Capitolo 1- Nuovo inizio

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Mi chiamo Martina Beltrami e sto per iniziare il mio ultimo anno di liceo artistico in una nuova scuola.

No, non ho cambiato città, non è uno di quei soliti cliché.
La verità è che ho sopportato per quattro anni i bulli della mia vecchia scuola finquando non ce l'ho fatta più, sono arrivata a pensare che il problema fossi veramente io e sono arrivata a pensare di fare gesti che nessun essere umano dovrebbe nemmeno lontanamente pensare di fare.

Mentre mi perdo nei miei pensieri quasi non mi accorgo che il bus è arrivato a destinazione, scendo e mi reco in segreteria.

La segreteria ci sta mettendo un sacco di tempo per trovare un dannatissimo documento e sono già le 8.02.

Perfetto, sono già in ritardo il primo giorno di scuola e stavolta non per colpa mia.

Finalmente la signora riesce a trovare le carte che devo firmare, firmo e corro verso la mia classe. Aula 25, 5ª A.

Entro e trovo il professore che sta parlando.

"Buongiorno, scusate il ritardo ma la segretaria non trovava i miei documenti."

Dico scusandomi con il prof che mi guarda e fa un sorriso mezzo divertito.

"Ci devo credere?"

Mi prende in giro? Iniziamo bene, questo prof già mi sta sulle scatole.

"Se non mi crede può chiedere giù in segreteria."

Dico sicura di me, non sono mai stata un tipo che si fa mettere i piedi in testa, soprattutto quando ho ragione, anche se spesso sbaglio i modi.

"Va bene dai, fa nulla. Tu devi essere la ragazza nuova. Ti va di presentarti alla classe?" 

Dice come a volersi far perdonare, solo ora mi accorgo della ventina di ragazzi che stava guardando la scena senza fiatare.

Li guardo rapidamente uno ad uno e mi sento un po' in imbarazzo ma decido di presentarti. Prima faccio e meglio è.

"Mi chiamo Martina Beltrami, ho 18 anni e sono di Torino."

Dico veloce appunto per voler mettere fine a questa agonia.

"Solo questo? Dai dicci qualcosa in più."

Ma questo che vuole? Se potessi sbufferei ma mi limito a sospirare leggermente e ad aggiungere qualche informazione in più.

"La musica è la mia più grande passione e mi piacerebbe diventare una cantante, per il resto sono una persona normalissima."

Dico pensando a come la musica mi abbia salvato nel mio periodo buio.

È stato quell'appiglio per non farmi sprofondare nel vuoto, è stata la mia ancora di salvezza. Probabilmente senza la musica non sarei nemmeno qui.

"Va bene Martina, puoi andarti a sedere in quel posto libero vicino a Gaia Gozzi. Io sono il professore D'Angelo e sarò il vostro professore di italiano per quest'ultimo anno di liceo."

Vedo una ragazza seduta da sola infondo alla classe e mi avvio vicino al banco libero. Butto lo zaino a terra e mi siedo sbuffando, guardo la ragazza che mi sembri chiamarsi Gaia. Ha i capelli lunghi e marroni, due occhi azzurri bellissimi, ogni paragone non renderebbe giustizia a quegli occhi, le labbra carnose e i lineamenti perfetti. Insomma è una vera e propria dea.

Mi piacciono le donne e non ho paura ad ammetterlo, non mi piace darmi etichette ma credo che l'amore sia bello in ogni sua forma. Io, al contrario delle altre ragazze, non ho mai curato molto il mio aspetto fisico, complice anche gli insulti che mi rivolgevano i miei ex compagni di classe, vesto da maschiaccio, sempre i capelli legati e mai un filo di trucco, ma a me piaccio così e mi sento bene con me stessa. Almeno ora che ho capito che non mi devo far condizionare dall'opinione dei bulli.

La lezione passò molto lentamente. Passai praticamente tutta l'ora ad osservare Gaia, ogni minuto che passava risultava sempre più bella ai miei occhi.

Non capii nemmeno una parola di quello che disse quel professore mi interessai solo al suono della campanella. Appena suona ne approfitto per parlare con Gaia.

"Piacere Martina."

Le dico allungando la mano verso di lei.

Gaia sta prendendo il libro dallo zaino per la lezione di dopo e non risponde, fa la preziosa, mi piace.

"Che fai non saluti principessa?"

Le dico a mo' di sfottò.

"Mi sembra che già il professore ti abbia detto il mio nome no?"

Dice in modo acido.

Ok la nostra convivenza non è iniziata nel migliore dei modi. A primo impatto mi è sembrata una di quelle ragazze che sono belle, sanno di essere belle e se la tirano come se ce l'avessero solo loro, ma Gaia non mi sembra quel tipo di persona, in quegli occhi ho visto qualcosa di più profondo. La voglio conoscere e non sarà certo un rifiuto a fermarmi.

Provo a ribattere ma entra la professoressa della lezione dopo e inizia a parlare. Scopro che è la professoressa di storia dell'arte, materia che mi piace particolarmente e inizia a parlarci in generale del programma di quest'anno.

Ogni tanto mi giro verso Gaia che è concentrata a seguire la lezione, l'ho già detto che è bellissima?

La lezione finisce ed iniziano i 10 minuti dell'intervallo. Tutti i ragazzi della classe si avvicinano a me e si presentano, mentre Gaia sta abbastanza sulle sue.

Talisa e Stefano sono i due che mi stanno più simpatici, ci ho trovato subito affinità tanto che Talisa mi chiede il numero per aggiungermi al gruppo della classe.

Sono tutti abbastanza simpatici anche se so che per colpa del mio carattere permaloso e irascibile litigherò con parecchi di loro. Purtroppo Francesco e Giulia già mi stanno antipatici, sembrano finti, spero di sbagliarmi.

Gaia continua a non darmi attenzioni ma ho deciso che cadrà ai miei piedi, sono una tipa testarda e quando mi metto qualcosa in testa quel qualcosa succede, in un modo o in un altro.

Mi farò notare da te Gaia Gozzi, fosse l'ultima cosa che faccio.

Anima Fragile A Cui Devo Tanto Where stories live. Discover now