Capitolo 5- Non di nuovo

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È lunedì, il giorno più pesante della settimana, non che quelli che vadano dal martedì al venerdì siano da meno.

Alla prima ora abbiamo matematica, la materia che odio di più in assoluto e come se non bastasse la prof decide di interrogare. Inizio a pregare tutti i santi che conosco affinché non mi chiami.
Gaia vedendomi in quelle condizioni fa una risata trattenuta la quale le costa un'occhiataccia dalla professoressa.

"Gozzi, trova le mie interrogazioni così divertenti?"

Chiede la professoressa rimproverandola. Gaia sbianca e prova a rispondere qualcosa.

"N-no prof io, è che..."

Gaia balbetta provando a scusarsi e a giustificare la sua risata ma viene interrotta dalla prof.

"Basta Gozzi, interrogata."

Le dice la professoressa, Gaia si alza e va alla lavagna.

L'interrogazione di Gaia dura tutta l'ora e per fortuna è andata benissimo, non posso negare che mi sento un po' in colpa infatti quando torna a posto mi scuso.

"Scusa Gà non volevo."

Mi scuso con Gaia, lei mi fa un sorriso e mi accarezza il braccio, a questo contatto una scarica di adrenalina mi attraversa il corpo, è la sua voce a risvegliarmi da questa sensazione.

"Ma che scuse marti, sono stata io la stupida, però eri davvero buffa."

Dice ridendo ancora, il fatto che sia io a farla ridere rende felice anche me e un sorriso spunta sulle mie labbra.

Entra il prof di storia e iniziamo la lezione. Finita l'ora inizia l'intervallo e decido di andare in bagno per sciacquarmi la faccia, l'ora di storia è stata davvero pesante e se non faccio così rischio di addormentarmi.

Vado in bagno, mi lavo la faccia e mi asciugo con un fazzoletto, quando sto per uscire vedo Francesco entrare nel bagno delle donne.

"Bene proprio te cercavo."

Dice Francesco prendendomi per un braccio e portandomi all'interno del bagno chiudendo la porta.

"Fra ma che fai?"

Dico con la voce tremolante, Francesco non è messo male a muscoli e ammetto che in questo momento ho paura.

"Sta zitta lesbica del cazzo, non parlare che nemmeno ti lavi i capelli."

Urla spingendomi, dalla mia bocca non esce un singolo suono.

"Che c'è ora non fai più la forte?"

Domanda stringendomi il braccio. Delle lacrime lasciano i miei occhi e mi rigano il volto. Non può star succedendo, non di nuovo.

Ad un certo punto sento bussare e una voce urlare il mio nome, non ci credo, è lei.

"Marti tutto bene? È da un pezzo che sei chiusa lì dentro, apri!"

Urla per farsi sentire. Francesco, spaventato dal rischio di essere scoperto, mi lascia il braccio e esce dall'altra porta del bagno.

"Non ti azzardare a dire niente a nessuno."

Dice prima di sparire dietro la porta.

Inizio a piangere, credo di stare per avere un attacco di panico. Sento bussare alla porta sempre con più insistenza.

"Marti apri questa porta o la sfondo."

Urla Gaia, mi faccio coraggio e la apro.

Appena apre la porta, dopo aver visto i miei occhi rossi e gonfi per il pianto e i capelli arruffati, mi abbraccia. Un abbraccio sentito di quelli che non ricevevo da tempo, un abbraccio vero, un abbraccio ricercato, voluto,  un abbraccio di cui avevamo bisogno entrambe ma che in quel momento serviva di più a me per non cadere nell'oblio.

Dopo un paio di minuti ci stacchiamo, il mio respiro si è regolarizzato e Gaia mi fa sedere sulla panca che c'è nel bagno.

"Marti che è successo?"

Mi domanda, vorrei parlare ma le parole mi muoiono in bocca. Non farò lo stesso errore una seconda volta, questa volta ho deciso di parlare, non posso affrontare di nuovo tutto da sola. Non riuscirei a sopportarlo.

"Fra-Francesco."

È tutto quello che riesco a dire ma Gaia sembra aver capito.

"È stato Francesco?"

Mi chiede Gaia tenendomi la mano, annuisco semplicemente non riuscendo a fare altro.

"Ok Marti, tranquillizzati e quando ti sarai calmata me ne parlerai, se ti va."

Dice continuando ad accarezzarmi la mano.

"I-io ho cambiato scuola perché in quella vecchia mi bullizzavano, ho provato in tutti i modi a farmi accettare da loro credendo fossi io il problema, poi ho capito che non era così. Sono arrivata allo stremo, ci sono stati periodi della mia vita in cui non avevo voglia di fare nulla. Ero praticamente un'ameba, la musica mi ha salvato attraverso essa ho trovato un'amica e una confidente. Finito l'anno scolastico decisi che non potevo più andare avanti così e ho cambiato scuola. Ora che Francesco mi ha insultato in questo bagno mi sono tornati in mente i quattro anni di inferno che ho passato Gaia, non voglio ricaderci di nuovo."

Mi confido con Gaia, non so perché l'ho fatto ma sento che di lei posso fidarmi, sento che non mi farà del male come hanno fatto in precedenza altri miei compagni.

Quando finisco di parlare mi tira verso di sé per abbracciarmi di nuovo. Vengo cullata dalle sue braccia, credo che sia diventato il mio posto preferito. Con una mano la stringo e con l'altra le accarezzo i capelli . Stiamo così per non so quanto, quando è lei a staccarsi dall'abbraccio.

"Dobbiamo tornare in classe, te la senti?"

Mi chiede Gaia guardandomi negli occhi, in quello sguardo mi ci perdo sempre, resterei fissa a guardare i suoi occhi per ore.

Faccio un sospiro per riprendermi dalle varie emozioni provate negli ultimi minuti e annuisco.

"Sì, sì, possiamo andare lasciami solo sciacquare il viso e rifarmi la coda."

Dico avvicinandomi al lavandino, lei è dietro di me che mi aspetta. Una volta finito di sistemarmi ci avviamo in classe, Gaia mi tiene la mano per tutto il tragitto e arrivate davanti alla porta della classe mi da un bacio e entra prima di me. Mi tocco la guancia per il contatto inaspettato con le sue labbra, ha delle labbra morbide e un tocco delicato, come mi aspettavo. Dopo una decina di secondi torno in classe sotto lo sguardo torvo di Francesco. Vedo Gaia fulminarlo con lo sguardo e la cosa mi fa sorridere. Torno al mio posto per continuare la giornata e non vedo l'ora che le lezioni finiscano per tornare a casa.

Finite le lezioni arrivo alla stazione del bus e come al solito Talisa è lì con me a chiacchierare.

"Marti tutto ok, oggi dopo l'intervallo eri strana."

Mi chiede di punto in bianco Talisa, lei è diventata una grande amica e credo che abbia imparato a conoscermi un po'.
Sbuffo e decido di dirgli la verità.

"No Tali, in bagno Francesco mi ha insultato."

Dico tutto d'un fiato quasi a non volermi far sentire.

"What? Quello stronzo ora mi sente." Dice Talisa alzandosi dalla panchina e avviandosi non so dove. Io mi alzo e le afferro il braccio.

"Tali ti prego non fare così, quando sarò pronta ne parlerò con il preside ora non facciamo drammi."

Dico facendola sedere di nuovo sulla panchina.

"Ok Marti ma se ci sarà una prossima volta non aspettarti che me ne stia ferma. You are my baby e ti devo proteggere."

Dice dandomi un bacio sulla guancia, io sorrido felice di aver trovato un'amica come Talisa.

"Baby devo andare è arrivato il mio bus. Ci vediamo domani amo."

Se ne va dandomi un altro bacio, io ricambio e dopo pochi minuti arriva anche il mio pullman, salgo su e metto le cuffie nelle orecchie. Sperando che domani sia una giornata più tranquilla.

Anima Fragile A Cui Devo Tanto Where stories live. Discover now