21

29 2 2
                                    

La vita, a Shadowland, scadeva nella più completa monotonia, niente a che fare con le grandi città come Londra o Roma.

Di ritorno dal suo viaggio in Italia, Bethsabea aveva iniziato a spedire nuovi curriculum e a tenere i primi colloqui con le aziende che avevano risposto precedentemente.

La routine l'aveva inghiottita in men che non si dica e perciò il matrimonio a cui era stata invitata da Serena solo per farsi perdonare appariva come la luce in fondo al tunnel di una vita che Beth non avrebbe voluto.

Si era preoccupata, in quei giorni, di cercare un bell'abito da indossare, ma alla fine aveva ripiegato su un vestito turchese che già possedeva, comprato per uno dei milioni di eventi mondani a cui aveva preso parte i suoi genitori.

Il matrimonio si sarebbe svolto a Belfast nel pomeriggio, indi per cui Alec era passato a prenderla verso ora di pranzo e insieme era arrivati, dopo un'ora e mezza di automobile, all'albergo che aveva prenotato per entrambi.
Era un bed and breakfast dall'aria accogliente e le loro stanze erano una di fronte all'altra.

"Se ti senti sola puoi venire a farmi compagnia" le aveva proposto Alec con un ghigno malizioso prima di chiudersi la porta alle spalle e continuare a sorridere.

Beth gli aveva rivolto un'occhiataccia senza smettere di pensare a quanto fosse impicciona sua madre.

"Quindi vai con Alec al matrimonio?" le aveva domandato Vanessa mentre la osservava chiudere il borsone con lo stretto indispensabile per la notte passata fuori casa.

"Si mamma" le aveva risposto Beth, irritata poiché era la milionesima volta che le faceva quella domanda.

"Hai detto che è una sua amica, vero?" aveva quindi continuato.

"Si mamma" le aveva riservato la stessa risposta che aveva dato in precedenza.

"Ma quindi state insieme?" gli occhi vispi puntati sulla figlia, in cerca di un cambiamento e un sorrisino soddisfatto sul volto.

"Si mamma" stava ripetendo come un automa, pregando che la lasciasse in pace.

"Possibile che io sia sempre l'ultima a sapere le cose, ma insomma!" si lamentò allora, consapevole che la figlia non la stesse ascoltando davvero, ma decisa comunque ad andare in fondo a quella storia.

"NO mamma!" si era corretta in fretta la giovane, ma troppo tardi aveva abbassato il viso fingendo di sistemare il borsone così la madre aveva notato il rosso intenso che si era dipinto sulle sue guance.

Mentre la riflessione su ciò che stava macchinando sua madre procedeva a gonfie vele, Bethsabea aveva anche iniziato a prepararsi per la cerimonia, indossando i gioielli e il rossetto rosso intenso e ritoccando il trucco che aveva applicato da casa, aggiungendo solo l'ombretto chiaro.

L'abito che aveva deciso di indossare aveva una scollatura a cuore e una fascia stretta sotto al seno, al di sotto della quale si apriva una gonna ampia lunga tanto da coprire anche le scarpe. Sulle braccia e sul petto, dipartendo dalla scollatura stessa, presentava una retina lavorata dello stesso turchese del vestito e con dei ricami.

Mentre tentava di tirarsi su la zip con non poca difficoltà, Alec bussò alla porta.

"Bea, sei pronta?" domandò poggiando la testa alla porta per assicurarsi di sentire la risposta.

"Capiti al momento giusto" gli disse la giovane aprendo la porta con una mano e reggendosi l'abito sul petto con l'altra, "Tirami su la zip".

Gli stava dando le spalle e teneva la testa bassa per raccogliere meglio i boccoli biondi ed evitare che si incastrassero nella zip, e Alec non poté fare a meno di sussurrare un "Sei bellissima" che la fece arrossire incredibilmente.

Le sue mani fredde le sfiorarono la spina dorsale fino alla chiusura definitiva della zip, provocandole brividi lungo tutta la schiena.

"Dici che è un peccato rovinare questo rossetto?" domandò malizioso, avvicinandosi avidamente alle sue labbra.

Ma Betsabea non avrebbe ceduto così, non dopo aver saputo la verità, non quando sua figlia stava per fare da damigella al matrimonio della sua ex ragazza il cui compagno lo odiava.

"Certo che si" lo spintonò la bionda afferrando la borsa e chiudendosi la porta alle spalle. Erano pronti per la cerimonia, non restava far altro che recarsi in Chiesa e poi al ricevimento.

Alec avrebbe dovuto badare a Rebecca per tutto il giorno, premurandosi che non fuggisse con le fedi e che non si perdesse tra la folla.
Assolvere a quel compito con una bambina del genere era alquanto difficoltoso, ma lei rispondeva meglio agli ordini del padre rispetto al trattamento riservato a sua madre, per cui Alec dovette solo riprenderla un paio di volte mentre tentava di disfarsi degli anelli.

Bethsabea ebbe l'impressione che l'avrebbe volentieri assecondata se avesse potuto, ma l'ira funesta di Serena lo terrorizzava.
Tuttavia, mentre erano in macchina diretti al ricevimento, Rebecca imbastì una brevissima conversazione.

"Ma tu sei la fidanzata di papà?" domandò a bruciapelo a Beth, mettendola in notevole difficoltà.

"Chi te lo ha detto tesoro?" domandò dolcemente Alec, già sospettando la risposta.

"Will. Dice che sei solo il suo nuovo giocattolo" aggiunse esplicativa mentre Alec induriva la mascella e respirava profondamente.
"Ma io non capisco, esistono i giocattoli veri?".

Beth si accorse di quel mutamento repentino di umore anche a causa del suo piede che pigiò più forte sull'acceleratore, facendo sussultare l'auto.

Gli posò una mano sul braccio, intimandogli di calmarsi, e rispose alla bambina: "Non dovresti ascoltare proprio tutto ciò che ti dice Will".

E poi calò il silenzio.

Figlia di un giuramento (o forse due)Where stories live. Discover now