21. Le risposte che cerco

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Nessuno di noi moriva dalla voglia di mettersi in viaggio quella sera, perciò decidemmo di aspettare il mattino

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Nessuno di noi moriva dalla voglia di mettersi in viaggio quella sera, perciò decidemmo di aspettare il mattino.

Percy e Grover crollarono sui divani di pelle del salotto di Gerione. Percy si addormentò quasi subito; lo guardai ipnotizzata come una stalker per almeno una decina di minuti, ripensando al bacio che mi aveva dato, poi decisi che dovevo smetterla di fare l'inquietante ed andai in cucina per uno spuntino serale.

Trovai un pacchetto di patatine nella dispensa e mi sedetti sul bancone della cucina, proprio davanti alla finestra. Sgranocchiai assorta per un po', osservando il paesaggio buio e tranquillo, quando la voce di Nico per poco non mi fece ribaltare dallo spavento. «Come ci sei riuscita?»

Girai la testa, riprendendo a masticare. Nico era sulla soglia della cucina con lo sguardo basso. Persino nella penombra notai quanto fossero rossi i suoi occhi scuri. Doveva aver pianto. Mi si strinse un po' il cuore, e provai l'impulso di abbracciarlo. Purtroppo non pensavo che potesse apprezzare. «A fare che cosa?» domandai dopo aver ingoiato la patatina che stavo masticando.

Nico entrò nella cucina. Raggiunse il tavolo, a circa un metro e mezzo da me, e vi si sedette sopra. «Talia» disse in un sussurro «come hai fatto a... a...»

Sospirai. Sapevo che cosa voleva chiedermi: come avevo fatto ad affrontare la morte di mia sorella. «Ero più piccola di te quando Talia è stata confinata nell'albero» dissi. Incrociai le gambe. «Erano tante le cose che non capivo. Per tantissimo tempo sono stata furiosa con mio padre. Lo incolpavo di quello che le era successo e lo pregavo in continuazione di riportarla indietro. Non c'era niente che volevo di più. Talia era l'unica famiglia che avevo e io la volevo di nuovo con me. Poi, quando finalmente è successo e il Vello ha fatto sì che venisse espulsa dal pino mi sono resa conto che... be', ero stata egoista»

«Egoista? Perché?» domandò accigliato Nico «Rivolevi indietro tua sorella! Non c'era niente di male!»

Scossi la testa. «Era quello che volevo io, Nico» spiegai «non quello che voleva Talia. Era felice di essere uscita dall'albero... ma non si è mai sentita in pace. Quando ha scelto di sacrificarsi sapeva che cosa le sarebbe successo. Sapeva che sarebbe morta... eppure l'ha fatto lo stesso. Per me, per darmi un'occasione». Nico non disse niente; si limitò a stringere le labbra. «Avrei voluto avere qualcuno che me lo avesse fatto capire prima» continuai «non ho avuto questa fortuna. Ho capito troppo tardi che non stavo andando avanti... e lei voleva che lo facessi, che non rendessi il suo sacrificio vano. Ed è quello che dovresti fare anche tu»

Nico sospirò dal naso. Aveva l'aria sconfitta. «Io non so come si fa» ammise alla fine, alzando lo sguardo su di me.

«Lo capirai, Nico» lo rassicurai «non sarà facile, ma ci arriverai. Mi dispiace molto che tu sia stato costretto ad affrontare tutto questo, non è giusto. Quando ti ho incontrato per la prima volta, l'anno scorso, eri spensierato»

[4] 𝙏𝙧𝙖𝙥𝙥𝙚𝙙 » Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora