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Cassandra, la coinquilina di Bethsabea, era originaria di Manchester, ma si trovava a Londra per fare un corso da personal trainer. Dato che quel week-end i suoi genitori non sarebbero stati a casa, aveva pensato bene di invitare i suoi coinquilini per trascorrere un fine settimana insieme.

Beth aveva osservato Isabelle mentre indossava un maglione lungo e sorrideva spassionatamente ricordandosi chissà quale episodio. Era sempre elegante, Isabelle, anche con un semplice maglione e un pantalone nero. A parere di Beth, era possibile perché lei aveva l'animo elegante. Era una persona buona, tranquilla, che sapeva come farsi amare, ed era sempre perfetta, anche mentre in un posa poco elegante si allacciava i mocassini. Beth credeva che fosse una questione d'aspetto, oltre che di portamento. Non era molto alta, era più bassa di lei e aveva i capelli ricci marroni che le ricadevano con delicatezza sulle spalle e sulla schiena; gli occhi, invece, erano grandi e profondi, anch'essi marroni, da cerbiatto, e non c'era da stupirsi che il dolce Patrick ne fosse rimasto ammaliato.

Cassandra, invece, era l'opposto di Isabelle. Aveva i capelli molto corti, biondi, sempre sparati, e piccoli occhietti decisamente troppo scuri. Era una sportiva, quindi aveva un bellissimo fisico tonico ed era piena di energie tanto da essersi guadagnata il soprannome di Hurricane. Lei non sapeva star ferma un attimo: mentre tirava giù la felpa stava già indossando la tuta e contemporaneamente prendendo le scarpe.

Beth, a sua volta, si definiva imbranata. Non era elegante d'animo come Isabelle né una donna iperattiva come Cassandra, ma casini ne combinava di buoni. Giusto per fare un esempio, di prima mattina si era versata il bicchiere col succo d'arancia addosso, ma per fortuna indossava solo una vecchia maglietta consunta. Lei era molto attenta all'abbigliamento, questa abitudine gliel'aveva trasmessa la madre. Era una donna molto elegante, la madre, e lei aveva sempre tentato di imitarla fallendo miseramente, così alla fine aveva deciso di essere sé stessa e creare un proprio stile, un misto di eleganza e sportività.

"Forza ragazzi che parte il treno" li incitò la bionda mentre scendeva per le scale il suo trolley. L'ascensore era ancora rotto così erano stati costretti a scendere le valigie a mano. Tranne Isabelle, naturalmente, perché la sua l'aveva presa Patrick.

Ad averlo un fidanzato così gentile...

La distanza Londra-Manchester veniva coperta in circa due ore, durante le quali Cassandra aveva illustrato loro il programma per quel week-end alternativo.

"Allora" aveva esordito in uno degli scompartimenti del treno, "Questo sarà un week-end fantastico! Quando arriveremo ci riposeremo un po' e poi stasera andiamo a ballare in un locale. Domani pranziamo fuori e poi andremo a vedere il concerto di una mia amica, dopodiché la sera stiamo a casa e vi presento altri miei amici. Domenica, invece, pranzo in famiglia dai miei nonni, poi tornano anche i miei genitori e il pomeriggio ripartite".

"Ripartite? Perché, tu non vieni?" domandò confuso Seth.

"No, io mi fermo qualche giorno con i miei perché il mio insegnante ha un problema di salute e il corso è interrotto per un paio di giorni".

Il treno sfrecciava lontano dalla cupa Londra e poi nei campi inglesi, fino a giungere al borgo metropolitano in perfetto orario. Beth non l'aveva mai visitata, ma Manchester già si prospettava essere una bella città.
Dopo aver posato le valigie da Cassandra, i ragazzi rimasero lì a dormire mentre la padrona di casa portò Isabelle e Beth a vedere qualcosa di interessante.

Innanzitutto si recarono alla John Ryland library. Situata non lontano dalla chiesa di St. Mary, il palazzo che ospitava la libreria diede a Beth l'impressione di essere un palazzo signorile. Color marroncino ravvivato da ampie bifore, si imponeva rispetto a quelli adiacenti soprattutto per le sue "torrette" laterali e dalla volta centrale. L'interno era sontuoso, del primo novecento, e il soffitto era costituito da numerosissime volte a crociera che lo rendeva, se possibile, ancora più particolare.

Dopo una breve passeggiata al parco di Castelfield, le tre ragazze si diressero al vicino museo delle scienze e dell'industria, un ambiente del tutto diverso dalla libreria ma ugualmente affascinante e ricco di storia, dove ammirare evoluzioni di automobili, battelli e velivoli in una mostra decisamente ben organizzata.

Mentre giravano per la città scattando foto ovunque si trovassero, si fece tardi e tornarono a casa per prepararsi alla serata nel locale di cui Cassandra gli aveva parlato.

"Non si trova nel Nothern quarter, dove è concentrata la vita notturna" aveva spiegato mentre infilava, senza calze, un vestitino che lasciava scoperti i fianchi comprato da Abercrombie poco prima di partire e i tacchi, "Ma leggermente fuori città. Non essendo accessibile proprio a tutti ci si può respirare dentro, ma soprattutto non ci vanno quelli al di sotto dei 18 anni, quindi niente ragazzini".
Se per vestirsi Cassandra era stata così veloce, non fece altrettanto per il trucco. Infatti impiegò bene quaranta minuti per applicare tutta la quantità di make-up di cui riteneva aver bisogno.

Isabelle, invece, optò per un più semplice vestitino nero, un copri spalle dello stesso colore, calze e scarpe, e poi si ricongiunse a Patrick che stava aspettando nell'altra stanza. Che uomo paziente che era, anche per sopportare le infinite lamentele di Mark e Seth. Erano tutti e tre dei bravi ragazzi, Beth lo aveva capito subito, e per questo era nata una splendida amicizia tra i sei coinquilini.

Beth non sapeva mai cosa indossare, e quel venerdì sera non fece eccezione. Dopo aver rovistato nel trolley nella speranza di trovare qualcosa di adatto, scelse un pantaloncino bianco e una camicetta nera. Si fece prestare un paio di calze da Cassandra, che a quanto pareva a casa propria soffriva il caldo dato che usciva praticamente mezza nuda con pochi gradi all'esterno, e indossò gli stivaletti alti che aveva comprato.

Vedere quegli stivali le aveva fatto pensare alla notte in discoteca, al dopo serata con Alec e al suo forte odore di dopobarba, perché solo quello poteva essere l'aroma impresso indelebilmente sulle sue guance, e una ventata di un sentimento strano l'aveva avvolta, forse nostalgia. Lo cacciò via bruscamente e corse a godersi la serata con gli amici, contenta che fosse finita diversamente dall'ultima che aveva passato in discoteca.

N.d'A.
Niente, Alec è presente anche quando fisicamente non c'è! Bethsabea non riesce prorpio a toglierselo dalla testa... Ma come biasimarla?!
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flyerthanwind

Figlia di un giuramento (o forse due)Where stories live. Discover now