Capitolo 69

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Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero.

Oscar Wilde

Un'alba piovosa si fece lentamente strada attraverso le grandi finestre della stanza. La fioca luce mattutina bagnò il camino ormai spento, il tappeto cosparso di cenere nera e la scrivania oltre la quale un piccolo divano ospitava un uomo addormentato.

Furono le gocce di pioggia che battevano incessantemente sui vetri bagnati a far ridestare Severus Piton, sul quale Fanny la Fenice aveva vegliato fino a quel momento con il suo fosco sguardo. Aprì gli occhi e, dopo un iniziale stato confusionale, si alzò di scatto guardandosi intorno con le sue palpebre ancora assonnate. L'orologio a pendolo in fondo alla stanza gli comunicava che aveva dormito per molte ore, decisamente troppe, per uno che si era visto puntare contro una bacchetta da parte di una persona di cui si era sempre fidato, e che gli aveva rivolto un'infinità di parole così ambigue da confonderlo ancora terribilmente.

Sprofondato nella stanza semibuia, Severus riuscì a disincastrare la sua bacchetta da una piega del divano e gettò un muto incantesimo in direzione delle candele, che si accesero improvvisamente illuminando l'ufficio di un caldo bagliore che nulla aveva a che vedere con il gelo che sembrava trasparire dalle finestre scosse dal vento. Dopo essersi guardato intorno per un attimo, Severus si alzò con l'iniziale intento di dirigersi verso la porta; dopo aver mosso soltanto qualche passo, però, la sua attenzione fu catturata da qualcosa che la sera precedente aveva forse mancato di notare.

La scrivania di Silente risultava diversa. Adesso, poggiati sulla superficie di legno chiaro, tra le pile disordinate di documenti, calici di cristallo e pregiate piume d'aquila, era evidente un grosso volume rilegato in nero sul quale giaceva quello che apparentemente sembrava un pezzo di pergamena. Più li guardava, più Severus si convinceva che quegli oggetti non ci fossero affatto stati il giorno prima, ma che Silente doveva averli posti lì dopo averlo addormentato. Lentamente, con passi misurati, Severus si avvicinò finché non li sovrastò con la sua ombra proiettata in direzione della libreria, e dopo una breve esitazione, allungò la mano per prendere la pergamena che scoprì contenere un messaggio.

Un mio caro amico una volta mi disse che in effetti c'è un modo per restare immune al morso di un Vampiro. Si tratta di un segreto di cui solo poche persone esistenti sono a conoscenza. In questo caso, penso che far quadrare il tutto sia facile quanto bere un bicchier d'acqua.

Albus

Severus rilesse il biglietto più volte, le sopracciglia nere aggrottate, e lentamente, dentro di sé, la muta domanda sul perché Silente gli avesse scritto quelle parole si fece prepotentemente largo tra i suoi pensieri. Ci vollero più o meno un paio di minuti, affinché Severus si accorgesse di non trovare alcuna risposta e gettasse lo sguardo sul tomo su cui la lettera era poggiata, un grosso libro che sulla copertina recava la vaga immagine di un uomo che passeggiava con un mantello nero mosso dal vento. Lo prese con le sue mani lievemente tremanti, e rigirandolo, notò una pagina con un orecchio piegato verso l'interno. Aprendo il libro in sua corrispondenza, si spaziò davanti a lui un fitto testo dall'aria complessa.

A Severus bastò leggere le prime righe per comprendere di cosa parlasse, e mano a mano che andava avanti i suoi occhi neri e solitamente imperscrutabili si allargavano. Ad un certo punto chiuse il libro con uno scatto secco che risultò quasi inudibile nel trambusto del diluvio esterno, nascondendolo sotto il braccio, e una volta infilatosi il biglietto nella tasca, dedicò un ultimo sguardo all'ambiente innaturalmente silenzioso prima di voltarsi e precipitarsi all'esterno della stanza.

***

Harry richiuse il giornale.

Sotto le sue dita tremanti, che tracciavano percettibili solchi sulla carta giallognola della Gazzetta del Profeta, ipocriti fiumi di parole scorrevano inesorabili fino alla fine della pagina. Frasi benevole, così odiosamente perbeniste da rivoltare lo stomaco, frasi che non c'entravano niente, assolutamente niente con ciò che era realmente accaduto la sera precedente.

Vampires ~ Incubus & Succubus [ Dramione]Where stories live. Discover now