#20

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"Oi."

Sentisti una voce.

"Oi."

Ancora. Decidesti di aprire gli occhi. Vedesti un pavimento fatto di mattonelle azzurrine, ti bastò quello per capire che di certo non eri nella tua stanza. Ti presero due secondi di panico, finché non ti ricordasti di essere in infermieria.

"Oi."

Replicasti, alzando lo sguardo.

"Da quanto sei qui?"

Chiese il biondino.

"Da quando ho finito la prova, che ore sono?"

"Le nove di sera, la prova è finita alle 15, sei qui da sei ore."

Disse calmo, guardando le lenzuola.

Fingesti di non essere sorpresa dall'orario.

"Come stai? Hai preso una bella batosta."

Dicesti.

"Sto bene."

Disse lui, guardando il pavimento. Non riusciva a guardarti negli occhi. Stringeva le coperte, fino a far diventare le nocche bianche.

Ti sedesti ai piedi del letto.

"Recovery girl ha detto che non ti dimetterà prima di domani. Mi ha dato delle carte e qualche gioco, in caso ti fossi svegliato, e non avessi sonno. Ha già chiamato tua madre per avvisarla, voleva venire ma non può entrare nella struttura senza un permesso del preside, ora il suo ufficio è chiuso."

Dicesti. Lui annuì.

"E tu?"

Disse lui.

"E io?"

"Non devi andare a casa? Si sta facendo tardi."

Disse placido.

Arrossisti.

"P-pensavo di passare la notte qui, a farti compagnia."

Arrossì anche lui, ma il suo sguardo era sempre triste.

"Non ce n'è bisogno."

"Anche se volessi andare a casa non potrei, hanno già chiuso la struttura."

Sorridesti.

"Certo potrei sempre chiedere a qualche altro paziente di farmi spazio nel letto."

Dicesti con sguardo divertito.

"A-ah? Ma che intenzioni hai?"

Disse lui, rosso in viso. Scoppiasti a ridere.

"Posso restare?"

Chiedesti, cercando di fare gli occhi dolci.

"S-se non hai altre opzioni..."

Disse lui e tu sorridesti, mettendoti a gambe incrociate. Per fortuna avevi già avvisato la tua famiglia, fingendo di essere svenuta e di aver bisogno di passare lì la notte. Lo aiutasti a sedersi e tirasti fuori le carte.

"Vuoi giocare?"

Chiedesti tirandole fuori dal pacchetto. Lui annuì.

Passaste qualche ora tra partite di carte e risate.

"Che ore sono?"

Chiedesti rimettendo le carte.

"Le tre."

Disse lui tirando fuori il telefono. Ti sembrò triste e stanco, anche se aveva passato le ultime sei ore a ridere e giocare.

Ti sistemasti accanto a lui sul letto. Non stavate stretti, ma non vi eravate mai sentiti così vicini. Il letto d'infermeria era ancora alzato, quindi riuscivi ancora a vedere fuori dalla finestra e osservasti il cielo.

"Vuoi parlarne?"

Chiedesti finalmente. Era da quando ti eri svegliata che volevi chiederglielo. Lui stette in silenzio, fissando il soffitto.

"No."

Disse placido. Non era un "no" secco, il che ti rese felice.

"Vuoi che me ne vada?"

"No."

Questa volta rispose senza fare una pausa. Poggiasti la tua testa sulla sua spalla e gli prendesti la mano.

Lo sentisti sussultare, ma non tolse la mano, era probabilmente sorpreso da quel gesto. Iniziasti a giocare con le sue dita.

"Sono qui se hai bisogno."

Stavolta non rispose, ma riuscisti ad intravedere un sorriso nella penombra. Poi ti addormentasti.

Ti svegliasti dolcemente grazie alla luce del sole che filtrava dalla finestra, così ti alzasti dal letto. Il biondino non era accanto a te. Ti guardasti intorno, cercandolo con lo sguardo. Ti massaggiasti la testa, eri un po' scombussolata. All'improvviso si aprì la porta del bagno. Lui era si già cambiato ed era pronto a tornare a casa.

" 'giorno."

Disse, sembrava allegro. Il che era strano.

"Buongiorno."

Dicesti, mentre continuavi a massaggiarti la testa. Scendesti dal letto ed entrasti in bagno con un cambio di vestiti puliti.

Quando chiudesti la porta ti rendesti conto di quello che era veramente successo. Avevi dormito accanto a Katsuki. Arrossisti violentemente, mentre ti coprivi il viso con le mani. Calmati, non è che abbiamo fatto sesso, è stato un pisolino in amicizia. Pensasti.

Ti cambiasti velocemente e uscisti dal bagno. Quando lo vedesti arrossisti e abbassasti la testa, evitando il suo sguardo. Probabilmente se ne accorse, perché sulla sua faccia comparve un ghigno.

Prendesti la tua roba e la infilasti in un sacchetto lasciato da recovery girl. Dev'essere passata quando ancora dormivi. Il che non ti sorprese, per svegliarti di solito servono delle cannonate. Ti avvicinasti a lui e usciste insieme dalla porta.

Camminaste in silenzio per un po', finché lui non disse qualcosa. Ti aspettavi qualcosa di serio.

"Quando dormi russi."

Alla sua affermazione arrossisti violentemente.

"Ma ti sei sentito? Hai tenuto sveglio tutta l'infermeria, e osi criticare il mio suono angelico."

"Non definirei un 'suono angelico' il verso di un tricheco asmatico."

"Ma smettila."

Dicesti ridendo e spingendolo. Rise anche lui. Era guarito velocemente dalle ferite, per questo ringraziasti mentalmente recovery girl.

Ti accompagnò a casa, ormai eri abituata a fare la strada con lui.

"Ci si vede!"

Dicesti sorridente, dandogli un colpetto sul braccio. Lui ti guardò, poi abbassò lo sguardo.

"Grazie..."

"E di cosa?"

Dicesti, confusa. Lui ti scompigliò i capelli, per darti fastidio.

"Smettila!"

Dicesti portandoti le mani sulla testa.

"Ci si vede."

Disse lui, allontanandosi.

Arrossisti ancora una volta e il cuore ti battè un po' più forte.

"Sto avendo un infarto."

Dicesti a te stessa ridendo, mentre entravi in casa.

Spazio autrice

Il concorso per il quirk va al prossimo capitolo perché ho ricevuto tipo solo due proposte D:<, se volete potete farle a fine capitolo scorso.

Bora~bakugokatsukixreaderWhere stories live. Discover now