38. Quasi Natale

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[Disclaimer: Il capitolo è molto lungo per gli standard di questa storia, per cui sarà diviso in due parti.]


⚓︎ PARTE I ⚓︎


Felipe chiude gli occhi e si abbandona al piacevole tepore che i raggi caldi del sole donano al suo viso. Alle narici gli arriva l'odore inconfondibile delle acque del Tago, un misto di alghe, limo e carburante. Il rombo della sirena di una nave da Crociera lo invita ad alzare le palpebre, a gustarsi a occhi aperti la compagnia di un ambiente che gli è mancato più di quanto sia disposto ad ammettere.

Al ragazzo basta uno sguardo ai tavolini per riconoscere la metà delle persone sedute nella piazzetta. Oggi è uno di rari giorni in cui pescatori e operai girovagano al porto coi vestiti puliti. Gli scambi commerciali e le traversate per la pesca si moltiplicano nelle settimane che precedono il Natale, ma il ventitré, a sera inoltrata, finiscono. Il giorno della vigilia il botteghino di Ivo si trasforma e, da luogo di passaggio, diventa un ritrovo per i portuali che non hanno famiglia. Lo chef per pranzo non prepara un pasto qualsiasi, ma una vera e propria coccola da donare a quegli uomini soli: il baccalà con legumi e verdure, come da tradizione. La solitudine di quelle persone è la stessa che ha albergato sul volto di Felipe per anni, e lui sa che non è un ospite facile con cui dividere quei giorni di festa dolci, eppure tanto amari.

«Sei proprio tu. Ne è passato di tempo.»

Felipe è così preso dal momento che sobbalza quando la voce di Ivo lo sorprende alle spalle. «Non rinuncerei mai al pranzo della vigilia qui.»

«Ho saputo da Viviane che hai trovato lavoro. È vero?». Ivo va subito al dunque e, nonostante tra loro ci sia tensione, a Felipe non sfugge l'orgoglio celato nella sua voce.

«Volevo dirtelo di persona... A gennaio diventerò professore in un liceo.»

Il verso di giubilo di Ivo fa voltare diverse teste nella loro direzione. «Te l'avevo detto che prima o poi quella laurea ti avrebbe dato soddisfazioni. Mia madre avrà occhi solo per te, stasera! "Guardate com'è in gamba Felipe", "Sua madre sarebbe fiera di lui", "Che ragazzo per bene", e bla, bla, bla.»

Quelle parole lavano via il sorriso dal volto di Felipe. Il ragazzo strofina i palmi delle mani sulle cosce e confessa: «Non verrò, stasera.»

«Non verrai? E perché?» domanda Ivo, evidentemente deluso. «Non puoi mancare al cenone della vigilia, Lipe! Mamma cucina da giorni, e le ho già detto che porterai Âmbar a conoscerla. Non viene più nemmeno lei?»

«Âmbar?» farfuglia lui, confuso.

«Viviane l'ha invitata ieri sera, e lei le ha assicurato che verrà», sottolinea Ivo. «Non te l'ha detto?»

Felipe scuote la testa. Âmbar ha passato la notte da Teresa per festeggiare il Natale in anticipo con Miguel, e non si vedono da ieri. «Le sarà passato di mente.»

Qualcuno dal botteghino richiama Ivo a gran voce, e lui fa qualche passo indietro, lisciandosi il grembiule nero sulle gambe. «Per te il piatto della vigilia, giusto?» Felipe annuisce, e Ivo aggiunge: «Ascolta... So che hai preso a cuore la salute di Bernard, ma mollare la presa per una sera potrebbe essere un bene. E non per lui, per te», dice e si allontana zigzagando tra i tavoli.

Felipe inspira una lunga boccata d'aria e la lascia andare volgendo lo sguardo al cielo terso sopra la sua testa. Ivo ha ragione, ma lui è restio a lasciare Louis da solo proprio la sera della vigilia di Natale. Se prima la quotidianità del vecchio aveva raggiunto una sorta di equilibrio precario, scandito dai ritmi della pesca e dalla vita sulla Louisa, adesso le sue giornate ruotano attorno alla casa nel cuore di Alfama. Privato della dolce compagnia del mare e del palliativo dell'alcol, il vecchio non sta attraversando un periodo facile, e lui e Âmbar hanno fatto l'impossibile per non lasciarlo mai da solo, almeno durante il giorno.

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