Sola.

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Erano le tre e mezza di mattina quando mi svegliai. Alla sveglia mancavano ancora delle ore. Rimasi nel letto a guardare il soffitto con una strana sensazione di ansia nel petto.
Mi alzai e andai nel soggiorno.
In casa regnava il silenzio.
Ero sola.
Accesi una sigaretta e mi sedetti sul divano, con il posacenere sul tavolino.
Il fumo mi aiutava a respirare e a scacciare l'ansia dal petto.
A me si avvicinò la mia gattina.
La presi tra le braccia e le diedi un bacio.
Lei fece le fusa ma un attimo dopo mi graffió il braccio e scappó via.
'Ma che ti prende'.
Sul mio braccio ora scendevano calde gocce del mio sangue.
Non diedi importanza al graffio e finì con l'addormentarmi sul divano.

Quando mi svegliai qualche ora dopo iniziai a prepararmi.
Aprii la porta e uscii di casa per andare alla fermata.
Chiusi la porta alle mie spalle e poi mi girai verso il cielo.
Quelle nuvole.
Il cielo era cupo. Era un cielo familiare.
E di solito non prometteva nulla di buono.

'No ,cioè, ciao! Sono Clara, la tua migliore amica ricordi?' disse Clara urlando tanto che l'intero pullman poté sentirla.
'Non urlare e siediti' dissi scocciata 'scusami va bene'.
'Mi stavo seriamente preoccupando sai? mi sono detta "cavolo ma che fine avrà fatto? e se gli fosse successo qualcosa di brutto? e se magari sua madre ha deciso di trasferirsi e ha intenzione di cambiare stato senza neanche salutarmi? e se magari ha cambiato direttamente scuola? e se ha deciso con Lucas di fare una fuga romantica e si trovassero già lontani km da qui per farsi una loro vita insieme? e se magari io ho fatto qualcosa che non andava e non voleva più vedermi?" sai ero sul punto di avere una crisi per diamine!' Disse Clara, a malapena respirava.
'Giusto, no sí ha senso.' dissi ironica 'ma secondo te perdo giorni e giorni di scuola per un disguido con te? per non parlare di tutte le stronzate che hai elencato' a volte Clara si fa tante di quelle paranoie. Be anche se in fondo tutti i torti non aveva. A me era successo 'qualcosa' solo che per evitare sofferenze inutili almeno a lei, decisi di tacere sulla questione.
'Ei! io mi preoccupo dovresti venerarmi' disse alzando il mento.
'scema' dissi a voce bassa scuotendo la testa.
Nel mentre di questa scenetta quasi comica salì sul pullman Jane.
Aveva lo sguardo basso e quando lo alzò per guardare dove camminare il suo sguardo si incroció con il mio. Sembrava stupita di vedermi. Riprese poi la sua ricerca del posto.
Da quando era diventata la spalla di Sarah si sedeva in fondo con loro, sempre se il posto c'era.
Il posto questa mattina non c'era e nessuna di quelle sue amichette la degnó di uno sguardo.
'Guarda che puoi ancora sederti qui eh' disse Clara cambiando tono di voce, ora era serio.
Jane si girò lentamente, non sicura che quelle parole fossero rivolte veramente a lei.
'Non ho bisogno che mi trovi un posto' disse. Ormai, ne ero convinta, qualsiasi cosa provava verso di me, rabbia o risentimento che fosse, se lo era dimenticato.
Anche perché alla fine quale era il vero motivo?
Cosa avevo fatto io, realmente?
Nulla. Un cazzo di nulla, ecco. Adesso basta anche solo pensare di stare male per gente per la quale tu vali così poco da dover far girare la tua vita attorno alla loro, stando attenta a quello che vogliono loro anche a costo di rinunciare tu stessa. Ma chi vi credete di essere?
La vita mi ha dato troppo poco per potermi permettere di donarmi.
'Smettila di fare la preziosa' disse Clara 'cos'é? vuoi restare in piedi tutto il tempo con questo posto vuoto vicino?'
Non disse nulla e dopo un po si sedette riluttante.
La vedevo spesso che mi scrutava con la coda dell'occhio, come a volermi parlare.
Io mi ero messa le cuffie e fissavo fuori. Per me poteva continuare a fissarmi quanto le pareva. Io non mi sarei messa a parlare con lei. Al massimo da me avrebbe ricevuto un cordiale 'che cazzo guardi?'.
Quando salì Eleonor (che nel frattempo mi ero dimenticata completamente di lei, non sapendo più nulla e dato che si era permessa di darmi della traditrice e avendo seguito Jane come un cagnolino) si sedette di fianco a Jane.
Si salutarono come vecchi compagni di due scuole ormai diverse.
Eccoci. Eravamo tutte e quattro sedute vicine, nei soliti posti, come un tempo.
È strano come in così poco tempo tutto sia andato sgretolandosi.
Eppure eravamo lì, vicine ma così lontane.

Il suo sguardo su di meWhere stories live. Discover now