#84

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Tornasti in camera, dove il biondo stava ancora dormendo. Non sapevi se fosse il caso di svegliarlo, così non lo facesti. Prendesti un post-it e una penna:

"Sono andata ad allenarmi, sulla scrivania c'è un caffè e un toast. Passami a prendere stasera alle 19:30, Aspettami sotto la finestra."

Non sapendo dove attaccarlo, glielo mettesti in fronte.

"Non c'è modo che tu non lo veda."

Dicesti più a te stessa che a lui. Dopodiché, prendesti la roba e corresti al piano di sotto, già in ritardo.

Damiano ti stava aspettando, batteva il piede a terra nervosamente e picchiettava il dito sull'orologio.

I miei prof quando arrivo alle 08:01 :

"3 minuti di ritardo. Sali in macchina."

Disse aprendoti la porta. Seguisti il suo comando ed entrasti. Ti aspettava una lunga giornata di allenamento.

"Sembri distratta."

Disse mentre colpivi un sacco da boxe.

"Non lo sono."

Rispondesti tagliando corto.

"Tempo.- Disse fermando il cronometro. -Non m'interessa il motivo, ma qualunque cosa sia falla sparire. Ti rallenta i movimenti e peggiora la precisione."

Affermò.

"È la prima volta che ti distrai durante gli allenamenti, alla UA sono veramente un branco di rammolliti."

Disse con disprezzo. Non controbattesti; non avrebbe avuto senso. Conoscevi già il disprezzo che nutriva contro la UA. Apparentemente venne espulso durante il terzo anno perché aveva preso parte a una rissa e l'altro ne uscì col naso e il braccio rotto, oltre che con varie altre ferite.

Te lo raccontò Joseline. I due andavano alla stessa scuola, ma non nella stessa classe, essendo lei due anni più piccola. Non si conoscevano, ma seppe di lui perché la notizia fece parecchio scalpore all'epoca.

"Riparti."

Disse togliendoti la borraccia di mano. Sarà proprio una lunga giornata. Pensasti, cercando di scacciare il pensiero del biondo dalla testa.

Contrariamente a ciò che avevi immaginato, fu relativamente una giornata veloce; il che, con tua grande sorpresa, non ti rendeva né felice ne triste. Da una parte non vedevi l'ora di vedere il biondo, dall'altra eri terrorizzata dall'idea di un confronto.

Non sapevi se saresti stata in grado di dirgli ciò che ti aveva detto la sera prima, e non volevi ferirlo ulteriormente. Ti sentivi codarda, ma non potevi improvvisamente remare contro le tue convinzioni solo perché avevi paura di ferire un ragazzo.

Il rumore che il motore della macchina fece spegnendosi fu abbastanza forte de ripescarti dal fiume di pensieri in cui stavi sprofondando. Salisti le scale di corsa, spalancando la porta di camera tua.

"Attenzione signori e signore, abbiamo esattamente 29 minuti e 39 secondi all'appuntamento. Tutti ai vostri posti. Pronti. Via!"

Dichiarasti come se fossi un velocista. Era una cosa infantile che facevi ogni volta che ti trovavi in ritardo, probabilmente per darti l'adrenalina o semplicemente per sdrammatizzare.

Ti fiondasti in doccia senza nemmeno aspettare che scaldasse e soffristi le pene che la doccia gelata aveva da infliggerti. Uscisti dopo neanche tre minuti, ancora con del sapone sul braccio e senza asciugamano, bagnando tutto il pavimento.

Corresti al phon e, sperando di non rimanere fulminata, attaccasti la spina e ti asciugasti alla velocità della luce.

"Cinque minuti!"

Bora~bakugokatsukixreaderWhere stories live. Discover now