Io avrei qualcosa da ridire

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Mi lasciai cadere di nuovo sul letto, sospirando. E di nuovo quel sorriso apparve sul mio volto, come se avesse potuto essere davvero una bella giornata. Forse il miglior San Valentino della mia vita.

Molto velocemente tornai conscia dei miei compiti. Mi feci una doccia fredda – intanto calda non mi serviva a nulla, forse ad aumentare solo la bolletta – ed uscii di casa. Decisi di andare a scuola in macchina, dato che era un po’ che non la usavo. Poi, mica potevo presentarmi a piedi, arrivando di corsa. Con la mia corsa.

Parcheggiai nel mio solito posto e, ovviamente, appena misi piede fuori dall’auto tutti si voltarono verso di me. Reazione normale alla quale mi stavo quasi abituando.

Gabriel era già arrivato e come mi vide mi venne incontro. Mi bloccai, aspettandolo col sorriso sulle labbra. Appena mi fu accanto mi diede un altro bacio. «Buon San Valentino» mormorò al mio orecchio.

Ridacchiai. «Me l’hai già detto prima» gli feci notare.

«Già, ma mi andava di dirtelo di nuovo» e mi diede un altro bacio, prendendomi la mano. Tutti i ragazzi assottigliarono lo sguardo, digrignando qualcosa tra i denti. Le ragazze parevano verdi di gelosia. Non li ascoltai nemmeno.

Accanto agli armadietti c’erano Sheila e Logan che chiacchieravano e appena ci videro arrivare mano nella mano sgranarono gli occhi. Mi venne da ridere, ma cercai di trattenermi, così come Gabriel.

«Oh, sto sognando forse?» chiese Sheila, voltandosi verso il cowboy. Lui scosse la testa, coprendosi gli occhi e muovendo le spalle. Stava ridendo.

«Qualcosa che non va?» rispose Gabriel, avvicinandomi ancora di più a sé. «È la mia ragazza infondo, no?»

Logan si schiarì la voce. «Sì, per carità. Ma...»

«Come diavolo fate?» Sheila era stata proprio palese.

Aprii l’armadietto, prendendo i libri di inglese. «Ammetto che non è la cosa più facile del mondo, ma credo di potercela fare.»

«Sicura?» Lo sguardo di Logan era serio. Infondo, anche lui aveva assistito al mio tentato assalto su Gabriel, il pomeriggio precedente. Tutta colpa della mia improvvisa sete di sangue. Del suo sangue.

Annuii, cercando di sorridere. Gabriel lo fulminò con lo sguardo, mentre Sheila sembrava piuttosto confusa. Il mio ragazzo mi prese di nuovo la mano ed andammo ad inglese.

Ma nemmeno un secondo dopo, era già ora di lasciare Gabriel alle sue lezioni.

Il tempo vola, quando sei felice.

Cambiai i libri e mi avviai verso l’aula di italiano.

Ero pronta a reggere il suo sguardo, ad ascoltare i suoi dubbi, mentre non toglieva gli occhi dalle mie spalle. Eppure, appena misi piede in classe, Derek non c’era.

Mi guardai intorno, convinta che potessi trovarlo da qualche altra parte. In ascolto, avrei sicuramente riconosciuto i suoi passi, il suo profumo. Ma niente, non era venuto a scuola.

Salii gli scalini che portavano al mio banco e solo quando arrivai alla mia postazione mi accorsi che mancava anche Ashley. Chissà se stava bene, o se Elizabeth fosse di nuovo entrata nel suo corpo. Forse Derek non c’era appunto per quello, perché era andato ad affrontarla. Da solo.

Feci dietro front per andare a cercarlo, ma mi bloccai appena il professore entrò in classe. Mi osservò subito con aria interrogativa, aggrottando la fronte. Rimase a guardarmi per un po’ di tempo, mentre gli alunni prendevano posto. Scosse la testa, come se mi volesse impedire di andarmene.
E purtroppo tornai al mio banco, sedendomi senza smettere di guardare quelle sedie vuote, accanto e dietro di me.

Daughter of EvilWhere stories live. Discover now