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"Dovrebbe essere qui". Tyler Parcheggia con attenzione l'auto sotto un apposito tendone bianco e lo stesso fa la vettura dietro, dove ci sono i restanti quattro di noi.

Siamo giunti a San Francisco in una mite e parzialmente nuvolosa giornata di giugno per assistere come invitati al matrimonio degli zii di Dylan.

La prima domanda che mi sono posta dopo essere venuta a conoscenza degli inviti è stata: cosa c'entriamo noi con quest'evento? L'unico che abbia avuto senso invitare è Tyler.

A detta di Dylan, i suoi zii, che se è possibile sono ancora più ricchi di lui, se hanno la possibilità di vantarsi di avere molti invitati, la sfruttano senza tentennamenti.

Hanno semplicemente detto al nipote: invita tutti gli amici che puoi.

Dunque noi siamo solamente pedine utilizzate per fare bella figura ed il fatto che io debba assistere ad una cerimonia del genere riguardante due persone completamente sconosciute, mi fa sentire abbastanza fuori luogo.

Dopo aver messo il freno a mano, scendiamo facendo attenzione a non rovinare i vestiti accuratamente scelti e stirati.

Indosso un abito rosa chiaro, lungo fino alle caviglie, con maniche lunge e trasparenti elegantemente decorate con del pizzo. I ragazzi invece, hanno optato, ovviamente, per uno smoking e dei jeans neri.

"Eccolo!" Grida Tyler non appena Dylan, con un espressione più persa che altro, compare nel nostro campo visivo e gli va incontro abbracciandolo "Dylanuccio, quanto ci sei mancato".

Io e Shawn lo salutiamo a nostra volta con un abbraccio, mentre gli altri si presentano e gli stringono la mano facendogli le congratulazioni per gli zii.

Ci dice di seguirlo e ci conduce nella chiesa, a pochi passi dal parcheggio, ma seminascosta da un classico vialetto alberato.

Entriamo, uno dopo l'altro, sfoderando i nostri sorrisi migliori a quei pochi anziani presenti che non appena ci vedono, commentano: Mamma mia Dylan, ma dove li hai presi questi bei fanciulli!

Ci accomodiamo nei posti indicati cercando di non dare troppo nell'occhio, senza guardarci troppo in giro e senza tentare di interagire con gli altri invitati. Insomma, qui non ci conosce davvero nessuno. Cosa penseranno? Sette ragazzi usciti totalmente dal nulla e che si fanno vedere solo in occasione del matrimonio.

Vedo Dylan piuttosto triste, ha lo sguardo vuoto e gli occhi assenti, come se non avesse più alcuna valida ragione per sembrare felice, ed in questo momento è assolutamente comprensibile.

Ha trascorso mesi nella paura e senza sapere cosa aspettarsi per poi finire totalmente privato di colei che l'ha dato alla luce e di colei con cui sperava di trascorre molti altri anni e forgiare altrettanti ricordi preziosi.

Hailey sta parlando con lui, ma il suo tono di voce è abbastanza basso ed il vocio incontenuto dei presenti non mi permette di distinguere nemmeno una parola.

Arriva il momento tanto atteso, così tutti tacciono e dalla porta a cui siamo di spalle, arriva la sposa, alta, capelli biondi raccolti in un'elegante crocca e smagliante come non mai. Seppur non l'abbia mai vista in vita mia, e ripeto, questo è imbarazzante, noto una particolare luce di speranza nei suoi occhi lucidi. Nonostante ciò, scorgo anche un lampo di preoccupazione attraversare i suoi occhi, come se temesse di non star facendo la cosa giusta, oppure avesse paura di non poter reggere la tensione del momento.

Porta un vestito tutt'altro che semplice: è stretto nella parte del petto, senza maniche ed ha una scollatura forse eccessivamente profonda sia davanti che dietro, mentre la gonna è larga ed ha uno strascico notevolmente lungo ed impreziosito da micro diamanti.

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