Capitolo 16

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La pesante porta di legno della sala degli ingredienti si richiuse alle nostre spalle, ed io mi guardai intorno molto incuriosita. 

Ci trovavamo in una stanza dalle proporzioni molto vaste, illuminata appena da alcune torce dorate appese alle mura di pietra, che rischiaravano in modo fioco la moltitudine di scaffali e scompartimenti che la invadevano. Le file erano ingombre e ricolme di scatole e ampolle di tutti i tipi, che secondo il mio modesto parere avrebbero costituito il sogno di qualsiasi pozionista.

Notai però che era deserta; forse i Vampiri di quella Confraternita non impiegavano molto del loro tempo affinando quel tipo di arte; a dir la verità, non sapevo neanche se l'effetto che le pozioni producevano sugli umani fosse lo stesso che aveva su quelli della mia specie.

Avanzai di qualche passo, eccitata, e controllai le informazioni dal libro bluastro che stringevo ancora tra le mani candide.

« Uhm... erba di gerbice » dissi in tono un po' incerto, ma Claudius stava già procedendo verso uno scaffale poco più avanti, sormontato da decine di piccole scatoline etichettate.

Guardai l'Alp prendere un pizzico di erba giallognola tra le dita eleganti, per poi portarselo al naso e annusarlo. Poi si volse verso di me, e sorrise.

« E' sempre meglio accertarsene » disse, avvicinandosi porgendomi l'ingrediente ed una piccola saccoccia per contenerlo.

Io lo presi, mentre una strana sensazione mi avviluppava il cuore, e dopo aver risposto un tremante ‘grazie mille' capii cosa ci fosse che non andava. Mi ero bloccata, e noi ci stavamo fissando.

I suoi occhi lo stavano dicendo chiaramente, con uno strano bagliore luminoso attorniato da un oceano cremisi. Mi voleva.

Però non sembrava un avventato, il classico tipo che prende l'iniziativa. Pur fissandomi con desiderio, si manteneva a distanza, cosa che mi diede una grande sensazione di tenerezza.

Ed io, in un certo senso, gliene fui intimamente grata. Era un Vampiro straordinariamente bello, di buon carattere e la sua compagnia era piacevole, ma malgrado questo, non mi sentivo attratta da lui. Lo sentivo distante, come se appartenesse addirittura a un'altra specie, e avevo la certezza che tra me e lui non sarebbe mai potuto nascere nulla.

Anche perché... forse, i miei pensieri slittavano fin troppo spesso verso un altro Vampiro.

Il volto di Draco balenò bizzarramente nella mia mente, i suoi occhi freddi che mi fissavano come se davvero sapessero cosa stessi per fare. No... lui non era lì. E non avrebbe mai dovuto sapere niente!

Feci appena in tempo a scacciare per l'ennesima volta l'immagine di Draco, che vidi il viso di Claudius vicino al mio; mi stava scrutando curioso. Io deglutii.

« Era questo ciò a cui si riferiva Cheania poco prima? » sussurrai, incapace di trattenermi.

Un'ombra gelida attraversò gli occhi di Claudius, che si ritrasse facendo un passo indietro.

Si volse, dandomi le spalle.

Avevo toccato un tasto dolente, ed io mi sentii sprofondare. Ero stata poco sensibile, come mio solito, e in quel momento pensai che forse non sarei mai riuscita a tenere a freno la lingua.

« Claudius... mi dispiace » dissi all'istante, guardandolo.

« Non importa. Anzi... sono contento che tu mi... mi abbia fermato ».

Io mi accigliai, stupita, nel sentire la sua voce intrisa da un sottile velo di sofferenza.

« Oh » risposi solo, per evitare di fargli domande. Non volevo sembrare ficcanaso, e poi non sapevo quanto potessi spingermi in là con un Vampiro che non conoscevo da neanche molto tempo.

Lo vidi voltarsi con addosso un espressione diversa, più leggera. Sembrò sollevato, come se si fosse tolto di dosso un peso insostenibile che aveva rischiato di farlo marcire.

« Allora? Altri ingredienti? » chiese incamminandosi verso altri scaffali, ed io rimasi a guardarlo per vari istanti, un po' ammutolita.

Poi risposi al suo sorriso, e riaprii il libro. Certe volte, allontanare i ricordi risanava ogni ferita.

La mezz'ora restante la trascorremmo cercando altre erbe e pietre utili per la pozione, conversando normalmente ed in tono cordiale, senza naturalmente accennare niente circa ciò che era appena successo.

Poco dopo ci ritrovammo fuori da quella stanza, io decisamente felice e soddisfatta con una saccoccia piuttosto gonfia nella tasca della divisa, Claudius molto tranquillo e con un lieve sorriso sulle labbra.

« Come farai per tornare? Ti devo accompagnare io? » mi chiese poi con apprensione.

« Oh... no, non importa. Davvero... ormai è l'alba. Non può accadermi nulla » dissi, osservando il bagliore del sole al di là delle grandi finestre, anche se dentro di me non ne ero poi così sicura. Nel ricordarmi quella presenza di prima, delle brutte sensazioni che avevo provato, un brivido mi percorse la schiena. Ma, per l'amor del cielo, io non ero una codarda, e di certo non avrei esitato di fronte a dubbi così sciocchi.

« Non credo che Cheania approverebbe » replicò però Claudius, con la fronte aggrottata.
Evidentemente non voleva farmi pressione, ma neanche sorbirsi una lavata di capo da Cheania.

« Facciamo così... non appena sarò alla mia scuola, ti manderò un gufo. D'accordo? Se entro un'ora non hai mie notizie, ti autorizzo a preoccuparti ».

« Preoccuparti per chi? Per te o per me? » disse con un sorriso, che io ricambiai.

Stare con Claudius mi piaceva. Era un ragazzo diverso da quelli a cui ero abituata ultimamente.

Arrivammo nel corridoio che portava all‘Atrio, ed io mi fermai.

« Ah, giusto... tieni » gli dissi, tendendogli il libro che avevo ancora in mano. Ma Claudius scosse la testa, sorridendo.

« Lo riporterai a pozione finita. Dovresti venire più spesso ».

Annuii. In effetti, l'idea di passare un po' di tempo alla Confraternita non mi dispiaceva affatto.

« Salutami Cheania. Dille che avevo fretta ».

Claudius mi fissò per un attimo, prima di voltarsi.

« D'accordo. Aspetto il tuo gufo » disse, ed io giunsi in pochi passi fino all'Atrio, per poi varcare il portone.

Eh sì, era già l'alba. Una sottile striscia dorata delineava l'orizzonte, e segnava una linea inconfondibile contro il manto del cielo ancora azzurro scuro, invaso dalle poche stelle rimaste. I raggi di sole cominciavano già a filtrare attraverso i rami degli alberi in lontananza. Mi incamminai verso il tunnel, sentendo il calore della luce sulla mia pelle candida, che come al solito mi diede la sensazione che stesse bruciando in modo lieve.

Note:
Ecco il capitolo 16 ❤
Spero che vi piaccia :)
Grazie ancora a tutti per i voti, i commenti o solamente chi legge
Un megabacione
Noemi 💜

Vampires ~ Incubus & Succubus [ Dramione]Where stories live. Discover now