4. Un nuovo marinaio

517 57 80
                                    

Felipe sa che svegliare Louis prima del tempo è una mossa davvero poco saggia.

Riverso sulla sedia con la testa piegata verso sinistra, il vecchio ha il cappello che gli copre gli occhi e la bocca semiaperta. La posizione del corpo è quanto di più scomodo si possa immaginare: braccia avviluppate ai braccioli, schiena curva in avanti e ginocchia piegate. Nessun rumore, per quanto forte esso sia, lo può svegliare dallo stato di trance in cui si trova, ma non bisogna mai, mai toccarlo quando dorme.

Felipe sospira. Meglio affrontare adesso la rabbia del vecchio e dormirci su, piuttosto che subirla per tutta la successiva notte in mare. Tende la mano e scuote Louis per un braccio. Poi si allontana di qualche passo, più svelto che può.

Il vecchio al brusco risveglio, in orario ben più mattiniero rispetto alla sua anomala sveglia biologica, reagisce con le solite, burbere maniere. «Perché mai, benedetto Dio, mi stai svegliando a quest'ora?» dice, dando un'occhiata all'ammaccato orologio che porta al polso.

Felipe si limita a riportare la proposta avanzata dalla ragazza, che pronunciata dalla sua bocca suona più assurda che mai. E Louis nell'udirla sembra quasi uscire di senno: si tira su dalla sedia e percorre tutta la lunghezza del ponte e ritorno, senza dire una parola. Felipe lo osserva e aspetta.

C'è un momento prima della tempesta in cui il mare fa silenzio. È un attimo, un solo attimo in cui tutto si ferma, nel quale l'acqua inspiegabilmente si placa e l'aria diventa pesante, satura di energia. Poi d'improvviso un tuono rompe il silenzio, una folata di vento porta con sé la prima goccia di pioggia e la violenza della tempesta si abbatte sul mare, come se quella parentesi di calma non fosse mai esistita.

L'esplosione di Louis segue le stesse dinamiche. Fermo a pochi centimetri dal viso del ragazzo, prende fiato e comincia: «Sei impazzito? Não*, idiota, não*! Come ti è saltata in mente quest'idea?»

«Non è venuto in mente a me, è stata lei a chiedere di poter lavorare sulla Louisa», risponde Felipe.

«Sai da quanti anni non salgo su una barca con una donna, eh? Lo sai?» Felipe non lo sa e nemmeno gli importa. In questi casi discutere con lui è una perdita di tempo, per cui resta in silenzio e si limita ad aspettare che l'ira il vecchio si plachi abbastanza da permettergli di andare via. «E chi è, poi? Dove l'hai raccattata questa puta*?»

«Non ti azzardare a chiamarmi in quel modo!»

Louis si volta, barcollando, a fronteggiare la proprietaria di quella voce. I suoi occhi si accendono di curiosità quando si posano sul viso ovale della ragazza.

«Tu», sibila. Felipe non sa cosa abbia stupito di più il marinaio, se riconoscere chi sia lei, o il fatto che abbia avuto l'ardire di contraddirlo.

La sconosciuta solleva il mento con fare altezzoso, incrocia le braccia al petto e replica: «Io.»

Louis emette un verso di stizza e avanza verso di lei. A differenza di quanto Felipe avrebbe pensato, la ragazza non indietreggia di un millimetro, anzi, alza la testa per allacciare gli occhi del vecchio ai suoi.

«Chi ti credi di essere, ragazzina? Non hai nessun diritto di salire sulla mia barca», strilla Louis.

«Tu mi hai fatta già salire sulla tua nave, Capitano, o non lo ricordi più?» urla lei, con un tono di voce se possibile ancora più alto di quello del vecchio.

«Come potrei dimenticarlo quando il tuo sangue è rimasto attaccato alla suola delle mie scarpe per giorni?»

La ragazza sbianca, e per un momento Felipe teme che abbia intenzione di mollare un ceffone anche a Louis. E invece si limita a replicare, piccata: «Nessuno ti ha chiesto di raccattarmi su questo rottame!»

L'ancoraWhere stories live. Discover now