"Tutti pronti?" Chiede Tyler, pur consapevole del fatto che Shawn manchi all'appello.

Davanti alla porta d'ingresso pronti per uscire, ci domandiamo perché l'organizzatore della serata sia così eccitato. Non ci sarebbe da stupirsi se si mettesse a saltellare come un clown da circo da un momento all'altro.

"Ok, possiamo andare" dice ironico non ottenendo alcuna risposta e iniziando ad aprire la porta. Proprio in quel momento arriva Shawn senza troppa fretta, per non rischiare di rovinarsi la pettinatura, frutto di duro lavoro.

"Nono, eccomi" dice tutto trafelato. Si sistema la camicia assicurandosi che sia ben messa nei pantaloni, poi tira giù bene le amiche chiudendosi i bottoni alle estremità.

"Shawn" lo accoglie l'amico "Sapevo che c'eri anche tu, non mi ero mica dimenticato" lo deride.

"Figurati" risponde lui a metà tra il divertito e l'indifferente.

Il modo in cui scherzano e si prendono in giro a vicenda è davvero buffo; talvolta Shawn lo ignora, forse perchè già fin troppo pago dei suoi giochetti e dispettini continui.

Mentre Tyler sta per dare l'ultimo scatto di chiavi, noto Shawn soffermarsi un po' troppo su di me, il suo sguardo si poggia ad intermittenza per non farsi notare.

Usciamo percorrendo il vialetto sterrato fino al cancelletto e raggiungiamo la macchina.

 Sento ancora lo sguardo del riccio bruciare su di me lo, pur essendo davanti a lui e non potendo quindi vedere a cosa rivolge realmente l'attenzione.

Impedita nella camminata da scomodissime scarpe nere col tacco, mi compiaccio almeno del mio outfit,  elegante e sobrio allo stesso tempo: un paio di jeans attillati a vita alta, anch'essi neri ed un di top bianco con una scollatura a cuore e dei brillantini sul petto come tocco di classe.

Il top è un regalo di mia sorella, molto azzeccato per giunta.

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All'alba delle 11:30 la discoteca 'Sunset Angel',  distante circa venti minuti scarsi dalla villa, si staglia imponente davanti a noi. Superati i bodyguard, ci facciamo spazio tra la folla riuscendo ad entrare in pochi minuti.

Con me ho solo una pochette bianca per il telefono, un burrocacao ed un pacchetto di fazzoletti, che poso nell'apposita stanza così da non doverla tenere per tutta la serata. Teniamo  solo i telefoni, che certamente non potremmo abbandonare in una sala isolata della discoteca o farebbero una brutta fine, temo.

Nonostante sia relativamente presto e la stanza ancora piuttosto vuota, la musica ha già un discreto volume.

"Ve l'avevo detto io che era troppo presto" si lamenta Tyler.

"Finiscila" lo liquida Shawn con noncuranza.

Questo locale è davvero piacevole. Ho frequentato alcune discoteche negli ultimi anni, anche se non così tante perchè sono un'abitudinaria, ma questa è la prima che mimi sorprende, ha quel non so che. Nonostante sia un semplice locale notturno, trovo che abbia una certa eleganza.

L'atmosfera è rilassante, lucine colorate sparse in ogni angolo della sala, dal pavimento al soffitto e addirittura sul bancone generano la perfetta atmosfera serale. Il locale è contraddistinto da zone in cui piccoli divanetti rossi si riuniscono intorno a tavoli bassi ed altre in cui alti tavoli da cocktail sono accompagnati alti sgabelli.

In nemmeno un quarto d'ora il locale si riempie del tutto e Dylan sparisce senza dire nulla.

Dopo aver passato almeno un'ora a parlare con mia sorella con l'intento di concludere davvero la discussione di oggi, lasciata in sospeso, abbiamo fatto un po' le cretine sulla pista da ballo divertendoci come pur non sapendo ballare.

Finchè il divertimento è terminato e mi sono ritrovata seduta ad un tavolino a fissare il vuoto cosmico.

Hailey e Tyler sono al bancone a socializzare, stranamente ancora sobri, ma credo ci vorrà poco perchè si lascino andare, e sono sicura che lo faranno.

Quanto a Shawn...eccolo che arriva, si dirige verso me con un espressione strana, come se avesse in mente qualcosa e senza trovare un pretesto mi chiede "posso?" Indicando il posto vuoto accanto a me. Beh, qualcuno dovrà pur riempirlo, no? Annuisco subito realizzando di desiderare disperatamente un po' di compagnia.

Sposta con mia sorpresa il suo sgabello più vicino a me, così da potersi godere anche lui la visuale sui due piccioncini al bancone.

"Hai sete?" Chiede ad un certo punto.

"Nono, sto bene così grazie".

Passa qualche secondo senza che nessuno dei due dica assolutamente nulla, finché riprende a parlare.

"Non vuoi che ti offro un drink?" Insiste "non bevi da quando siamo usciti di casa".

"No, davvero".

"Ok" dice solo.

Ok, penso nella mia testa sperando che non faccia altre domande di questo tipo.

Noto che ogni tanto continua a girarsi e il suo sguardo sembra volermi torturare per non avergli detto ciò che voleva.

"Va bene" decido di rinunciarci "te lo dico, tanto alla fine lo avresti capito comunque dato che vivremo insieme per altri sei mesi" faccio una pausa girandomi per vedere la sua espressione e lo vedo perplesso ma allo stesso tempo attento a ciò che sto per dire.

Dreamtime's overWhere stories live. Discover now