Capitolo 34.

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*POV' S LUCE*

E' trascorsa una settimana e continuare a lavorare sta diventando impossibile.

"Ho preso una decisione" Dico a cena. Tutti mi guardano. "Io mi licenzio"

"Cos'è successo?" Domanda papà, mentre mamma fa sarcastica:"E' finita la volontà dell'indipendenza? Ti sei stancata?"  Entrambi la guardiamo malissimo,poi volgo un'occhiata a papà. 

"Hai litigato con Marco" Tira a indovinare facendomi venire le lacrime agli occhi. Faccio un bel respiro e riprendo:"A quanto pare si è dimenticato di dirmi un altro piccolo dettaglio: che parte!"

"Per dove?" Continua papi. Lo guardo malissimo.

"Cioè, io ti dico che il mio ragazzo mi ha nascosto che partirà... E il tuo unico pernsiero è per dove?!"

"Sì... Perché potresti andare con lui!" 

"A Seattle... Per un anno" Concludo. Mia sorella per poco non si strozza, mamma si alza e lascia la stanza con fare teatrale e papà cerca di restare calmo. Sorride:"Potresti andare anche tu! Quando parte?"

"Dici davvero?" Lo guardo.

"Perché no? Che problema c'è? L'inglese lo sai!" 

"Papi, partirà tra qualche mese" 

"Va bene!" 

"Papà..." Sussurro sbalordita. "Ma sei sicuro?"

"Non conosco quel ragazzo, ma da come si è comportato non esiterei un secondo a farti andare con lui. Nonostante sembri comportarsi da incosciente ai tuoi occhi... Posso assicurarti che non potrebbe compiere azioni migliori nei tuoi confronti" Beve un sorso di vino. "E sarei pronto a scommettere che all'inizio era contrario a farti lavorare insieme a lui!" Sorrido. "E' vero? O mi sbaglio?"

"No... Non ti sbagli" 

"Vieni qui, dai" Allarga le braccia e mi ci tuffo. "Anche tu" Guarda la mia sorellina che fa lo stesso. 

"Quindi adesso te ne andrai?"

"Non se ne parla nemmeno" Interviene mamma. "Io e tuo padre neanche lo conosciamo, e tu da sola non vai da nessuna parte. E' chiaro?"

"Cerca di calmarti" La guarda papà. "Sono ragazzi e devono imparare. Fino ad oggi sono stati responsabili, e io stesso ho detto che voglio dargli fiducia e intendo mantenere la parola" Mi guarda: "A patto che loro continuino a comportarsi bene come hanno fatto fin'ora" Annuisco. "Certo che sì"

"Allora... Per quanto mi riguarda, puoi anche chiamare il tuo ... Amico e dirgli che vai con lui" Scoppiamo a ridere e mi da un bacio sulla fronte, che ricambio con uno sulla guancia per poi andare in camera a prendere il cellulare.

"Pronto?"

"Ciao, sono io..." Dico titubante.

"Lo so" Ha una voce strana.

"Tutto bene? Mi sembri strano"

"E a me sembra un déjà vu... Se devi dirmi qualcosa di brutto fallo subito, tanto più a pezzi di così non posso stare..Ahh!" 

"Marco!Che succede?"

"Niente, sono caduto" Ride.

"Sei... Ubriaco?!"

"No... Solo leggermente brillo. Perché? T'importa?" Non ci credo...

"M'importa sì, brutto cretino! E io che chiamavo per darti una bella notizia... Dove sei? Ti raggiungo"

"Non serve... Comunque sono a casa"

"Arrivo subito" Metto giù,per poi prendere la prima giacca che trovo e correre di sotto.

All for a Game #WATTYS2020Where stories live. Discover now