19. Tre cuori (P)

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Incredibile cosa riesci a fare con un paio di conchiglie

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Incredibile cosa riesci a fare con un paio di conchiglie.

Non solo ero riuscito a pulire le stalle e a tenere pulito il fiume: avevo anche fatto promettere ai cavalli carnivori di comportarsi bene. Il sole stava tramontando quando finii; corsi a tutta birra verso lo chalet, preoccupato di aver ritardato.

Sentii il profumo del barbecue prima ancora di arrivare, e la cosa mi fece arrabbiare ancora di più, perché adoro il barbecue. La veranda era addobbata a festa, con striscioni e palloncini che decoravano lo steccato. Gerione faceva saltare gli hamburger su una grande griglia ricavata da un barile di petrolio. Euristeo poltriva seduto a un tavolo da picnic, pulendosi le unghie con un coltello. Il cane a due teste fiutava le costolette e gli hamburger che sfrigolavano sul fuoco. E poi vidi i miei amici: Tyson, Alex, Grover, Annabeth e Nico tutti gettati in un angolo, legati come vitelli, con le caviglie e i polsi bloccati e la bocca imbavagliata. «Lasciateli andare!» strillai, ancora senza fiato dopo aver salito le scale di corsa «Ho pulito le stalle!»

Gerione si voltò. Indossava un grembiule su ogni petto, con una parola su ciascuno, di modo che insieme componessero: BACIARE – IL – CUOCO. «Ah, sì? E come ci sei riuscito?». Fremevo di impazienza, ma glielo spiegai. Lui annuì con approvazione. «Molto ingegnoso. Sarebbe stato meglio se avessi avvelenato quella naiade pestifera, ma non importa»

«Liberi i miei amici» lo esortai «era questo il patto»

«Ah, ci ho riflettuto molto. Il fatto è che se li libero non mi pagheranno»

Alex emise un basso ringhio, agitandosi con più enfasi nel tentativo di liberarsi. Annabeth e Nico, che la affiancavano, emisero dei flebili gemiti di protesta. «Lo ha promesso!» lo accusai.

Gerione fece un verso di scherno. «Mi hai forse costretto a giurarlo sullo Stige? Non direi. Perciò non è una promessa vincolante. Quando si fanno affari, figliolo, bisogna esigere sempre un giuramento vincolante»

Sguainai la spada. Ortro ringhiò. Una testa si sporse verso l'orecchio di Grover e scoprì le fauci. «Euristeo» disse Gerione «il ragazzo sta cominciando a seccarmi. Uccidilo»

Euristeo mi studiò. Non mi piacevano molto le probabilità che avevo contro di lui e la sua mazza. Alex ringhiò di nuovo, stavolta un po' più forte; il mandriano si girò a guardarla per un lungo momento, in cui lei lo squadrò talmente male che mi meravigliai di non vedere un fulmine incenerirlo sul posto. Poi si rivolse a Gerione. «Fallo tu» replicò.

Gerione inarcò le sopracciglia. «Come?»

«Mi hai sentito» brontolò Euristeo «mi appioppi sempre i lavori sporchi. Attacchi sempre briga senza motivo e sono stufo di morire per te. Vuoi combattere col ragazzino? Fallo da solo»

Era il discorso meno da Ares che avessi mai sentito pronunciare da un figlio di Ares. Gerione buttò la spatola a terra. «Osi sfidarmi? Dovrei licenziarti subito!»

[4] 𝙏𝙧𝙖𝙥𝙥𝙚𝙙 » Percy JacksonWhere stories live. Discover now