We've failed (ARDETH)

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Essere un Medjai comporta serie responsabilità: sin dalla virilità abbiamo giurato di tenere lontano il male ad ogni costo e con qualsiasi mezzo, accettando di rinunciare ad una vita normale e sociale pur di mantenere la fedeltà verso il nostro compito.

Non mi è mai capitato di avere dei rimpianti o ripensamenti al riguardo.

In quanto discendenti delle sacre guardie del faraone, Seti I, da oltre tremila anni i nostri occhi vegliano silenziosi come quelli di un falco sulla città dei morti; se il male che si cela sotto quelle sabbie tornasse alla luce, le conseguenze dell'antica maledizione che tiene prigioniero il sacerdote Imhotep si abbatterebbero rapidamente su di noi e sul mondo intero, ed a quel punto sarebbe la fine.

Non potendo tenere sotto controllo aree lontane dal territorio desertico, talvolta mandiamo alcuni del nostri sotto altre spoglie e li usiamo come punti di riferimento; proprio tramite un contatto dal Cairo abbiamo ricevuto l'avvertimento di tenere d'occhio una donna, suo fratello e sua cugina in possesso della mappa e della chiave che serve per aprire il sarcofago di Imhotep ed oggetto fondamentale per la sua risurrezione.

Evelyn e Jonathan Carnahan, insieme a Dorothy Waters.

Il primo tentativo di recuperare la mappa e la chiave sono falliti; da quel momento in poi li abbiamo tenuti d'occhio per tutto il loro attraversamento del deserto, guidati dallo stesso uomo che ho visto tre anni fa.

Una figura alquanto degna di rispetto, devo ammetterlo, di cui ho avuto possibilità di saperne il nome.

Richard O'Connell.

Siamo stati costretti ad intervenire personalmente una seconda volta dopo il loro arrivo ad Hamunaptra; non potevamo sapere e tutt'ora non sappiamo quali siano le loro intenzioni ed in quanto non la sola spedizione per la città, l'unico modo per fermarli era spargere del sangue necessario pur di impedire una distruzione totale a causa di un piccolo gruppo di persone.

Avremmo proseguito se quell'uomo non avesse acceso una dinamite in segno di minaccia, motivo per cui decidemmo di ritirarci concedendo loro un giorno di tempo per andarsene.

Maledetti forestieri!

Ci hanno condannati tutti.

Non ascoltando l'avvertimento che ho dato e non approfittando della possibilità di andarsene, hanno dato innescato una serie di eventi che se non fermati distruggeranno loro stessi e tutti noi.

Lo sciame di locuste non ha lasciato alcun dubbio.

Mentre ci dirigiamo verso Hamunaptra, dalla groppa dei nostri cavalli, nel buio fitto della notte, scorgiamo una figura addentrarsi nel deserto per sfuggire all'ondata di insetti che sta invadendo la città dei morti.

È una ragazza.

Non deve essersi accorta del nostro arrivo, infatti quando si volta spalanca gli occhi ed alza le mani: a causa del buio noto solo adesso che è giovanissima; lo stato di agitazione è evidente dal suo corpo rigido sfiorato dalla lama della spada che le punto alla gola per impedirle qualsiasi movimento.

Senza distogliere lo sguardo dal mio, sembra voler dire qualcosa, benché qualsiasi parola lei voglia esprimere sia ormai di poca importanza se messa a confronto con i fatti già innescati.

Non esistono giustificazioni di fronte ad un atto di disubbidienza volontario.

"Io..." sussurra, riferendosi chiaramente alla lama della spada che le ho puntato alla gola; non esprimo alcuna emozione davanti a quella supplica, ma assecondo la sua richiesta perché adesso ucciderla non servirebbe a nulla, piuttosto la mia mente è ferma a pensare ad una possibile soluzione al problema.

Death Is Only The Beginning "The Mummy"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora