Nilo: Parte due (DOROTHY)

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Al termine della cena, la strada di Evelyn e la mia prendono il rispettivo spazio come per ogni donna: lei dedita alla lettura del suo inseparabile taccuino, da come mi ha riferito, mentre io preferisco prendere una boccata d'aria.

Esco sul ponte, incrocio le braccia sulla staccionata di legno scuro e chiudo gli occhi per un istante, godendomi il vento che si infiltra nei miei capelli biondi sciolti: è così leggero che ci si accorge di esso solo se si presta molta attenzione al solletichìo fresco che provoca lungo la circonferenza del collo.

Il momento di tranquillità però è destinato a non durare molto, ad un certo punto odo delle voci famigliari provenire dalla mia destra.

Non resisto all curiosità, così mi stacco dal bordo e mi avvicino cercando di essere il più naturale, ma cauta possibile.

Non so esattamente cosa sia successo, ma sono arrivata appena in tempo per sentire un tonfo sordo e subito dopo vedere mia cugina alzarsi in maniera brusca dallo sgabello su cui era seduta ed allontanarsi a passo svelto.

Così facendo scopro anche chi è la sicura causa del suo malumore.

Ecco, questo è il classico momento in cui la mente si divide tra due scelte: uscire allo scoperto oppure restare dove sono e fare finta di nulla.

Nonostante gli sforzi, alla fine la parte testarda di me ha la meglio su quella razionale.

Imprimo una leggera pressione sul muro con la mano destra ed oltrepasso l'angolo.

O'Connell mi dà ancora le spalle, ma è sempre lui ad accorgersi per primo della mia presenza; deve essere abituato a guardarsi le spalle, visti i suoi precedenti durante la guerra come ho saputo da Jonathan.

"Buonasera" mormora, accennando un sorriso; non appena incrocio il suo sguardo ingoio a vuoto, sentendo le guance andare terribilmente a fuoco a causa dei suoi occhi cristallizzati come luminose pietre di topazio incastonate.

"Buonasera, signor O'Connell" rispondo dopo una breve pausa, sollevando l'angolo destro della bocca, mentre con le dita prendo a torturare la stoffa del vestito che indosso; lui ripone la pistola che impugna nel fodero all'interno di una sacca marrone chiaro dove sono già posti altri tipi di armi; non so come considerare il suo improvviso silenzio e l'espressione seria che si incolla al suo viso, qualsiasi altra persona associerebbe la cosa all'indifferenza e questo mi colpisce come uno schiaffo in faccia per la seconda volta "Se la disturbo, io..." indico alle mie spalle, ma lui mi ferma prima che possa terminare la frase.

"No, rimanga pure, si figuri. Non disturba affatto. Sì sieda pure" mi indica la sedia vuota occupata da Evy poco prima; fermento dentro, faccio esattamente come dice.

"La ringrazio"

"Conosco il nome dei suoi cugini, ma mi sono accorto di non conoscere il suo..."

"Waters. Dorothy Waters"

"Immagino che lei conosca il mio, invece"

"Sì, Evy e Jonathan mi hanno informato su di lei..." mi pento delle mie parole un secondo esatto dopo averle pronunciate, ma ormai il danno è fatto ed il mio imbarazzo aumenta d'intensità, bensì stavolta per essermi fatta beccare in flagrante "Cioè, sul suo nome, intendo..."

Sul viso angelico del biondo si dipinge prima un'immagine perplessa, poi dalla sua bocca esce una risata silenziosa.

"Lei è come sua cugina?"

Death Is Only The Beginning "The Mummy"Where stories live. Discover now