"Io non bevo" confesso sapendo già cosa aspettarmi. L'opinione comune riguardo l'argomento è pressoché questa: "Vieni in discoteca e non bevi? Che sfigata". 

Penisero stupido quanto superficiale.

"Non bevi" ripete le mi parole, forse credendo di non averne appresso appieno il significato,  poi, fallendo, assume uno sguardo perplesso.  "non bevi...mai?" Domanda senza ancora esprimere un giudizio.

"Non mai. Bevo quando sono in famiglia e con gli amici raramente, ma in discoteca no".

"Perchè? Voglio dire...dev'esserci una ragione no?".

"Sai bene che con gli amici 'un solo bicchierino' non esiste, ed io non voglio ubriacarmi o farei cose di cui potrei pentirmi".

Pur restando ignare del motivo per il quale questo argomento venga trovato da tutti così interessante e di spunto per una serie fastidiosa e noiosa di domande, concedo alcune risposte.

"Cioè in passato hai fatto qualcosa di cui ti sei pentita? Hai un passato da ragazza facile? "Chiede ammiccando "capisci che intendo".

Un ghigno perverso invade si estende sul suo viso, risaltando la lucidità degli occhi, frutto dell'ebrezza alcolica.

"Certo che no" gli tiro un colpetto su un braccio in modo amichevole, sorvolando sul fatto che la sua battuta non sia stata affatto di buon gusto.

"Ho avuto una brutta esperienza e so cosa potrebbe accadere alzando un po' troppo il gomito per cui...".

"...Per cui non bevi più" mi precede.

"No" lo correggo "ma un drink tira l'altro, si sa..." lascio reggere il peso della testa alle mie braccia.

I suoi occhi non si staccano da me, mentre tentano di penetrare tra il groviglio intricato dei miei pensieri, ribelli come tori imbizzarriti al rodeo.

"Ok, non so cosa ti abbia traumatizzato così tanto, ma uno schottino te lo posso offrire, no?".

Incoino leggermente la testa verso destra mentre sollevo le sopracciglia, offesa ma anche divertita "Beh, Shawn Mendes, sei un ottimo ascoltatore vedo".

Ironizzo alludendo al suo mancato tatto.

"Dai uno solo, ti tengo d'occhio io caso mai ti venisse voglia di fare pazzie".

"Ah ah" ridicolizzo.

"Sono serio, giuro su..Tyler e sai che non posso scherzare".

"D'accordo" cedo di fronte alla dedizione del riccio "uno solo".

Ridendo sotto i baffi, richiama subito l'attenzione di uno dei camerieri chiedendo uno sbottino a testa.

"Beh, Taylor Austen" tossisce falsamente "sei un'ottima bugiarda vedo" tracanna un sorso del suo drink, ancora non terminato.

Spalancò la bocca fingendomi offesa ed indignata "Sono una cattiva ragazza in fondo".

"O piuttosto dire incoerente..o facilmente persuasibile..."

"Ok ok, concetto afferrato" ridacchio vedendo arrivare i drink, che buttiamo giù tutto d'un fiato.

"Forza, al mio tre tutto in un sorso" dice trovando la mia approvazione "Uno...due..." mi lascia la parola per farmi pronunciare l'ultimo numero.

"Tre" e ci mettiamo a bere lo shot dall'inizio alla fine concludendo la bevuta con espressioni strane causate dal sapore intenso del liquido. In quel momento ci mettiamo entrambi a ridere vedendo l'uno le espressioni dell'altro.

"Pensi sia stupido, non è vero?" Chiedo al ragazzo vicino a me dopo aver posato il bicchierino vuoto in vetro sul tavolo.

"Cosa?".

Dreamtime's overOnde histórias criam vida. Descubra agora