Capitolo 35. Routine&Dreams

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Mi sdraio accanto a Marco reggendomi il busto con il braccio destro, dando così le spalle al muro.

"Come stai?" Sussurro accarezzandogli il viso dolcemente.

"Da dio" Mi sorride.

"Dico davvero" Lo guardo divertita.

"Anch'io... Solo che mi gira la testa... E un po' mi fa male. Il signor alcol fa questi effetti! Ma, se lo vuoi sapere, tu fai peggio!" 

"Ah sì?" Chiedo divertita. Annuisce. "Ma... E' una cosa positiva o no?"

"Positivissima!" Mi mostra un sorrisone sbilenco che mi fa morire dal ridere. Non potrebbe essere più perfetto!

"Te l'ho mai detto che ti amo?" Chiede rischiando di cadere. Lo tengo e lui mi si butta addosso.  Siamo entrambi imbarazzatissimi. 

"Scusa" Fa scendendo. 

"No, figurati" Mi riavvio una ciocca dietro l'orecchio vedendo comparire sul suo volto un'espressione triste. "Va tutto bene?"

"Sì" Mette il broncio.

"No, non è vero... "Lo guardo con fare deciso.

"Avrei voluto farlo io! Ma mi hai preceduto, quindi va bene così" Borbotta.

"Che cosa?" Domando non capendo.  

Subito alza lo sguardo, di nuovo l'azzurro dei suoi occhi nei miei e nuovamente si fa strada in me la meravigliosa sensazione di perdermici dentro . Lui avvicina una mano al mio viso, mi accarezza dolcemente la guancia restando a guardarmi occhi negli occhi e poi mi porta la ciocca di capelli dietro l'orecchio. Di nuovo sul suo volto spunta un altro dei suoi meravigliosi sorrisi: "Ecco fatto" Sussurra trionfante facendomi sorridere anche il cuore. E' meraviglioso!

"Molte grazie, mio Principe" Sorrido avvicinandomi alle sue labbra.

"Dovere, mia Piccola Principessa!" Risponde per poi darmi un lungo bacio. Due. Mi stacco con l'affanno: "Non così" Scuoto la testa.

"Hai ragione, perdonami" Guarda altrove.

"No, scusa tu... Sono io la sobria!" Gli ricordo.

"E io il più grande!" 

"E che c'entra?" Lo guardo mentre ci sdraiamo nuovamente insieme e lui si stende su di me. 

"Che non avrei dovuto neanche toccar bicchiere" Sussurra appoggiando la testa sul mio petto.

"Ma smettila! Capita a tutti... E poi il condizionale è un tempo stupido. Serve il presente"

"E quello che io sogno con te" Bofonchia facendomi il solletico mentre muove la mascella per parlare.

"Cioè?" Domando ridendo. Alza la testa e si sorregge sul mento per guardarmi negli occhi: "Il futuro" Dice serio. 

"Sei ubriaco" Gli accarezzo i capelli.

"No, non più... Stavo solo facendo il cretino. E sono bravo a trattenere la nausea. Ma io un futuro con te lo vorrei davvero" Mormora.

"Ah sì?"

"Certo! Svegliarsi al mattino con due o più piccole pesti che vengono a intrufolarsi nel letto in pigiama, svegliarci e darci un bacio per poi prenderle in braccio e andare in cucina a far colazione insieme e sentirle bisticciare per chi spetta il cornetto al cioccolato e a chi quello alla marmellata o altre cazzate, ridere e riprenderle,  guardare l'orologio e scoprire che è tardissimo, quindi dire di far colazione velocemente e correre a lavarci, ridere ancora perché uno dei due fa lo scemo quando non abbiamo tempo e allora rimandare - o accettare - . Correre giù, sparecchiare mentre le bimbe - o i bimbi, o il bimbo e la bimba o anche solo uno dei due - si preparano e dividerci i compiti: chi sparecchia e chi lava, per poi fare lavoro di squadra: chi passa e chi asciuga i piatti. 

All for a Game #WATTYS2020Donde viven las historias. Descúbrelo ahora