Nodi districati

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Non gustavo una cioccolata talmente squisita da mesi, dolce e amara, come la vita, una bevanda che ho sempre amato, pura poesia per il palato e le papille gustative. Mensole in legno di media gradazione, né scuro né chiaro, in tipico stile vintage, bancone in legno chiaro con venature visibili che danno un tocco di classe. Piccole lampade basse scendono fino a pochi centimetri dalla testa dei clienti seduti, creando un'atmosfera intima ed accogliente, luce soffusa, leggera e delicata. Tavoli circolari sostenuti da piccole gambe incurvate sotto il peso della sua superficie ruvida ed irregolare, perfetta per chi ama il retrò e le tranquille baite di montagna. La sera, piccole lucine bianche si accendono lungo tutto il contorno del soffitto creando un ambiente magico e fantastico.

"Mi porterebbe un bicchiere d'acqua per favore?" Il barista annuisce e in un attimo ho la possibilità di rinfrescarmi la bocca, ancora ustionata dalla dolce prelibatezza consumata troppo rapidamente. Percepisco qualcuno accanto a me girarsi a guardarmi e dopo la seconda volta che accade, mi giro e vedo Shawn. Proprio lui, che si rigira subito dopo incontrando il mio sguardo, come a voler realizzare di non avermi confuso per qualcun altro.

"Taylor" dice con tono più entusiasta di quanto mi sarei aspettata. Sorrido senza sapere il perché e ricambio il saluto, lui si avvicina in un posto accanto a me al bancone.

"Come va?" Chiede.

"Onestamente" alzo appena gli occhi al cielo "non molto bene, ma sempre meglio" sorrido. "Tu?".

"Wow" resta scioccato.

"Cosa?".

"È realmente la prima volta da quando ti conosco che rispondi sinceramente a questa domanda" ride, quasi emozionato.

"Beh, sono cambiate un po' di cose" abbasso lo sguardo sul mio bicchierino, poi finisco l'acqua.

"Io comunque me la cavo, sai ho pubblicato un album". Mi lascia spiazzata.

"Cos..quell'album?" Mi riferisco a quello che non aveva potuto pubblicare anni fa a causa delle difficoltà economiche in cui la sua famiglia riversava.

"Quell'album" dice fiero.

"Wow Shawn, sono felice per te!" Mi guardo in torno "te la cavi eh?"

"Devo essere modesto, almeno per un po' ancora" ridiamo.

"Ma, come è successo?".

"Diciamo che ho rischiato un po', ora siamo messi meglio in quanto a soldi e ho voluto provarci".

"E..?" Insisto dando per scontato o piuttosto pretendendo che mi sveli tutti i dettagli della sua ascesa al palcoscenico.

"E sta andando piuttosto bene, sta vendendo abbastanza. Alcuni già mi conoscevano dalle cover che postavo".

"Cavolo...quindi" alzo le sopracciglia "mi stai dicendo che sono seduta vicino ad una celebrità...che onore" lo elogio.

"Oh, non esageriamo. Ehi ma ho saputo da Ty che Cassie sta con voi ora, come sta?".

"Ah si, si i suoi genitori sono molto freddi con lei quindi è venuta qui con noi, ormai siamo come sorelle. Sta bene, come sempre" tengo nascosto il suo segreto, proprio come mi ha chiesto.

"Menomale".

I mesi trascorsi mi hanno fatto quasi 'dimenticare' o forse solo accantonare tutte le discussioni che abbiamo avuto, anche perché in fondo ci siamo sempre voluti bene, quindi quello è passato in secondo piano ormai. È come se, ritrovandoci, tutto sia diventato più facile, come se il tempo avesse allietato il dolore e curato certe ferite.

"Tyler come sta?" Domando ricordandomi del tenero cucciolo che il riccio si porta sempre appresso.

"Bene, lui sta benissimo, è sempre il solito sai".

"Mmh immagino, beh salutamelo".

"Certo, se vuoi potresti passare a salutarlo una volta, gli farebbe piacere" propone, ed io liquido con un 'si, vediamo' tipico di chi si rivede dopo tanto tempo, ma non ha davvero intenzione di combinare. Mi manca Tyler, ma non sono sicura sia una buona idea andare a casa sua o di Shawn oppure addirittura ricominciare ad uscire tutti insieme. Vedremo, appunto.

"Che ne pensi di lui e tua sorella?" Tira fuori l'asso dalla manica.

"Loro.. cioè voglio bene a tutti e due, Tyler è un bravo ragazzo quindi.." giro intorno alla risposta senza esprimere una posizione specifica.

"Ma?".

"Ma niente".

"Nah, c'è un ma, lo so, avanti parla non dirò nulla".

"Prometti?".

"Prometto solennemente" sorride curioso, mettendosi addirittura una mano sul cuore, così lo accontento.

"Ok, beh credo che non dureranno troppo, sono così simili, non può funzionare. Ovviamente gli auguro di si, però...".

"Ed è una cosa negativa che siano simili?".

"Si, per una coppia si, due che sono fidanzati secondo me si devono completare" rido e lo guardo "non per tirare fuori sdolcinate frasi fatte, ma in fondo è vero. Ciò che non ha uno ce l'ha l'altro e in questo modo ci si aiuta a vicenda".

"Mmh, vero. Si ha senso".

"Essere simili forse è una cosa positiva per gli amici, in quel caso si" dichiaro.

"Sono diventata troppo profonda, fermatemi" ironizzo sul fatto di aver tirato fuori un discorso così articolato. Lui ride e smette di bere per un po'. O quel caffè è il più lungo del mondo o sta facendo finta di berlo per fermarsi più a lungo ed usarlo come d'estrazione tra una battuta e l'altra.

"Decisamente, sei troppo saggia".

"Sai, ho iniziato l'università" cambio tematica.

"Si? E cosa fai?".

"Lingue, finalmente aggiungerei, mi piace troppo.. tutto quanto: l'ambiente, i professori, le materie" divago lasciando che mi osservi per tutto il tempo.

"Beh è da dire che San Francisco è il top" scherza "hai fatto bene a venire qui" sembra tornare serio e distoglie lo sguardo subito dopo.

"Vieni spesso qui?" Domanda.

"Ogni tanto, mi piace un sacco questo locale. Vengo a volte a fare colazione prima di andare in università, oppure con Cass o Hay per fare merenda".

"Si anche io lo adoro, è tranquillo, c'è sempre poca gente" prende un sorso del suo caffè e poggia la tazzina sonoramente sul piattino "allora magari ci rivedremo" fa per alzarsi.

"Mi ha fatto piacere rivederti" mi sorride dolcemente, facendomi scattare qualcosa dentro, di nuovo quella sensazione allo stomaco, avvolgente e letale, stupenda ma spaventosa. "Anche a me" lo saluto, vedendolo uscire dal bar e incamminarsi verso la via principale.

Dreamtime's overWo Geschichten leben. Entdecke jetzt