.

Scrutai il Campo, accigliata, ma non c'era traccia di Alex da nessuna parte. Chirone mi aveva chiesto di andare a parlarle, perché ormai erano passate quasi due settimane e Percy era ufficialmente ritenuto morto da tutti, anche da Chirone stesso. Dovevamo organizzare il funerale, ed eravamo tutti terrorizzati dall'idea che Alex incenerisse l'intero Campo sentendo la notizia.

Aveva passato un totale di tre giorni chiusa nella sua Cabina. Non aveva praticamente toccato cibo; i vassoi che le portavamo erano rimasti davanti alla porta, intatti, o quasi. Mi ero addirittura ridotta a pregare Zeus di parlarle, di farla uscire da lì... e aveva funzionato, perché all'alba del quarto giorno era uscita -in piena notte, quando non poteva vederla nessuno. L'avevamo saputo perché aveva completamente annientato tre delle arpie del Campo che avevano fatto l'errore di cercare di mangiarsela. Il casino aveva svegliato mezzo Campo; io e i miei fratelli l'avevamo guardata, sbigottiti, mentre rinfoderava le Gemelle e andava verso la Cabina di Percy come se nulla fosse. Era entrata, ci era rimasta delle ore e poi era uscita per fare colazione.

La cosa strana era che sembrava la solita Alex. Certo, non sorrideva molto, ma non è che lo facesse molto nemmeno prima... e si notava che spesso piangeva, visto che aveva gli occhi un po' rossi e gonfi, ma per il resto sembrava non fosse successo niente. Era strano, così l'avevo affrontata: lei mi aveva rivolto uno sguardò un po' inquietante e mi aveva detto: «Percy non è morto. Mi ha promesso che sarebbe tornato, perciò tornerà, o lo troverò e lo ucciderò personalmente».

Solo il cielo sapeva quanto avrei voluto crederci anche io. Cioè, non alla parte dove aveva minacciato di trovarlo e ucciderlo (a quella ci credevo, eccome) ma al fatto che fosse vivo. Purtroppo più i giorni passavano, più mi rendevo conto che la possibilità che fosse morto si faceva concreta.

Sapevo che Alex si sarebbe rifiutata di organizzare il funerale, perciò dovevo pensarci io. Dovevo preparare il suo drappo. Emotivamente non avevo idea di come avrei fatto.

Stavo tornando verso la mia Cabina, rassegnata, quando mi sentii chiamare. Voltai il capo nella direzione in cui proveniva la voce e vidi Mitchell che mi correva incontro.

Mi toccava ammettere di averlo giudicato male, inizialmente. Credevo che fosse come tutti gli altri figli di Afrodite, ovvero vanesio, presuntuoso e snob, e invece non era nessuna di queste cose. Mitchell era un ragazzo piuttosto intelligente, ed era piacevole chiacchierare con lui. Avevo capito perché Alex ci avesse fatto amicizia. «Ehi» mi salutò non appena mi raggiunse «Silena mi ha detto del funerale...»

Sospirai, grattandomi la testa. «Già. Ehi, senti, non riesco a trovare Alex. L'hai vista?»

«Oh sì» replicò lui. Mi indicò la Casa Uno. «E' là»

«No, non c'è» lo contraddissi «è il primo posto dove ho guardato»

«Questo perché non è all'interno»

[4] 𝙏𝙧𝙖𝙥𝙥𝙚𝙙 » Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora