La prossima volta? pensa la ragazza, chiedendosi se il premier ha intenzione di farle altre sorprese simili. Forse dovrà ordinare il suo appartamento più spesso d'ora in avanti. «Mancherebbe del vino, non ci ho pensato.» aggiunge Conte, arrivato quasi alla fine della sua pizza.

«Come avrà capito, qua ho poco e niente...inoltre, se bevessi non sarei in grado di difenderla in caso succedesse qualcosa, Presidente.» gli fa presente Sofia, scostando una ciocca di capelli dal volto, e ricordandosi in quel momento in che condizioni pietose è. Non che lui ormai non l'abbia vista in condizioni peggiori, però, messi vicino, si nota la differenza tra i due.

Il Presidente la guarda con fare canzonatorio. «Ma come, Agente, stende la mia guardia migliore a terra ma si fa mettere K.O dall'alcol?»

Lei rotea gli occhi, e pensa che, se fosse il suo amico Francesco, gli avrebbe già dato un pugno sulla spalla, ma si tratta pur sempre di Giuseppe Conte, ed è meglio evitare. «Devo ammettere, mio malgrado, che quando bevo è l'unico momento in cui non sono pienamente in controllo di me stessa. È per questo che bevo in poche occasioni.» afferma lei, versandosi dell'acqua nel bicchiere.

L'unica luce che li illumina è quella della lampada sopra di loro, per il resto l'appartamento è avvolto nella penombra, e l'atmosfera alla ragazza sembra fin troppo intima e familiare. «Prima o poi voglio vederti brilla, Agente, sono diventato curioso ora. Se sei già diretta così, non oso immaginare con l'alcol.»

Sofia si ritrova a sorridere, perché ha ragione. «Potrei dire cose di cui mi pentirei, Presidente.» replica, perchè va bene che lei è sempre abbastanza diretta, ma ci sono tante cose che pensa e non dice, e ha paura finirebbe per far capire al premier l'attrazione che prova nei suoi confronti.

Se parecchio brilla, potrebbe arrivare addirittura a baciarlo.

E non le sembra il caso.

Lui la osserva incuriosito dalle parole. Ora ha finito la pizza. «Spero niente di brutto.»

La ragazza sospira. «No.» ammette. «mi dia il cartone, che lo vado a buttare.» cambia discorso, visto che hanno entrambi finito di mangiare.

Una volta buttato tutto, trova il Presidente in piedi, accanto al tavolo, con le maniche della camicia alzate fino ai gomiti, e lo sguardo fisso su di lei. «Me ne devo andare?» domanda, incerto sul da farsi.

Lei rimane in silenzio un paio di secondi. «Se vuole rimanere, mi fa solo compagnia, ma capisco se è stanco, visti gli impegni che ha avuto ultimamente.»

«Sì, sono un po' stanco.» le dà ragione. «ma non mi dispiace rimanere un altro po'. A Palazzo Chigi ci sono stato fin troppo tempo questo periodo...fumi?»

Sofia annuisce. «Ogni tanto, quando qualcuno mi offre una sigaretta...non le ho, visto che da sola non fumo mai.» risponde, per poi lanciare un'occhiata verso la terrazza. «mi segua.»

La terrazza è piuttosto piccola, dà la vista su una parte di strada e un altro palazzo, e ci sono due sedie. Sofia va a prendere un bicchiere d'acqua per poter poi spegnere la sigaretta, e trova il Presidente già accomodato. Adesso, è difficile distinguere bene i dettagli del suo volto, perché la luce dei lampioni è debole, e la ragazza si trova al quarto piano.

Sono seduti uno accanto all'altro.

Il premier tira fuori un pacchetto di sigarette, passandone una a Sofia. «Anch'io in genere fumo poco, quando sono parecchio stressato, e questi giorni lo sono stato parecchio.»

«Anche adesso lo è?» domanda la ragazza, girandosi verso di lui con la testa.

L'uomo si gira a sua volta, non riuscendo più a distinguere il colore dei capelli dell'agente, a causa del buio. «No.» risponde. «però fino a qualche ora fa lo sono stato, e la voglia di fumarmi una sigaretta non è passata.»

Protecting you. |GIUSEPPE CONTE|Where stories live. Discover now