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La mostra era andata avanti nel migliore dei modi. Beth era stata per tutto il tempo l'ombra di Vanessa, scambiando chiacchiere e risate con quasi tutti i presenti, ovviamente conoscenti di sua madre, per un motivo o un altro. Si erano intrattenuti del tempo anche i due Fisher, scoprendo che Ryan stava per sposarsi con una donna italiana mentre Alec al momento era in cerca di un'occupazione.

L'unico momento in cui sua madre si era allontanata per andare alla toilette, il giovane aveva sfruttato l'occasione ghiotta e subito si era furtivamente avvicinato a lei.

"Chi non muore si rivede" le sussurrò all'orecchio, mettendosi accanto a lei. Era più alto di una manciata di centimetri, ma nonostante ciò riusciva a metterla in soggezione.

"Non mi pare tu mi abbia cercato" replicò con sicurezza la donna, procedendo a osservare il quadro seguente e dandogli le spalle. Non voleva che percepisse l'effetto che aveva su di lei, i brividi che avvertiva lungo la schiena scoperta e il respiro improvvisamente mozzato.

"Questo vestito ti sta d'incanto" la elogiò sinceramente, soffermandosi ad osservare i suoi boccoli biondi che le solleticavano la colonna pallida.

"E io che pensavo che mia madre mi avrebbe ucciso a vista" replicò salace, sfoggiando l'ironia, la sua arma migliore. Alec ridacchiò, affiancandola nuovamente, stando in silenzio fino al momento in cui Ryan li raggiunse.

"Non starai mica importunando questa giovane donna" esordì Ryan, soffermandosi ad osservare il particolare quadro davanti cui i due si erano appostati.

"Non mi permetterei mai" rispose il fratello minore facendole l'occhiolino, questa volta apertamente, senza curarsi del resto degli ospiti, e suscitando le risate di Ryan.

"Ignoralo" le disse lui, prendendola sottobraccio e sorpassando Alec, il quale rimase interdetto dietro di loro. Tuttavia si apprestò a raggiungerli nuovamente, senza mai perdere di vista la figura di Beth che pareva volteggiare nel lungo abito rosso.

"Ci ho provato, ma Alec è un gran prepotente" spiegò Beth, spiando la reazione del sopracitato. Egli si accigliò leggermente, poi sorrise malizioso ai due e li affiancò.

"Non ti conviene chiamarlo Alec davanti ai nostri genitori, non credo gradirebbero" spiegò Ryan, continuando a camminare. Non sembrava però stupito della risposta di Beth, come se fossero esattamente le parole che si fosse aspettato di sentire.

"Vi lascio soli. Alexander, comportati da gentiluomo" lo ammonì Ryan prima di sparire tra la folla di curiosi che si aggirava imperterrita tra i dipinti.

"Non credevo fossi in Italia" buttò lì Beth senza osservarlo negli occhi. Quando avevano passato quella notte a parlare sul divano del suo appartamento, aveva appreso della sua giovinezza italiana, ma non sapeva che intendesse ritornarci.

"Nemmeno io" replicò, riferendosi ovviamente alla sua presenza lì. In effetti, era più logico che vi si trovasse lui, che ivi era cresciuto, piuttosto che lei, turista in quella terra che era natia di sua madre.

"Sono stata a Firenze da una collega e ho deciso di venire a trovare mia zia" spiegò la bionda, abbandonando in definitiva la visione dei dipinti per spostarsi in un luogo più appartato al fine di poter parlare in tranquillità con il suo interlocutore.

"Ho dato l'esame finale al corso e dato che mio padre non mi voleva tra i piedi mi ha spedito qui" spiegò con tono onnisciente, quasi distaccato, come se non gli importasse davvero ciò di cui stava parlando. Beth lo guardò leggermente stranita, facendolo sorridere con mestizia. Era palesemente un sorriso triste e alquanto malinconico.

"No, non vado d'accordo con mio padre" affermò con tranquillità, come se la questione non lo toccasse minimamente, come se stesse solo riferendo parole che non gli appartenevano.

"Perché?" domandò senza accorgersene, lasciando che la curiosità che aveva sempre animato le sue giornate prendesse il sopravvento anche in quella situazione.

"Diciamo che non sono solo il più piccolo dei suoi figli, ma anche quello più presuntuoso, arrogante e indisponente" spiegò guardando un dipinto lontano da loro, ma senza osservarlo per davvero. I suoi occhi parevano persi in chissà quale ricordo.

"Non ho sentito nemmeno un aggettivo positivo" lo schernì la bionda, tirandogli una gomitata tra le costole fasciate da una attillata camicia bianca. Non lo aveva mai visto così abbattuto e le sembrava assurdo che fossi il solito malizioso e spiritoso Alec.

"Gli ho dato del filo da torcere" continuò il suo racconto, sorridendo alla donna che cercava di tirargli su il morale in un modo dannatamente adorabile.

"Non sono stato un figlio facile da gestire, e non ho cercato di alleggerirgli il compito" terminò, riferendosi probabilmente alle sue malefatte di adolescente.

"Non che adesso tu lo sia" lo provocò la giovane facendogli l'occhiolino. In fondo poteva anche provare a rallegrargli l'umore con un po' di sane frecciatine.

"Hai qualcosa da ridire, Bea?" domandò, sottolineando l'abbreviazione del suo nome completo, l'unica parte che aveva compreso quella sera in discoteca.

"Assolutamente" rise la bionda, lasciandosi scostare una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Era un gesto amichevole, senza alcun doppio fine, ma facilmente fraintendibile, soprattutto da una madre avida di storie d'amore.

"Beth, io... Oh, scusate l'interruzione" disse con un tono estremamente malizioso. Sicuramente, una volta a casa, le avrebbe fatto il terzo grado.

"Io devo andare in un posto con Carlotta, ti invio l'indirizzo di casa sul telefono, sono sicura che Alexander ti darà un passaggio" concluse facendo l'occhiolino al ragazzo e sparendo nuovamente.

Beth si coprì gli occhi con le mani e si abbandonò a un lungo sospiro, certa che le cose non sarebbero per niente andate bene, mentre Alec rideva affettuosamente di lei.

"Fossi in te non direi così, in meno di mezz'ora i tuoi sapranno che ci frequentiamo" spiegò la giovane con tono stanco, spossato. A volte non tollerava la verve pettegola di sua madre.

"Quindi ci frequentiamo adesso?" domandò malizioso, posandole le mani sui fianchi e lasciando che un sorriso irriverente gli arcuasse le labbra. Adesso i suoi occhi erano calamitati su di lei, non parevano più persi in altri pensieri.

"Non fare l'idiota, è mia madre che ha una bocca spropositata" concluse definitivamente, sorridendo a sua volta al ragazzo di fronte a sé e augurandosi di trascorrere un bel fine serata.


N.d'A.

Siete pronti per il post serata? Beth tantissimo, anche se non sa cosa aspettarci... Voi cosa credete che succederà? Sarà il momento dei corpi o il momento della anime?

flyerthanwind

Figlia di un giuramento (o forse due)Where stories live. Discover now