Capitolo 29

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Video del capitolo:


Draco varcò la soglia del castello di Hogwarts, come un'ombra inghiottita dalla neve che trova la sua via di fuga.

Impossibile scorgerlo da una profonda distanza, tanto veloci erano i suoi passi e tanto forte era il desiderio di andarsene... di lasciare tutto quanto.
La sua testa era bassa, e le mani come al solito affondate nelle tasche. Mani tanto bianche da brillare, così perfette da non risultare umane.

Perché lui non lo era. Draco era molto, molto di più.
Era un qualcosa di dannato, di malefico, di innaturale.
E adesso ne avrebbe pagato il prezzo.

Forse uno sconosciuto non vi avrebbe badato molto; ma chiunque conoscesse Draco Malfoy si sarebbe accorto che c'era qualcosa di strano in lui, in quel momento.. Si sarebbe chiesto cosa c'era che non andasse.
Ma in fondo, chi se ne sarebbe preoccupato?

Forse, nessuno avrebbe notato la scomparsa della camminata fiera che lo aveva sempre caratterizzato. E non avrebbe neanche fatto caso ai suoi occhi, di solito perfidi e derisori, che adesso giacevano vuoti e terribilmente malinconici.

Niente più altezzosità, rigidità, la sensazione di essere migliore di tutti gli altri. Stavolta non c'era più nessuno da sottomettere, nessuno da comandare.
No. Non vi era più niente di tutto questo.

Draco Lucius Malfoy sapeva troppo bene ciò che lo aspettava, e ciò che sarebbe successo.
E non era più il solito. L'emozione che martellava scalpitante dentro di lui era solamente un inganno, una futile scusa a cui aggrapparsi per far finta che andasse tutto bene.
La paura non poteva trovare spazio nel suo corpo, per il momento.

C'era solo la rassegnazione, e la condanna che batteva i rintocchi della sua fine. Perché non ci sarebbe riuscito, non avrebbe mai potuto scappare da quel luogo.
Sfilò tra gli alberi del giardino, scendendo la collina.
Il delicato vento freddo lo sfiorava, senza colpirlo, come se anche Draco avesse fatto della stessa energia.

Ma non era vero. Lui era nemico della natura... era nemico di tutti.
Vero, era un bastardo. Un infame doppiogiochista a cui la fiducia degli altri non importava minimamente, e neanche dei loro sentimenti, dei loro pensieri.
Esisteva solo lui.

E infine, lei.

Come dimenticarla?, pensò Draco con un mezzo sorriso amaro, mentre apriva il cancello senza provocare il minimo cigolio.
La maledetta donna che era riuscita a... a fare cosa? A farlo innamorare?
Che cosa stupida. Lui non aveva cuore. Lui non poteva amare.

Negava a sé stesso che si sentiva cambiato, soffocava i brividi che gli percorrevano la schiena ogni volta che i suoi pensieri ricadevano su di lei, e anche se il suo cuore marciva, anche se il dolore lo annientava quando incontrava i suoi occhi così caldi, Draco sentiva di stare bene così.
Sapeva che era pericolosa, come del resto era consapevole di essere il colpevole della situazione.

La colpa era solo sua, di tutto quanto. Ma la sua dignità era sempre stata più importante di qualsiasi altra cosa, e non poteva permettersi di abbandonarla proprio adesso.
L'orgoglio, tentatore, che lo difendeva da ogni male.
E da lei.

Ma non era il momento di pensare alla Mezzosangue. A dir la verità, non era proprio il momento adatto per rievocare i ricordi.
Adesso doveva solo camminare, e sforzarsi di non lasciar vagare i pensieri verso la sua destinazione. Camminare verso ciò che lo aspettava.

Vampires ~ Incubus & Succubus [ Dramione]Where stories live. Discover now