Parole che non avrebbero mai saputo, né potuto contenere il peso che adesso Harry sentiva gravare nel suo cuore divenuto così dolorosamente inquieto; la familiare sensazione di perdita che lasciava quel vuoto incolmabile dentro di sé, quel silenzio che si sarebbe portato dietro tutta la vita, infranto forse da allegri mormorii e dolci parole sussurrate, un piacevole chiasso che lo avrebbe visto sorridere, luce dorata nei suoi occhi color smeraldo, ma che infine, in un modo o nell'altro, avrebbe nuovamente lasciato spazio a quel tetro, freddo silenzio.

Lo stesso silenzio che pesava sulla Sala Grande in quell'esatto momento; labbra socchiuse, occhi imperlati d'acqua, fogli di giornale stropicciati si riflettevano sul soffitto oberato di fresca pioggia invernale. Le gocce cristalline, così simili a quelle che tracciavano la loro strada sulle guance degli studenti, si facevano spazio tra gli sprazzi di nuvole plumbee lasciandosi trasportare dalle spire del vento che odorava di neve. Il cupo scricchiolio di un tuono si udì in lontananza, e una mano candida si posò leggera sulle spalle del Ragazzo Sopravvissuto.

Harry piegò leggermente la testa, senza davvero voltarsi. I suoi occhi scintillavano pericolosamente e il colorito della pelle, più pallido del consueto, in qualche modo era simile alla trasparenza del corpo dei fantasmi che sedevano anch'essi ai tavoli degli studenti, lo sguardo fisso sul lucido bordo legnoso e le mani strette in grembo. Le sue labbra, stranamente contratte, tradivano il dolore che lo aveva costretto ad allontanare quel giornale da sé il più possibile, lo sguardo acquoso che cercava di evitarlo mentre le persone, attorno a lui, cominciavano a mormorare e a chiedersi spiegazioni.

Quasi nessuno aveva chiuso occhio, quella notte.

Le notizie a Hogwarts circolavano in fretta, e benché l'ora, la sera prima, fosse stata tarda, allo scadere del coprifuoco tutta la scuola era già al corrente di ciò che era accaduto in quel bagno del primo piano. I professori erano accorsi sulla scena del delitto e gli studenti erano stati spediti immediatamente nei loro dormitori, che naturalmente avevano speso gran parte della nottata a discutere dell'accaduto in toni non sempre placati; c'era chi sosteneva che il mostro di Serpeverde fosse ancora vivo e che fosse stato lui la causa della morte di Silente, c'erano quelli convinti che fosse stato un infiltrato ad averlo assassinato, magari un Mangiamorte, e d'altro canto, c'era chi non aveva assistito direttamente alla scena e che di conseguenza aveva preso la notizia come l'ennesimo, infantile scherzo di Pix.

Eppure quella mattina, nella sala ora densa di stupiti bisbigli, nessuno sentì di avere più motivo di dubitare della veridicità di quelle voci di corridoio. Silente era morto, e ciò era provato in quelle numerose pagine di giornale che giacevano aperte sui tavoli sotto decine e decine di sguardi disorientati.

Silente era morto e ciò non poteva più essere smentito.

« Harry ».

La presa della mano di Hermione sulla sua spalla si rafforzò. Harry non ebbe la forza di incontrare quegli occhi, che immaginò essere lucidi e invasi di tristezza, non ebbe la forza di fare alcunché. Avrebbe voluto semplicemente alzarsi e lasciare quella sala, abbandonare quelle false parole compassionevoli e correre sotto la pioggia impetuosa del giardino, sentire le gocce fredde che percorrevano il suo viso immerso nell'odore dell'erba bagnata e sentire di poter respirare di nuovo, di inalare la pungente aria fredda della foresta e cercare di udire i dolci sussurrii di Silente che lo raggiungevano al di là dei tronchi, parole che lo confortavano e gli suggerivano cosa avrebbe dovuto fare adesso.

Adesso che un tassello della sua vita si era come frantumato.

« Harry - ripeté Hermione con più forza; la sua voce era spezzata, anche se era evidente che lei cercasse di ottenere il pieno controllo di sé. - Ti ho già detto stanotte come la penso».

Vampires ~ Incubus & Succubus [ Dramione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora