Bugie.

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Mi svegliai dopo qualche ora.
Guardai l'ora. Mancavano due ore alla sveglia.
Bene.
Avevo il tempo di alzarmi dal pavimento per andare a farmi una doccia.
E, soprattutto, il tempo per pensare come nascondere i lividi.
L'unica cosa che mi diede la forza di alzarmi da quel pavimento fu il pensiero di Lucas.
Alla fine ero riuscita a sognarlo.
C'eravamo io e lui. E nessun'altro.
Eravamo seduti su un divano.
Io ero sdraiata e appoggiavo la testa sul suo petto. Lui mi riempiva di baci sulla fronte e i capelli.
Ed io ero felice.
E spensierata.
Ma la realtà è ben diversa.
Non fraintendetemi. Lucas mi rende veramente felice e spensierata.
Ma lo sono solo quando sono con lui. O quando lo penso.
Perché la mia vita non è mai stata facile.
Ma lui è veramente importante per me.

Dopo essermi fatta la doccia a fatica, pensai a come vestirmi.
Qualcosa che mi coprisse il più possibile.
Avevo optato per un maglione di un rosso scuro un po largo.
Poi mi misi davanti allo specchio e tirai fuori i trucchi.
Io mi trucco raramente. Solo mascara e a volte un filo di matita.
Ma dovevo coprire dei lividi e cercare di nascondere un taglio sulla guancia.
Ma anche riempiendomi la faccia di fondotinta, la situazione migliorava di poco.
Avrei comunque dovuto giustificare il taglio sulla guancia.
Iniziai a pensare a diverse scuse.
Ma non avevo in mente niente.
Forse la più convincente è quella di essere caduta dalle scale di casa mia.
Dopo aver finito in bagno uscì e andai verso le scale.
Nello andare sentivo la testa cominciare a girare. Mi faceva male tutto ma dovevo cominciare ad abituarmi a non mostrarlo fuori.
Lo sforzo che avevo fatto mi stava facendo perdere i sensi.
Mi tenni dal muro per mantenermi in piedi.
Avrei voluto tornare sul pavimento.
Senza dover muovere nessun muscolo.
Senza dover sentire dolore ad ogni respiro.
Vidi poi mia madre venire verso di me.
'Ann! Tesoro! Come stai' disse. Era pallida in faccia. E aveva delle occhiaie marcate.
Forse non era riuscita a dormire pensando a me.
'È tardi. Io vado' dissi e feci le scale senza neanche pensarci e di fretta. Senza far conto del dolore.
Volevo mostrarmi forte davanti a mia madre.
La verità è che mi mancava il respiro una volta arrivata al piano di sotto. Le gambe mi facevano malissimo.
Non riesco a spiegarmi come ho fatto a farle senza cadere. Era un miracolo.
Mi diressi subito verso la porta.
Ma mi si paró davanti mio padre.
Io mi bloccai e cambiai espressione. Non dovevo mostrarmi dolorante.
Lui mi prese il mento tra le mani e mi squadró la faccia.
'È solo qualche livido. Niente di che' disse. Voleva giustificarsi. Ed è una cosa che mi fa andare in bestia.
Ogni volta, ogni volta, dopo avermi picchiato veniva da me dicendo che era giusto qualche livido cercando di sminuire l'accaduto.
Può fare come gli pare.
Ma io non dimentico.
E non lo farò mai.
Io mi liberai dalla sua presa.
Il mio sguardo era di ghiaccio. E pieno di dolore.
Poi presi e gli passai di fianco per poi avvicinarmi alla porta e finalmente uscire da quell'inferno.
Ma lui mi bloccò per un braccio, provocandomi un forte dolore.
Mi fece molto male tanto che non riuscì a trattenermi e urlai 'ahia' Quasi in lacrime.
Lui mi avvicinò a lui.
'Non dirai una sola parola a nessuno' disse avvicinandosi al mio orecchio.
Avevo paura.
Lui mi metteva paura.
E nello stesso tempo provavo schifo.
Io mi liberai nuovamente senza dire una parola.
E poi corsi fuori senza girarmi.
Appena girato l'angolo caddi a terra, sfinita.
La fermata era vicina.
Ce la potevo fare.
Mi alzai lentamente.
Arrivata alla fermata mi sedetti, presi la musica e staccai, per quanto possibile, dal mondo esterno.

Sul pullman mi sedetti vicino al finestrino, come sempre.
Quando salì Clara, non mi salutò neanche, che subito mi chiese cosa avessi.
'Sono caduta dalle scale' dissi 'dovevi vedermi!' Dissi e abbozzai una risata.
Clara sembrava incerta.
'Caduta dalle scale?' Mi disse 'Ann, sei sicura?' Mi chiese.
Io non riuscivo a guardarla negli occhi.
Mentirle è una delle cose peggiori.
Mi fa sentire ancora più sola.
Se non posso confidarmi con lei, mi sento male.

Il suo sguardo su di meWhere stories live. Discover now