Tra Me e Te

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'Dobbiamo parlare' Lucas ci aveva raggiunte.
Nel sentire la sua voce qualcosa sembrava avermi dato uno schiaffo in pieno volto. Rimasi ferma di spalle senza girarmi, lui aveva appena distrutto il muro immaginario.
Clara mi guardava, incerta sul da farsi e confusa. Il suo sguardo mi stava urlando 'cosa faccio io? Devo andarmene? Tu resti a parlare con lui? Allora? Io cosa devo fare? Dai qualche segno di vita, è imbarazzante'.
Non potevo neanche darle torto ma la mia mente era rimasta bloccata.
Clara prese fiato come a voler dire qualcosa ma poi si fermò. Con gli occhi continuava a fare avanti indietro tra me e la sua figura alle mie spalle.
Anche Lucas non rifece la domanda e si limitò a restare in silenzio. Sentivo il suo sguardo su di me anche di spalle. Così vicini e così lontani allo stesso tempo, pensai. Ma non ero io ad averlo scelto, era stato lui a lasciar andare tutto per una incomprensione di cui non ha voluto sentire ragioni.
Non sapeva quanto lasciarmi da sola in quel momento poteva farmi più male di una semplice rottura tra due persone.
Ero sempre stata così attenta dal legarmi a persone che potessero farmi del male e quando per la prima volta avevo trovato qualcuno così affine a me ne ero stata completamente travolta. Mi aveva ferita e io glielo avevo permesso.
Cosa mi ha fatto allontanare dai miei passi in questo modo? Perché perdevo energie in una relazione? Io non ho bisogno di nessuno, sto bene da sola. L'avevo sempre pensata così e la mia vita è sempre stata tranquilla da quel punto di vista.
'Non puoi sceglierle alcune cose' una volta Clara mi disse una cosa del genere e quelle parole balzarono alla mia mente. Non potevo scegliere cosa mi sarebbe capitato ma potevo scegliere come agire una volta davanti agli eventi. La mia scelta in questo momento era una: usare tutte le energie per mia madre e dimenticare Lucas.
'Beh io allora vi lascio da soli' disse spazientita Clara che a quel punto camminò verso l'uscita.

'Ann mi dispiace tantissimo, è stato tutto un grandissimo malinteso ed io sono stato impulsivo' disse, io ancora gli davo le spalle.
'Ann per favore guardami' disse con voce bassa.
'Come potevo sapere? Non mi hai mai detto nulla!' disse alzando il tono di voce.
Le sue parole mi facevano male e non avevo alcuna voglia di starlo a sentire.
Decisi di andarmene semplicemente e mi girai dalla sua parte solo per dirigermi verso l'uscita. Stava diritto con i pugni chiusi e guardava dalla mia parte. Mi bloccò la strada mettendosi davanti alla mia traiettoria.
'Non dici neanche una parola? Insultami se vuoi, urlami addosso ma dimmi qualcosa!' disse alzando la voce, supplichevole.
Io avevo lo sguardo basso per non incrociare il suo. Non volevo dire nulla e non avevo parole da dire, la mia testa sembrava essersi dimenticata come articolare delle frasi.
Per i giorni in cui ho saltato la scuola per stare con mia madre avevo riflettuto. Tenevo tanto a Lucas, ma non volevo ricominciare.
Mi sentivo così sola, abbandonata e terrorizzata il giorno in cui lui decise di rompere con me. Non mi capacitavo di come le persone decidessero con tanta velocità di sparire dalla mia vita. Ora ci sono e domani non più. Ero rimasta così ferita che in confronto i lividi di mio padre non valevano quasi nulla.
Sentivo la stessa sensazione di abbandono del giorno in cui mio padre mi voltò le spalle per mio fratello. Ero così devastata dalla scomparsa di mio fratello e quello di cui avevo bisogno era l'affetto di quello che era rimasto della mia famiglia, ma vedersi girare le spalle dal proprio padre è una sensazione che non si poteva descrivere semplicemente a parole. Come fossi sopravvissuta a tanta tristezza per me era difficile comprenderlo.
E non è mai stato facile niente da quel giorno. I due uomini della mia vita erano scomparsi, in maniera differente ma ugualmente dolorosa. Come potevo semplicemente fidarmi nuovamente di lui. Come potevo affidare il mio cuore fragile nelle sue mani nuovamente?
Non odio Lucas, parte delle colpe è anche mia probabilmente ma per una come me alcune cose non sono concesse, semplicemente.
Amare qualcuno e mettersi in gioco, mettendo in conto eventualmente di soffrire, non era una cosa che potevo permettermi.
Alzai lo sguardo per incrociare il suo. Aveva gli occhi tristi e stava soffrendo anche lui, non potevo credere di essere l'unica a star male.
Gli sorrisi trattenendo le lacrime 'ti scuso'.
'Cosa vuoi dire?' chiese.
'Vivi la tua vita, non hai più niente da farti perdonare' risposi mantenendo lo sguardo su di lui.
'Cosa sarebbe questo?' disse, la voce che gli tremava leggermente.
Gli sorrisi nuovamente ma questa volta le lacrime non riuscii a trattenerle completamente.
Lui guardava me con la faccia di chi non voleva arrendersi. Fece una passo verso di me ma io ne feci due indietreggiando.
E poi me ne andai via quasi correndo sussurrando 'addio' così a bassa voce che probabilmente non lo sentì.

Il suo sguardo su di meWhere stories live. Discover now